Laicità vo cercando di M.Vigli

Marcello Vigli
www.italialaica.it

01.12.2011 – La comunicazione dei nomi dei nuovi sottosegretari del governo Monti ha dissipato la soddisfazione espressa da più parti per lo scampato scandalo della nomina di Lorenzo Ornaghi, Rettore dall’Università cattolica del Sacro Cuore, a Ministro della PI.

Nella gestione della scuola statale è stata coinvolta, come sottosegretario allo stesso ministero, Elena Ugolini, preside del Liceo privato paritario Malpighi di Bologna.

L’Associazione Per la Scuola della Repubblica ha denunciato che si è creato un enorme conflitto di interessi. Il ministero della Pubblica Istruzione, come è noto, ha tra gli altri il compito di vigilare sul funzionamento delle scuole paritarie private. Come è possibile allora che a sovrintendere a questo compito sia chiamata, nel ruolo di Sottosegretaria, una dirigente di una delle scuole da controllare?

Per di più questa nomina di un esponente della scuola privata al governo dell’istruzione pubblica, che non si era mai visto in tutta la storia repubblicana, rappresenta un duro colpo inferto alla laicità delle istituzioni.

Eppure contro di essa non tutte le Associazioni democratiche della scuola, né tanto meno le forze politiche, si sono mobilitate pur essendo la scuola fra le pubbliche istituzioni quella in cui più delle altre dovrebbe regnare la cultura della laicità.

C’è da augurarsi che facciano sentire la loro voce le Associazioni impegnate a difendere e diffondere tale cultura, molte delle quali si sono ritrovate ad Udine il 19 novembre per la Giornata nazionale sul testamento biologico. Il successo di questa manifestazione sta ad indicare che proprio la mobilitazione su obiettivi concreti favorisce l’azione comune di gruppi e associazioni di diversa matrice culturale e che anche della e sulla laicità hanno, forse, concezioni diverse.

Laicità non è infatti una ideologia totalizzante né si identifica con un determinato orientamento culturale.

Lo ha dimostrato l’esperienza ormai pluriennale delle Consulte per la laicità delle Istituzioni, ormai presenti in molte città italiane. Raccolgono e collegano associazioni e gruppi senza pretendere che condividano una uguale visione del mondo e comuni obiettivi politici nel definire l’organizzazione della società. È sufficiente che siano impegnati a battersi insieme contro chiunque intenda imporre particolari visioni confessionali o ideologiche, impedendo che le istituzioni democratiche abbiano altri principi ispiratori se non quelli posti a base della Costituzione repubblicana.

Ciascuno di essi mantiene la piena autonomia nel perseguire gli obiettivi particolari funzionali alle finalità specifiche che si è date, e contribuisce con sue proposte a determinare l’azione delle Consulte stesse.

Pienamente libere di aderire ad altre reti o collegamenti le associazioni presenti nelle Consulte marciano divise per colpire insieme, come recita una regola militare d’altri tempi.

In questa prospettiva la Consulta romana si riunisce in assemblea sabato 1 dicembre in un momento particolarmente difficile per la grave crisi che attraversa il Paese.

È difficile anche per la gerarchia ecclesiastica cattolica che ha sostenuto il governo Berlusconi direttamente con il suo interventismo e indirettamente delegittimando i cattolici che gli si opponevano veramente.

Nel tentativo di sganciarsi da tale situazione il cardinale Bagnasco ha dovuto convocare a Todi esponenti del mondo cattolico meno compromesso con il Cavaliere, tre dei quali sono stati coinvolti nel governo di transizione con la tempestiva benedizione del cardinale Bertone.

Tutti si rendono conto che il quadro sta cambiando, anche se nel centro sinistra, particolarmente nel partito democratico, c’è chi continua a non prenderne atto.

Non solo Comunione e Liberazione e Opus dei sono escluse, almeno formalmente, dall’operazione perché troppo compromesse, ma in alternativa all’incontro di Todi si sono riuniti a Roma cattolici che si riconoscono nella tradizione del cattolicesimo democratico per rilanciare l’impegno di «ritornare alla politica» dando vita ad una Rete di collegamento come strumento operativo. Ad aumentare la diversità restano in campo i cattolici che si sono coinvolti e confusi con il popolo dei referendum: il popolo dell’acqua è tornato in piazza incurante del cambio della guardia a palazzo Chigi

In questo nuovo quadro l’iniziativa laica può trovare un nuovo campo d’azione incalzando queste forze non allineate a prendere atto che la sconfitta definitiva del berlusconismo passa attraverso il ridimensionamento del potere d’interdizione della gerarchia cattolica, consacrata soggetto politico dal Nuovo concordato craxiano. La democrazia non sopporta altra sovranità che quella del popolo e una società fondata sull’uguaglianza dei diritti non sopporta che alcuni di essi siano negati in nome di valori che una parte, pur se numerosa, di cittadini ritiene irrinunciabili.