La presenza ecclesiale nel governo Monti

Mario Pirani
www.repubblica.it

Il governo tecnico del professor Monti ha in sé una dimensione che più politica non potrebbe essere, una presenza cattolico-democratica, che segna, per certi aspetti, una novità assoluta, l’ emergere di una adesione ecclesiale diretta, rappresentata non tanto dal numero di ministri credenti ma dalla presenza di alcune personalità che trovano Oltretevere una fonte personale di legittimazione.

Due, tra gli altri, appaiono di maggiore spicco: il fondatore della Comunità di Sant’ Egidio, professor Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e l’ Integrazione,e il ministro dei Beni culturali, professor Lorenzo Ornaghi, rettore dell’ Università cattolica. Due posizioni collocabili in quell’ organigramma di un cattolicesimo democratico che sembra vorrebbe collegare e rappresentare le angosce di Paolo VI ai dilemmi che incombono su Benedetto XVI.

Dilemmi che nel secolo scorso parvero risolti attraverso due tappe di diversissimo segno e in una opposta condizione politica: i patti Lateransi nel 1929 e il trionfo della Dc nel 1948. Non è, quindi, casuale che il tema si ripresenti oggi non solo in rapporto ad un evento pubblico, il convegno di Todi, organizzato da associazioni e movimenti cattolici animati dall’ intenzione di rappresentare una svolta di fronte a una dialettica che aveva finito per restringersi al contrasto tra Segreteria di Stato e Conferenza episcopale, ma altresì in conseguenza di un altro fatto, non pubblico ma non per questo meno incisivo.

Intendo riferirmi alla decisione, presa individualmente e personalmente dal Papa, di liberare la Santa Sede da ogni relazione che potesse essere intesa come ambiguo appoggio al degrado berlusconiano. La notizia mi è stata data da un alto prelato di grande prestigio, molto introdotto in Vaticano, di cui non mi è consentito rivelare l’ identità.

Queste premesse mi hanno indotto a seguire con attenzione alcuni recenti documenti di parte cattolica fra cui il discorso di Andrea Riccardi ad un convegno sulla Dc, la Chiesa e il mondo cattolico (Roma, 19 novembre), tutto inteso a ripercorrere la strada per allargare l’ orizzonte del partito cattolico e non ridurlo solo alla lotta al comunismo, «preoccupazione centrale di Pio XII che lo leggeva come un nuovo islam conquistatore e sradicatore della religione» … contro il quale bisognava «recuperare le destre e legarle alla Dc in uno schieramento anticomunista che si giocasse sulla bipolarità».

Per contro, «la lotta al comunismo non era priorità assoluta per De Gasperi … per il quale la Dc non deve essere solo un partito cattolico, schiacciato nel bipolarismo comunismo-anticomunismo», capace per contro di inanellare invece «varie legittimazioni, cattolica, americana, dell’ economia, elettorale, dei lavoratori. Un partito degli italiani al centro del sistema, capace di mediare, unire, sintetizzare … La politica per la Dc deve fuggire la solitudine e la contrapposizione bipolare, anche se questa può dare successo per un momento».

Il discorso di Riccardi tocca molti altri punti, riannodando fino ad oggi il percorso politico del cattolicesimo democratico e merita di esser letto nella sua interezza e approfondito. È, comunque, di grande significato che in un governo di salvezza nazionale, accanto all’ impegno tecnico degli economisti, riaffiori un afflato politico che tanto ha contribuito alla storia d’ Italia nell’ ultimo secolo.

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E lo chiamano “governo tecnico”. Mini-guida al governo delle banche

Roberto Guaglianone – Attac Saronno
www.attac.it, 16 novembre 2011

Fino a 10 giorni fa in pochi sapevano chi fosse Mario Monti. Il governo da lui formato con la guida sapiente di Napolitano è composto per la maggior parte da persone ancor più sconosciute ai più: uomini e donne legati a doppio filo al mondo della finanza, degli affari, della guerra, membri di quel circolo economico-finanziario che è la faccia nascosta dell’attuazione delle politiche liberiste europee e nazionali che ha scatenato la crisi attuale. Ma che di certo non la subiscono come i milioni di lavoratrici e lavoratori europei stretti nella morsa della precarietà e della disoccupazione.

Il bocconiano di Goldman Sachs, che guida l’Italia atterrata (anche, come mezzo mondo) da Goldman Sachs, Mario Monti, collega di Mario Draghi (anche lui ex Goldman Sachs, sodale di Monti nella famigerata Trilateral), ha scelto bene – dal suo punto di vista – i “tecnici” che guideranno i ministeri italiani da oggi (a quando?). In poche righe e cercando di evitare duplicati di quanto si può trovare sulla stampa negli ultimi giorni, diamo un primo e provvisorio sguardo, dopo quello di Monti, ai loro curricula vitae, sempre dal punto di vista dei temi cari ad Attac.

1. Anna Maria Cancellieri, Ministra dell’Interno
Commissaria Straordinaria al Comune di Bologna, dove si distingue – tra l’altro – per la promulgazione di ben otto ordinanze di ordine pubblico. Dell’ultima di queste, contro la somministrazione di alcolici, parla così Raffaele Salinari, presidente di ONG:sul fronte dei diritti umani “La signora Cancellieri ha voluto chiudere la sua esperienza bolognese, caratterizzata per l’attacco al welfare e alla costruzione di un bilancio comunale punitivo nei confronti dei redditi più bassi, con un nuovo provvedimento proibizionista e che arriva all’indomani della decisione della Corte Costituzionale che ha deciso di azzerare l’intero sistema di ordinanze in materia di degrado urbano”.

2. Giulio Maria Terzi di Sant’Agata, Ministro degli Esteri
Sicuramente piace molto al presidente Napolitano, principale sostenitore della guerra NATO/ONU contro la Libia. Né scontenta, soprattutto, gli USA e – discontinuità con la storica politica italiana in Medio Oriente? – lo stato di Israele. Da Wikipedia: “Tra gli incarichi degli anni scorsi di particolare rilievo all’estero è stato quello di Ambasciatore d’Italia in Israele tra il 2002 e il 2004, un periodo caratterizzato dallo scoppio della seconda intifada, dal rafforzamento delle relazioni tra Unione europea e Israele durante la Presidenza Italiana dell’UE (luglio-dicembre 2003) e da un rinnovato impegno da parte delle autorità israeliane e palestinesi a sostegno della Road Map. Dal 20 agosto 2008 al 30 settembre 2009, l’Ambasciatore Terzi è stato Rappresentante Permanente d’Italia alle Nazioni Unite a New York dove ha guidato la delegazione italiana al Consiglio di Sicurezza durante l’ultimo periodo del biennio italiano come membro non permanente nel 2007-2008 concentrandosi in particolare su Afghanistan, questioni umanitarie e protezione dei civili nei conflitti”.

3. Antonio Catricalà, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
E’ indiscutibilmente il “Garante della Concorrenza”, autorità da sempre funzionale ai processi di liberalizzazione e privatizzazione che – dopo il decreto di Ferragosto e i suoi pesanti rafforzamenti al Senato di sabato scorso – provvederanno, alla faccia di referendum e salvaguardia dei beni comuni, al definitivo smantellamento del welfare state italiano e alla svendita dei servizi e beni pubblici. Da Varesenews.it: “è attualmente presidente dell’Autorità della Concorrenza. Il 18 novembre 2010 è stato designato quale nuovo Presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, carica alla quale ha rinunciato nove giorni dopo”.

4. Gianpaolo Di Paola, Ministro della Difesa
Come le banche sono alla Presidenza del Consiglio e (vedi sotto) allo Sviluppo Economico-Infrastutture-Trasporti, così la NATO presidia, in questo governo assai poco tecnico, tanto gli Esteri (vedi sopra) quanto la Difesa, affidata a chi, nell’Atlantica, ricopre il ruolo di Presidente del Comitato Militare.. Ancora Wikipedia: “Capo del reparto politica militare dello stato maggiore della difesa dal 1994 al 1998, nel 1998 viene scelto come capo di gabinetto del ministro, Carlo Scognamiglio, ed è poi confermato dal successore Sergio Mattarella. Nominato segretario generale della difesa il 26 marzo 2001, mantiene l’incarico fino al 10 marzo 2004, quando è promosso a capo di stato maggiore della difesa. Il 14 novembre 2007 il comitato militare della NATO (NAMILCOM), composto dai capi di stato maggiore dei ventisei Paesi dell’alleanza, lo ha eletto suo presidente, incarico effettivamente ricoperto dal 13 febbraio 2008”.

5. Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti
E’ l’ad di Intesa-San Paolo. Dobbiamo aggiungere altro? Sì. Ecco la sua visione dello sviluppo economico dell’Italia, raccontato nel 2008 a Maurizio Belpietro, allora a Panorama: “Non solo non stiamo investendo nei rigassificatori o nel nucleare, ma blocchiamo anche i termovalorizzatori. I termovalorizzatori vanno fatti. Basta con il falso ecologismo, smettiamola con i pregiudizi ideologici, con il luddismo antitecnologico, con la paura per tutto ciò che sa di scientifico. Ogni provincia dovrebbe avere impianti di smaltimento suoi propri. […] Ma è possibile impiegare decenni per fare un’autostrada o per completare la Tav o per rinnovare le reti idriche? E il problema dell’energia come pensiamo di risolverlo? Con la lotteria di Capodanno? Qualcuno pensava forse che i rifiuti di Napoli si sarebbero dissolti da soli?”

6. Paola Severino, Ministra della Giustizia
Penalista, insegna alla LUISS di Roma. Dal suo cv, in Wikipedia: “Nel corso della sua attività forense ha difeso Romano Prodi nel processo sulla vendita della Cirio, il legale della Fininvest Giovanni Acampora nel processo IMI-SIR, Francesco Gaetano Caltagirone nell’inchiesta di Perugia su Enimont, Cesare Geronzi per il crac della Cirio, l’ex segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni nell’indagine sui fondi per la gestione della tenuta di Castelporziano. Ha rappresentato l’Unione delle comunità ebraiche italiane nel processo al nazista Erich Priebke, e tra le società-colosso alle quali ha dato assistenza legale si annoverano Eni e Telecom”. Qualcuno si ricorda ancora che fine ha fatto la Cirio, a proposito delle privatizzazioni targate Prodi-Geronzi?

7. Elsa Fornero, Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali
Vice Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa San Paolo, è la signora Deaglio (moglie dell’economista Mario); di lei Wikipedia dice che “le sue ricerche scientifiche riguardano i sistemi previdenziali, pubblici e privati, le riforme previdenziali, l’invecchiamento della popolazione, le scelte di pensionamento, il risparmio delle famiglie e le assicurazioni sulla vita”. Ma in che termini? Ovviamente quelli dell’ingresso della rovinosa (per chi è stato ingannato) previdenza “complementare” privata: tre titoli di suoi “contributi scientifici”sono già eloquenti: 1) “Previdenza e assicurazione: nuove proposte per nuovi scenari”, in: Assicurazioni, gennaio-marzo 2004, pagine 16-21 (intervento in occasione del conferimento, ex aequo con Olivia Mitchell, del premio internazionale INA-Accademia dei Lincei per l’Economia e Finanza delle Assicurazioni private). 2) Contributo al volume “TFR, Pensioni, Fondi Pensione”, a cura di M. Baldassarri (supplemento al n. 23 del 31 maggio 2007 di Panorama Economy). 3) “Pensioni: la crisi finanziaria non cancella il bisogno, né le opportunità della previdenza integrativa”, Consumatori, Diritti e Mercato, n.2, 2009”.

8. Francesco Profumo, Ministro Ministro dell’Istruzione, Ricerca e Università
Un “barone” all’Università? Pare, ma non solo. Secondo Wikipedia, Profumo, rettore del Politecnico di Torino “è attualmente Presidente di Columbus, del Forum Torino e del Panel 09 del Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR) del MIUR. Già membro del Consiglio di Amministrazione di Reply (fornitore di servizi di comunicazione ai Ministeri della Difesa italiano e britannico, NdR), di FIDIA S.p.A. (fornitore, tra gli altri, di aziende del settore aerospaziale: Aerospatiale, AleniaAermacchi, Alsthom, Boeing, British Aerospace, Canadair, General Electric, Messier-Dowty, Pratt & Whitney, Stadco, Snecma, NdR). Unicredit Private Bank. il 12 aprile 2011 è stato nominato membro del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia. Svolge inoltre ruoli di Consigliere per Il Sole 24 Ore e di Pirelli. Il 13 agosto 2011 è stato nominato Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. A quest’ultimo proposito, vale la pena di citare un recentissimo articolo de Il Manifesto (14.11.2011), sulle ultime nomine della Gelmini al Cnr: “ricorda la combattiva associazione «articolo 33», il cui sito è un punto di riferimento per gli scienziati e le organizzazioni sindacali nel Cnr, non è però solo la nomina di un altro rettore dopo Francesco Profumo, che dirige sia l’ente che il Politecnico di Torino, ma anche l’esclusione di un rappresentante dei ricercatori. Ostaggio delle baronie, da ieri il Cnr è diventato l’unico ente europeo di ricerca a non essere diretto da nessun membro della comunità scientifica”.

9. Renato Balduzzi, Ministro della Sanità
Viene accolto così, il neo-ministro, dall’Associazione Luca Concioni: “In un Governo dove il Ministro della difesa è un ammiraglio, il Ministro degli interni un prefetto, il Ministro dell’economia un economista, e via dicendo, scopriamo dai curriculum in circolazione in queste ore che il neo Ministro della salute Renato Balduzzi non né un medico, né uno scienziato, né un ricercatore, ma un professore già Presidente del Movimento ecclesiale di impegno culturale e già animatore delle campagne per l’astensione in occasione del referendum del 2005 contro la legge 40 sulla fecondazione assistita. Ci auguriamo, sperando di aprire un dialogo con lui, che il nuovo Ministro della salute non sia referente di politiche clericali che hanno poco a che fare con la salute degli italiani. Auspichiamo che da subito dia un segnale in tal senso, bloccando le nuove linee guida della Legge 40.”. Lo fara?

10. Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente
Spicca, nel suo cv su Wikipedia, il ruolo di Direttore sanitario (1978-1990) del Servizio Pubblico di Igiene e medicina del Lavoro di Porto Marghera (Venezia) e quello di Membro del Consiglio di Amministrazione dell’ENEA dal 1993 al 1997 e Vice Commissario dal 2004 al 2007. Interessante, sul dirigente del Ministero promosso Ministro, quanto compare oggi sul sito “eco-compatibilista” Green Style: “Smentite quindi le recenti indiscrezioni che volevano accorpato il ministero per le politiche ambientali a quelli di Sviluppo Economico e Infrastrutture sotto la guida di Corrado Passera. Accolto l’appello del WWF dei giorni scorsi, che nelle ultime ore avevamo fatto nostro auspicando una personalità più adatta rispetto all’amministratore delegato di Banca Intesa”. Salvata, dunque, almeno la facciata. Tanto basta perché a Clini vadano “le nostre congratulazioni per il prestigioso incarico che gli è stato conferito. Ci aspettiamo che il suo impegno nel gabinetto Monti possa segnare una svolta positiva e un cambio di direzione nelle politiche italiane sull’ambiente a partire da quelle sui cambiamenti climatici che, fino ad oggi, sono state portate avanti secondo una linea di sostanziale freno rispetto agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni e di sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza”. Così Greenpeace, Legambiente e Wwf commentano la nomina di Corrado Clini alla guida del ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del mare”.

11. Mario Catania, Ministro dell’Agricoltura
Dal sito Ansa: “Con l’ingresso nel 1978 al ministero, quella di Catania è stata una carriera tutta interna al dicastero di via XX settembre, stretto collaboratore degli ultimi tre ministri delle Politiche Agricole. Nel settembre 1997 è stato nominato esperto presso la rappresentanza permanente a Bruxelles, nel 2008 è diventato direttore generale del ministero, nell’ottobre 2009 nominato nell’attuale incarico di capo del Dipartimento che cura le relazioni comunitarie ed i rapporti internazionali in sede bilaterale e multilaterale, compresi i lavori dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (OCSE) in raccordo con il Ministero degli affari esteri”.

12. Lorenzo Ornaghi, Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Nientemeno che Libero,it, che di Ruini se se intende, definisce il rettore niellino “l’ultimo dei ruiniani”: “Oltretevere possono dirsi soddisfatti. Se per Oltretevere intendiamo il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, che negli ultimi giorni ha condotto le trattative con i nuovi uomini forti d’Italia e ieri è stato il primo a benedire il nuovo esecutivo: «Una bella squadra alla quale auguro buon lavoro». Tagliato fuori dalla partita, invece, Angelo Bagnasco, presidente della Cei. Non è farina del suo sacco nemmeno la nomina di Ornaghi, ultimo dei ruiniani. Ornaghi l’ha voluto Monti in persona: non è riuscito a dargli il ministero promesso, quello dell’Istruzione, bensì l’incarico, politicamente assai più leggero, dei Beni Culturali. Ma al nuovo premier serviva un personaggio in grado di rappresentare con autorevolezza l’intero mondo cattolico, non solo l’area del cattolicesimo equo e solidale”.

13. Andrea Riccardi, Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione
A proposito di un altro cattolico, ancora Libero.it: “Se l’erano chiesto in tanti a cosa dovesse servire quel seminario di due giorni a porte chiuse iniziato a Todi il 16 ottobre nel convento di Montesanto. Organizzato dal Forum delle associazioni cattoliche, forte della sponsorizzazione laica del Corriere della Sera, aveva un argomento quanto mai vago («La Buona politica per il bene comune») ed era sembrato concludersi con un nulla di fatto. Nessun documento scritto, solo la richiesta a parole di un nuovo governo, avanzata dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. […] È ministro anche l’uomo che indirizzò il seminario di Todi contro il governo di Pdl e Lega: il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi (Cooperazione internazionale)”.

14. Piero Giarda: Ministro dei Rapporti con il Parlamento (senza portafoglio)
Ecco il “professionista dei governi tecnici”. Da Wikipedia: Ha ottenuto il suo primo incarico governativo nella XIII Legislatura nel corso della quale ha ricoperto ininterrottamente dal 1996 al 2001 la carica di sottosegretario dapprima al Ministero del Tesoro, e successivamente al Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica rispettivamente durante il primo Governo Prodi, e i successivi primo e secondo Governo d’Alema e nel secondo Governo Amato.

15. Piero Gnudi, Ministro dello Sport e del Turismo (senza portafoglio)
Ecco le sue referenze nazionali:,da Wikipedia: “Membro del direttivo di Confindustria, È stato presidente del consiglio di amministrazione dell’Enel dal maggio 2002 all’aprile 2011”. E le sue referenze internazionali (da Varesenews.it): è stato Consigliere di Amministrazione di Unicredit, è membro del Comitato Esecutivo e del Consiglio Generale dell’Aspen Istitute, del Comitato Direttivo del Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti”.Il suo curriculum di privatizzatore, invece, ce lo ricorda Il fatto quotidiano: “Dal 1994 era già entrato nel Cda dell’Iri, fu l’uomo della privatizzazioni quando arrivò Prodi, presidente ed amministratore delegato nel 1999 (D’Alema) e presidente del comitato dei liquidatori nel 2002 (Berlusconi 2).E’ stato presidente di Iri, Enel, le partecipazioni statali mascherate via via da private. E’nell’Aspen Institute, lobby internazionale, è o è stato in Unicredito italiano, Astaldi, Enichem, Stet, Merloni, Ferrè, Beghelli, Irce, Ferrero”.

16. Fabrizio Barca, Ministro della Coesione Territoriale (senza portafoglio)
Talis pater…? “Fabrizio Barca è dirigente generale e consigliere Ministeriale presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze. E’ stato dirigente nel Servizio Studi della Banca d’Italia, Capo del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione e Presidente del Comitato politiche territoriali dell’OCSE. Fabrizio Barca è figlio di Luciano Barca, economista, ex partigiano e deputato e senatore della Repubblica italiana iscritto al Partito Comunista Italiano, nonché direttore dell’Unità. Sì è laureato in economia presso la Facoltà di Scienze Statistiche e Demografiche dell’Università di Roma. In seguito ha conseguito un Master in Economics presso l’Università di Cambridge.

17. Enzo Moavero Milanesi, Ministro agli Affari Europei (senza portafoglio)
In lizza fino all’ultimo con Catricalà alla successione di Gianni Letta – evidentemente il requisito per quel ruolo era intendersi di concorrenza – è definito (Varesenews.it) “il braccio destro di Mario Monti. Già capogabinetto dei commissario europei Filippo Maria Pandolfi e dello stesso Mario Monti a Bruxelles e consigliere a Palazzo Chigi di Amato e Ciampi nel ’ 92-’ 93, Moavero è un esperto di mercato e concorrenza e grand commis di carriera della Commissione Ue” Wikipedia ci ricorda una dellae sue pubblicazioni: “Diritto della concorrenza dell’Unione Europe, Napoli, Editoriale Scientifica, 2004”.