Rompere il muro del silenzio

Anna Lami
www.megachipdue.info

È stata un successo. La manifestazione “Occupyamo Piazza Affari” è stata un successo. Un successo “insperato” anche per i principali organizzatori all’interno del Comitato No Debito e per questo ancora più significativo. Oltre trentamila persone provenienti da tutta Italia si sono ritrovate insieme per gridare “NOI IL DEBITO NON LO PAGHIAMO”, per opporsi alle politiche del governo Monti ordinate dai tagliagole della BCE e dal grande capitale finanziario. È un primo segnale importante. Indica che la misura è ormai colma. Quanti sarebbero stati in piazza oggi se in questo paese ci fosse un’informazione pubblica degna di questo nome? Centomila? Di più? È allora importante più che mai tenere alta l’attenzione, comunicare, mobilitarsi nei territori, parlare coi cittadini. Pensare nuove forme di aggregazione e di lotta comuni. Dare voce all’alternativa. Agire. L’articolo di Anna Lami raccoglie alcune testimonianze della giornata e dimostra che molto è già stato fatto e si sta facendo. È soltanto l’inizio, non sono questi i tempi per abbassare la guardia.

Una risposta importante quella che oggi decine di migliaia di persone hanno dato all’appello “Occupyamo Piazza Affari” promosso dal Comitato No debito: un successo per la prima grande manifestazione dell’anno chiaramente contro il governo “tecnico” e non semplicemente contro qualcuno tra i suoi provvedimenti. Si può quindi tranquillamente sostenere che il sodalizio capitanato dal bocconiano professor Mario Monti viene riconosciuto da strati sempre più ampi di popolazione come governo della Bce, come espressione diretta della stessa dittatura transnazionale neoliberista che ha affamato la Grecia preoccupandosi esclusivamente di proteggere il suo dio mercato.

Il Presidente della Repubblica Napolitano, a causa del suo palese sostegno al governo dei banchieri, è fatto bersaglio di diversi striscioni e degli slogan più accesi dei manifestanti.

In testa al corteo risaltano le bandiere con il treno crociato dei tanti No Tav. Alberto Perino, molto applaudito, sostiene che questo sia il peggior governo che la Repubblica italiana abbia avuto, non esitando a definirlo un esecutivo golpista appoggiato da un Presidente che se si diceva di sinistra è semplicemente “sinistro”. Nicoletta Dosio, combattiva leader del più vissuto e consolidato movimento territoriale italiano, afferma che “la politica trasportistica ed ambientale del governo Monti è l’altra faccia della sua politica anti operaia, una politica che in sintesi sta con il capitale contro le persone. Siamo qui per dire no al governo delle banche e no all’Europa delle banche. La situazione in Val Susa parla di una lotta continua perché la nostra resistenza dura da trentadue anni e andrà avanti fino alla fine. Nonostante la repressione sia sempre più grande ed il territorio completamente militarizzato, difenderemo sempre non solo i nostri diritti ma il diritto di tutti a vivere decentemente.”

Sembra piuttosto soddisfatto Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale Fiom ed esponente del Comitato No Debito: ”l’affluenza è stata superiore alle previsioni. Stiamo costruendo un grande e trasversale movimento di opposizione mirato a far cadere il governo Monti perciò Occupyamo Piazza Affari non è che l’inizio. Vogliamo collegarci a tutti i movimenti che ci sono in Europa e che stanno crescendo, perché in tutta Europa in sostanza c’è lo stesso governo: fanno le stesse cose, si tratta di un programma unico passato a fax. Come abbiamo visto dopo la Grecia anche la Spagna si è fermata mentre poche settimane fa lo ha fatto il Portogallo. Ora vogliamo che si costruisca anche in Italia un vero sciopero generale.”

Incontriamo i rappresentanti dei ferrovieri, delle Rsu del personale di bordo di Bologna centrale e dello Slai Cobas: “siamo in piazza con il comitato No debito perché non devono essere i lavoratori a pagare i costi della crisi di questo modello economico. Noi non possiamo lavorare sui treni fino ai 67 anni, come pretende Monti, quando abbiamo una aspettativa di vita attorno ai 64 anni. Il servizio è sempre peggiore, il prezzo dei biglietti sempre più alto mentre noi abbiamo uno stipendio ogni mese inferiore. In questo modo non riusciamo più ad andare avanti, e non ci sono segnali di cambiamento all’orizzonte. Anche la nuova compagnia di Montezemolo testimonia lo sfacelo. Vogliono attuare un sistema concorrenziale a Trenitalia solo su determinati livelli. Il Nuovo Trasporto Viaggiatori s.p.a. fa riferimento ad un trasporto d’élite quale l’alta velocità, cioè un settore minimo del trasporto nazionale ferroviario mentre viene lasciato morire il trasporto pubblico regionale e quello di lunga percorrenza.”

Per Giulietto Chiesa, fondatore e Presidente del Laboratorio Politico Alternativa, “questa manifestazione può essere un punto di svolta. Stiamo vivendo una crisi di cui sessanta milioni di italiani non sanno praticamente nulla, perché c’è il tappo dell’informazione che impedisce al grande pubblico di sapere e di avere della questione del “debito” interpretazioni accettabili. Ecco, con questa prima grande manifestazione ci proponiamo di rompere il muro del silenzio, infatti se siamo venuti in un numero sufficiente da costringere alcuni media a parlarne è già un successo. Non penso che da qui possiamo rovesciare i rapporti di forze esistenti, ma potrebbe essere un ottimo segnale. Il Comitato No debito deve innanzitutto diventare una organizzazione presente sui territori. Questo movimento infatti può crescere e divenire molto forte, perché nei prossimi mesi vivremo una drammatizzazione acuta della tensione sociale. Stiamo andando verso una situazione molto grave, molto simile a quella greca. Milioni di famiglie non avranno più mezzi, viene colpita anche l’abitazione di cui il 70% degli italiani sono ancora proprietari. Sottolineo inoltre che a pagare questa crisi sono innanzitutto i lavoratori precari e gli studenti, ma anche il ceto medio: per questo la lotta di classe non è più solo della classe operaia, oggi la lotta deve essere stratificata. Questo è un attacco interclassista. Una classe sola, i ricchi, hanno il mano il potere e le leggi che usano per attaccare il 99% della popolazione, e se non siamo il 99 saremo l’85%, restiamo comunque la stragrande maggioranza. Poiché siamo di fronte ad una soggettività nuova che non è più solo quella operaia, abbiamo un nuovo compito politico.”