Maria di B.Manni

Beppe Manni
Cdb Villaggio Artigiano – Modena

Cara amica e amico,

contemplando la serena semplicità del presepe la mezzanotte di Natale, mi sono venuti in mente strani e disordinati pensieri.

Nel Vangelo di Luca la figura centrale del racconto della natività, non è tanto il bambinello, ma Maria la un’umile ragazza di Nazareth. Secondo la narrazione lucana, quando Dio decide di entrare tra gli uomini, nella storia, la sua promessa si fa carne attraverso una parola detta da una donna.

E’ un semplice “sì” libero e consapevole detto da Maria, una donna del popolo, una laica, lontana dal tempio e dagli altari
Il Verbo fatto carne, viene così ad abitare in un piccolo infante, in una capanna spoglia, semplici pastori vanno da lui e dai suoi genitori: si parlano, si scambiano sorrisi e doni.

Questa notte nella solenne messa di natale la parola per far entrare Dio tra gli uomini radunati in una splendida cattedrale, l’ha potuto recitare solo un uomo, celibe, sacerdote, in un tempio. Quella parola, secondo la teologia cattolica, trasforma un pezzo di pane nel corpo di Gesù.

Alla donna che per prima ha fatto la “transustanziazione” (ha permesso cioè alla divinità di farsi uomo), non solo non è permesso dire messa, ma nemmeno parlare in pubblico in una chiesa.

Il prodotto delle moderne “natività” e’ un ostia che il cristiano è sempre più invitato ad adorare e contemplare in silenzio. Il “Santissimo è tenuto gelosamente sottochiave a disposizione del clero.

Il mistero, la novità racchiusa in un bambino che dona pace, gioia e giustizia agli gli uomini, rischia di diventare un idolo, che, come dice il salmo 115, non ha bocca, non ha orecchi e non ha occhi: e’ d’oro e d’argento, ma non ha cuore e spirito.

A tutti è dato di far entrare Dio nella sua storia attraverso un sì detto ai piccoli che gli stanno intorno.

Buon natale 2011