Costituzione, Concilio e cittadinanza: cattolici democratici in rete di A.Bertani

Angelo Bertani
www.viandanti.org, 17 novembre 2011

Dopo vari incontri preparatori si tiene a Roma, alla Domus Pacis (19 e 20 novembre) un incontro di confronto e di progetto sotto il segno di tre parole: Costituzione, Concilio, Cittadinanza. La speranza è di avviare una rete di dialogo e di collegamento tra cattolici e democratici, a partire dal nucleo di quelli che si riconoscono appunto nel cattolicesimo democratico. Anche i cattolici sentono che qualcosa di intimo e profondo e vitale è a rischio.

“Un mondo nuovo si elabora”

In questi giorni mi sono riletto quello che scriveva Andrea Trebeschi, testimone del Vangelo e della libertà a Brescia durante il fascismo e la resistenza. Sono parole del 1943, due anni prima di morire nel campo di Gusen-Mauthausen: «Se il mondo fosse monopolio dei pessimisti», scriveva Trebeschi, «sarebbe da tempo sommerso da un nuovo diluvio; e se oggi la tragedia sembra inghiottirci, si deve alla malvagità di alcuni, ma soprattutto all’indifferenza della maggioranza.

Il simbolo di troppa gente non ebbe, fin qui, che due articoli: 1) “non vi è nulla da fare”; 2) “tutto ciò che si fa non serve a nulla”. Quel che importa è che ognuno, secondo le proprie possibilità e facoltà, contribuisca di persona alle molte iniziative di bene, spirituale, intellettuale e morale. Un mondo nuovo si elabora. Che sia migliore o ancor peggio, dipende da noi».

Il risveglio del mondo cattolico

Ecco, mi sembra che oggi il rischio più visibile sia quello dell’opportunismo; ma che non sia meno pericoloso e diffuso quello dello scoraggiamento, del pessimismo. Se non si vede la possibilità di far qualcosa di buono, se non si ha fiducia che qualcun altro (molti altri!) nutrano sentimenti positivi, se ci si limita a ripetere che siamo sull’orlo del baratro…

Non solo è in gioco il clima civile, ma anche quello economico, culturale, morale e religioso. Sia che parlino o che tacciano, che si muovano o stiano fermi anche i cattolici portano una responsabilità nella vita della polis; e ne hanno portate molte. Offrendo spesso una buona testimonianza, ma anche, soprattutto in tempi recenti scelte e comportamenti discutibili (forse per ingenuità, forse per cinismo). Anche per questo, di fronte al disastro, il mondo cattolico nel suo complesso ha dato segni di forte risveglio.

Il forum CEI: debolezze e difficoltà

Il 16 e 17 ottobre, tramite il “Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro”, la Cei ha riunito a Todi rappresentanti e leaders autorevoli del laicato per ascoltare le indicazioni del cardinale Bagnasco ed elaborare linee per una nuova presenza nella società e nella vita politica.

È emersa la buona volontà di voltare pagina rispetto alle tentazioni di collateralismo degli anni recenti ed è emerso l’impegno di “ritornare alla politica” per riabilitarla e renderla capace di rispondere alle attese dei cittadini.

Si è trattato di una manifestazione interessante e positiva, che tuttavia ha messo in luce anche le difficoltà e le debolezze della stessa comunità cattolica in Italia. A Todi hanno partecipato soprattutto le grandi organizzazioni, quelle che possono portare voti e strutture, ma non sempre hanno alle spalle una seria e libera elaborazione culturale.

Le caratteristiche delle associazioni partecipanti hanno fatto pensare che si volesse soprattutto raccogliere una potenziale, amplissima, platea di voti sui quali costruire nuove alleanze o addirittura un nuovo partito.

Una nuova disponibilità per la politica

Ma in area cattolica le iniziative per immaginare e costruire una presenza politica e culturale più incisiva si moltiplicano. Nei numerosi incontri di associazioni e gruppi cattolici (Fuci, Meic, Agire Politicamente, Rosa Bianca…) l’esigenza di “rianimare la politica” attraverso una iniezione di idee, persone, progetti credibili è molto presente.

La galassia dei periodici culturali e religiosi non è certo disinteressata dei valori etici e politici e in questi mesi si possono leggere molte cose interessanti e scorgere una nuova disponibilità all’impegno dei giovani cattolici nella “città dell’uomo”.

L’iniziativa della Rete Costituzione, Concilio, Cittadinanza, si colloca in questo spazio e certamente non è un nuovo partito né una nuova associazione, ma piuttosto l’apertura di un colloquio e di una collaborazione tra quelli che credono necessario offrire al Paese un contributo di idee, di speranze di azione personale e comunitaria.

Nel segno della tradizione cattolico-democratica

Promotori dell’incontro sono una ventina di associazioni e gruppi nazionali e locali (consultare il neonato sito www.c3dem.it) che si riconoscono nella tradizione del cattolicesimo democratico; e che da anni lavorano alla “base” per formare cittadine e cittadini consapevoli, fedeli ai principi della Costituzione e ai valori condivisi del Concilio Vaticano II.

“In una congiuntura della storia italiana così bassa e deludente, c’è un grande bisogno di unire le forze per far circolare aria fresca. Le idee elaborate con tanto impegno e intelligenza dalla tradizione cattolico-democratica costituiscono un patrimonio a cui si può ancora attingere per rendere significativa l’azione dei credenti nella storia. Alla luce di queste convinzioni – scrivono i promotori – abbiamo deciso, con autonoma responsabilità, di convocarci in assemblea”.

A me sembra che essi abbiano ben chiaro nella coscienza quello che scriveva Aldo Moro su Studium nel 1947: “La sorte della democrazia è nelle nostre mani: che essa si salvi non solo, ma si consolidi e si sviluppi, dipende da noi, dalla nostra fiducia, dalla nostra lungimiranza, dalla nostra fortezza, dal nostro spirito cristiano. Senza un impegno di tutti gli uomini, che resistano alla tentazione del timore per le prove alle quali essa espone, per le incognite che comporta, per i sacrifici che richiede, quella salvezza non è possibile”.