Il “Dio degli altri”

Tonino Cau
Comunità di Olbia

Il mondo delle diverse fedi religiose è in grande fermento (vedi Egitto e Siria, per fare due esempi attualissimi) e sta condizionando, da una parte, i processi di democratizzazione dei popoli “ribelli” della sponda mediterranea e mediorientale e, dall’altra, la pace nel mondo attraverso minoranze politico-religiose fondamentaliste e terroristiche.

E’ anche vero, però, che esistono istituzioni e movimenti di base, sempre nell’area delle diverse fedi religiose, che si incontrano per condividere la grande energia positiva che queste fedi hanno (un esempio: il 27 ottobre scorso è stata celebrata la X Giornata per il dialogo cristiano-islamico), si incontrano per rinforzare un cammino di relazioni positive, di macrointerventi concordati sul gravissimo problema delle povertà estreme nel mondo, tentando così di recidere le velenose radici dell’odio e degli estremismi feroci, per arrivare a una società vivibile e solidale che chiamiamo PACE.

Ciò detto, parto dall’esperienza della mia comunità (Olbia). Pur mettendo al centro del proprio cammino il Dio di Gesù di Nazaret, sentiamo il bisogno del “Dio degli altri” vissuto nella concretezza dei loro contesti. Questo “Dio degli altri” ce lo troviamo nella porta accanto, al mercato, a scuola, per strada. Per cui è avvenuto che negli incontri biblici e nelle eucaristie siano presenti, non come semplice contorno, persone, brani, preghiere, commenti di altre fedi religiose, superando il limite dell’ecumenismo.

E’ il frutto spontaneo dell’abbandono dei dogmatismi delle chiese cristiane, le quali, come portoni blindati, ci fanno vedere “l’unica” verità da un unico pertugio. Scopriamo che l’unica verità è plurale, si veste di un abito dai mille colori, tutti distinguibili nella loro diversità e tutti concorrenti all’unica bellezza della verità. Le diversità non contraddicono la verità, perchè esse abitano le tradizioni vitali di popoli cui Dio ha donato di abitare in mezzo a loro “diversamente”. Nessuno può arrogarsi il privilegio della primogenitura divina nè “fuori della mia chiesa non c’è salvezza”.

Pensare che Dio cammini con i popoli della terra e poi affermare che solo noi, con il “nostro” Dio, possiamo camminare al centro della strada e gli altri sui marciapiedi, è eresia (direbbe Enzo Mazzi). Perchè questa è ancora oggi la convinzione delle gerarchie delle grandi religioni planetarie soprattutto monoteistiche, che sgomitano “gentilmente” per stare al centro della carreggiata e concedere al popolo dei marciapiedi la benevolenza dell’unica verità e infallibilità.

Per questi motivi, presenti in bozzolo sin dall’inizio della nostra esperienza comunitaria e sviluppatisi prepotentemente col dono della presenza degli immigrati, dopo 18 anni questa comunità ha voluto ridefinirsi comunità cristiana “Per le strade del mondo”. Questo cammino interreligioso lo esprimiamo anche attraverso il nostro blog nelle maniere più diverse.

Ora noi pensiamo che questo cammino debba diventare un elemento fondamentale nella vita delle cdb, perchè “per le strade del mondo” non troviamo più solo la “classe operaia” degli anni ‘60/’70 quando le cdb sono nate, nè solo le chiese cristiane del continente europeo e sudamericano, ma un altro più variegato e complesso panorama.
E’ una grande sfida, che affidiamo anche a un rinnovato “CONFRONTI”.

Due cose, per finire:

1- Sono rimasto sorpreso nel constatare che anche sui nostri modesti mezzi d’informazione sia stata poco sottolineata la X Giornata del Dialogo Cristiano-Islamico del 27 ottobre scorso.

2- E se il prossimo Convegno o Seminario delle cdb fosse su questo tema? Lo considero un’emergenza, anche se alle emergenze non bisogna dare risposte affrettate.