Pdl e Pd cercano la benedizione, ma i vescovi non negoziano

Luca Kocci
il manifesto, 21 ottobre 2011

Tutti in fila, qualcuno anche in ginocchio, dal cardinal Bagnasco e dai vescovi per chiedere benedizioni, incassare imprimatur, cercare convergenze o comunque avviare dialoghi per cominciare a preparare il terreno per il dopo-Berlusconi.

Hanno cominciato lo scorso fine settimana i cattolici del Pdl, a Norcia, in una due giorni promossa da Magna Carta, la fondazione di Gaetano Quaglieriello, in cui è intervenuto il vescovo di Terni Vincenzo Paglia, vicinissimo alla Comunità di sant’Egidio. Hanno proseguito lunedì, a Todi, le associazioni cattoliche del mondo del lavoro, in un attesissimo seminario aperto dal presidente della Cei.

E ieri sera è toccato al segretario del Pd Pierluigi Bersani, che ha incontrato mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione ed «ex cappellano» di Montecitorio, in un incontro sul tema Vangelo e laicità.

Al centro di tutte le iniziative, segno di un’agenda dettata dalle gerarchie ecclesiastiche, i «valori non negoziabili» cari ai vescovi, diventati discrimine di ogni iniziativa politica che voglia assicurarsi il placet della Conferenza episcopale italiana: vita, famiglia, scuola cattolica.

È necessario un «impegno concreto e testardo da parte dei cattolici per la difesa di questi principi, non farlo sarebbe ignavia ma anche un affronto per la democrazia», ha detto ieri sera Fisichella a Bersani che lo ascoltava e che ha tentato di replicare: «Il relativismo assoluto è una bomba per la convivenza civile», ma la politica «ha il dovere di negoziare la convivenza, ovvero il bene comune, tenendo conto che quella dei temi etici è una frontiera mobile» e che «il copyright non appartiene né alla fede alla Chiesa».

Si tratta allora di incontrarsi su un terreno di discussione e trovare una soluzione, ha proseguito il segretario del Pd, perché «in un Paese già lacerato e diviso, il bipolarismo etico, oltre a essere una iattura, sarebbe una caricatura».

«Interloquire con il mondo cattolico» e «cercare forme nuove di collaborazione con la Chiesa» è stato anche l’invito, in una lettera aperta pubblicata su Avvenire, rivolto a Bersani e al Pd da quattro intellettuali di formazione marxista – Mario Tronti, Giuseppe Vacca, Pietro Barcellona e Paolo Sorbi- , convinti che il concetto dei valori non negoziabili «non nega l’autonomia della mediazione politica».

Eppure Bagnasco sembra pensarla in maniera opposta: questi valori «non sono oggetto di negoziazione», ha detto nel suo intervento al seminario delle associazioni cattoliche a Todi. «Su molte questioni si deve procedere attraverso mediazioni e buoni compromessi, ma ci sono valori che, per il contenuto loro proprio, difficilmente sopportano mediazioni», ha ribadito, con buona pace di Tronti e Vacca.

A Todi molti si aspettavano il battesimo del «soggetto politico» dei cattolici, ma i tempi saranno ancora lunghi e incerti. Lo stesso Bagnasco ha fatto una parziale marcia indietro, limitandosi a dire che «la comunità cristiana deve animare i settori prepolitici».

E i promotori dell’iniziativa (Acli, Cisl, Coldiretti, Compagnia delle Opere e altri), pur bocciando il governo Berlusconi – «ci vuole un governo più forte, questo non va bene per il Paese», ha detto Bonanni nelle conclusioni – si sono trovati concordi sul fatto che «le elezioni anticipate sarebbero la soluzione peggiore», anche perché in tal caso, non ci sarebbe il tempo per mettere a punto questo non identificato «soggetto cattolico».

Che però, lobby bianca o partito che sarà, seguendo la stella polare dei «valori non negoziabili», è abbastanza evidente dove approderà.