Dal quinto Vangelo: proclamazione del Cristo del Corcovado di L.Boff

Leonardo Boff, Teologo/Filosofo
Ricevuto dall’autore e tradotto da Romano Baraglia

Il 12 ottobre ha compiuto 80 anni la statua del Cristo del Corcovado, simbolo di Rio de Janeiro e del Brasile

In quei giorni, compiuti ottant’anni, il Cristo del Corcovado ebbe un fremito e si rianimò. Cemento e pietra diventarono carne e sangue. Allargando le braccia, come uno che voglia abbracciare il mondo, aprì la bocca, parlò e disse:

“Beati siete voi tutti, poveri, affamati, malati e caduti in tante strade senza un buon samaritano che venisse a soccorrervi. Il Padre che è pure Madre di bontà vi tiene nel suo cuore e vi promette che sarete i primi eredi del Regno di giustizia e di pace.

Guai a voi, padroni del potere, che da cinquecento anni succhiato il sangue dei lavoratori, riducendoli a combustibile a basso prezzo per le vostre macchine che producono ricchezza iniqua. Non sarò io a giudicarvi, ma le vittime che avete fatto, dietro le quali io stesso mi nascondevo e soffrivo.

Beati voi, indigeni di tante etnie, primi abitatori di queste terre ridenti, voi che vivevate una vita innocente in comunione con la natura. Siete stati quasi sterminati. Ma adesso state risuscitando con le vostre religioni e culture a testimonianza della presenza dello Spirito Creatore che mai vi ha abbandonato.

Guai a coloro che vi hanno schiavizzati, vi hanno ammazzati con la spada e con la croce, vi hanno negato l’umanità, hanno demonizzato i vostri culti, rubandovi la terra e ridicolizzando la sapienza dei vostri sciamani.

E beati e ancora una volta beati voi siete, fratelli miei e sorelle negri, ingiustamente strappati all’Africa per essere venduti come pezzi di ricambio sul mercato, diventati carbone per essere consumato nelle fabbriche, sempre percossi e moribondi prima del tempo.

Guai a coloro che vi hanno disumanizzato. La giustizia grida al cielo fino al giorno del giudizio finale. Maledetta la casa degli schiavi, maledetta la gogna, maledetta la frusta, maledette le catene, maledetta la nave negriera. Benedetto il quilombo, avvento di un mondo di liberti e di una fraternità senza distinzioni.

Beati coloro che lottano per la terra sul campo o in città, terra per abitare, per lavorare e trarre dal suolo il cibo per sé, per gli altri e per la fame del mondo intero.

Maledetto il latifondo improduttivo che caccia via i proprietari e che assassina chi occupa per avere un posto per abitare, lavorare e guadagnare il pane per i figli e figlie. In verità vi dico: verrà il giorno cui sarete spogliati. E la poca terra per la sepoltura sarà pesante sulle vostre tombe.

Beate voi, donne del popolo, che resisteste contro l’oppressione millenaria, che conquistaste spazi di partecipazione e di libertà e che state lottando per una società che non si definisce per il genere, società nella quale gli uomini e donne insieme, differenti, complementari e uguali inaugurerete un’alleanza perenne di condivisione, di amore e di corresponsabilità.

Benedetti siete voi milioni di minori carenti e abbandonati per le strade, vittime di una società di esclusione e che ha perso la tenerezza per la vita innocente. Mio padre, come una grande Madre, asciugherà le vostre lacrime, vi stringerà al suo petto perché siete i suoi figli e figlie più cari.

Felici i pastori che servono umilmente il popolo in mezzo al popolo con il popolo e per il popolo. Guai a coloro che portano vestiti vistosi, si montano la testa negli studi televisivi, usano simboli sacri del potere, esaltano il Padre Nostro e dimenticano il Pane Nostro. Tutti quelli che usano il bastone contro le pecore e non contro i lupi, non li conosco e non testimonierò a favore loro quando appariranno davanti al padre mio.

Beate le comunità ecclesiali di base, i movimenti sociali per la terra e un tetto, per educazione, per la salute e per la sicurezza. Beati coloro che senza aver bisogno di parlare di me, assumono la stessa causa per la quale io sono vissuto, per cui sono stato perseguitato e crocifisso. Ma io sono risorto per continuare la resurrezione contro il mondo che dà più valore ai beni materiali che alla vita, che privilegia l’accumulazione privata alla partecipazione solidale e preferisce dare il cibo ai cani piuttosto che agli uomini affamati.

Beati coloro che sognano un mondo nuovo possibile e necessario nel quale ci sia posto per tutti, natura compresa. Felici coloro che amano la Madre Terra come la loro propria madre, rispettano ai suoi ritmi, la lasciano riposare perché possa rifare i suoi nutrienti e continuare a produrre tutto quello di cui abbiamo bisogno per vivere.

Beati coloro che non desistono, ma resistono e insistono che il mondo può essere differente e lo sarà, mondo dove la poesia va a braccetto col lavoro, la musica si mette insieme alle macchine e tutti si riconosceranno come fratelli e sorelle, abitanti dell’unica Casa Comune che abbiamo, questo piccolo, bello e radioso pianeta Terra.

In verità, in verità vi dico: felici siete voi perché siete tutti figli e figlie dell’allegria perché siete portati da Dio in palma di mano.

Amen.”