La Calabria a Scampia di D.Pizzuti

Domenico Pizzuti

Nel rinnovato Auditorium della VIII Municipalità di Scampia, nell’ambito della IV edizione del “Festival dei diritti umani”, nella giornata del 18 novembre, dedicata a “La Calabria che resiste e non tace”, ha avuto luogo un inedito gemellaggio tra due espressione vive di società civile, il Movimento “Reggio non tace” ed il Comitato di cittadini “Scampia felice”.

Scorrono le immagini della storia del movimento di resistenza civile reggino all’oppressione della ‘ndrangheta ed alle sue molteplici complicità, coperture e connivenze anche da parte di rappresentanti delle istituzioni, dal gravissimo attentato dinamitardo alla Procura Generale di Reggio Calabria del 3 gennaio 2010, per cui semplici cittadini si ritrovarono in piazza con l’intenzione di dire ad alta voce: Reggio non tace!

Ed ha dato luogo nel corso di quasi due anni a molteplici manifestazioni di sostegno alla Magistratura nel mirino delle cosche e ad incontri ed assemblee di cittadini per rompere il silenzio e l’omertà che avevano caratterizzato per troppo tempo la vita della città di Reggio.

Un altro documentario di registi calabresi “Un paganu – la tassa della paura”, ha messo in luce storie di imprenditori che non hanno ceduto per paura alle richieste della criminalità organizzata, ed hanno dato luogo ad “Associazioni antiracket” e di sensibilizzazione delle giovani generazioni.

Portavoce del movimento reggino, indossando la maglietta bianca del movimento “Reggio non tace”, è stato un sessantenne sanguigno gesuita di Reggio Calabria, P. Giovanni Ladiana, che non ha esitato ad uscire dalla chiesa con i fedeli la sera dell’attentato dinamitardo e ad animare questo movimento non violento ed apartitico di cittadini, perché il nemico che opprime ed uccide deve essere efficacemente contrastato e non si può opporre il silenzio omertoso.

Dal versante di Scampia, hanno avuto voce le iniziativa formative, sociali e lavorative, come quelle del “Centro Hurtado” animato da due gesuiti, dell’associazione di donne “Dream Team”, e soprattutto del Comitato di liberi cittadini, che hanno vita nel luglio 2010 al laboratorio politico “Scampia felice”, per significare l’impegno per una qualità di vita “felice”, una sorta di utopia che mobilita le energie ed esprime una cittadinanza attiva e responsabile.

Infatti dopo un percorso di workshop sui principali problemi del territorio, è stato stilato nel marzo 2011, in occasione delle elezioni amministrative, un Manifesto di idee e proposte che è stato illustrato in affollate assemblee di cittadini ai candidati sindaci per l’amministrazione comunale ed ai candidati alla Presidenza della Municipalità.

Affinità elettive di movimenti di cittadini in due grandi città del Mezzogiorno, che sono la base e l’humus di quella democrazia partecipativa che l’amministrazione comunale eletta intende realizzare nella prospettiva dei beni comuni o più precisamente espressioni di azione collettiva e di partecipazione democratica all’ammnistrazione della città che sconfigge indifferenza, apatia e poca fede nel cambiamento possibile

Una poesia di un membro del Comitato “Scampia felice”, che è stata letta, ne esprime il sogno:

Io sogno una città non più divisa.
Una città ricca di diversità, ma senza periferie.
Sogno, soprattutto, che le periferie
spariscano dalla testa degli uomini.
Sogno che la felicità di una donna, di un uomo,
di un giovane, di un bambino
non sia così difficile se gli è capitato di vivere in periferia.
Sogno una periferia che abbia parità di diritti, di servizi,
di attenzioni, di investimenti e di opportunità di crescita.
Sogno una periferia fatta di gente che sogna
e guarda al futuro con coraggio e speranza.
Io sogno di sognare insieme a voi
una Scampia felice.