Seminario : si scrive acqua, si legge democrazia!

www.acquabenecomune.org

FAME – Marsiglia 16 marzo 2012
Paesi partecipanti-proponenti ( Italia, Marocco, Francia, Grecia, Spagna, Germania, Colombia )

Il seminario ( insieme a quelli sui diritti all’acqua ) è stato uno dei migliori a cui abbia mai partecipato nei Fori precedenti ( e non solo di quelli dell’acqua) per varie ragioni:

a-la capacità di aver compreso all’interno del tema non solo la questione della pura e semplice lotta alla privatizzazione delle reti idriche ma anche di quella legata alla commercializzazione di tutta l’acqua ( dai fiumi, alle sorgenti, da quella del rubinetto alla pioggia, etc ) .

b-la ricerca della connessione del tema non solo con quello ambientale o climatico ma anche con quello della lotta sociale in un momento di crisi ( vedi interventi del sindacalista del settore idrico della Grecia e della compagna spagnola sulla connessione con il movimento degli indignados )

c-la varietà geografica sociale, metodologica e politica dei casi affrontati e dei relatori.

d- l’essere andati oltre il solo elencare i problemi di ognuno, caratteristica negativa di molti seminari finora che avevano portato ad una disaffezione nella stessa partecipazione di molti.

e- l’aver preparato il seminario prima tra i relatori in modo da poter parlare ed ascoltare interventi che, oltre ad una piccola introduzione sul tipo di privatizzazione avviata nei rispettivi Paesi, si concentrasse soprattutto sulle narrazioni delle lotte, sui metodi e forme, sui progressi derivanti da queste ma anche sulla incapacità delle democrazie attuali ad essere pienamente attuate ( vedi Italia e Colombia ) dopo una forte battaglia dal basso.

f-un ambiente che ha permesso la partecipazione piena delle persone che assistevano non solo a livello tecnico-politico ma anche di tipo relazionale-organizzativo.

g-oltre alla semplice redazione di un report,che uscirà a breve, la elaborazione comune di una sintesi delle idee nuove e delle proposte emerse che abbiamo poi letto nella assemblea generale di chiusura su futuro del movimento.

h-la nascita di un tavolo di approfondimento e di lavoro dei partecipanti che continuerà nel tempo evitando quei vuoti di comunicazione e di tempi che ha caratterizzato l’impegno comune di realtori e di partecipanti tra foro e foro.

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Sintesi (condivisa dai relatori del seminario) delle idee e del proposte (presentate alla Assemblea sul futuro del movimento)

1-La gestione pubblica dell’acqua è necessaria ma non sufficiente. Bisogna sviluppare meccanismi di organizzazione e di gestione democratica con controllo cittadino.

2-Il capitalismo non solo sta distruggendo il pianeta, sta anche colonizzando il nostro immaginario. Dobbiamo rompere gli schemi, uscire da questa concezione e sviluppare un’altra logica per i beni comuni.

3-L’acqua è così importante che non possiamo lasciarla nelle mani di chi ci governa. In ogni luogo del nostro pianeta tutte le nostre mobilitazioni popolari contro la privatizzazione hanno dimostrato che noi popoli abbiamo la legittimità di operare per il cambiamento della società.

Per farlo dobbiamo organizzarci sempre di più ma attraverso le nostre forme di organizzazione orizzontali e rispettando i nostri tempi.

4-I popoli lottano per dare una alternativa in quanto soggetti e per questa ragione la disobbedienza è necessaria e legittima come allo stesso modo è necessaria e legittima la obbedienza verso le decisioni prese dai popoli.

5-Il deficit di democrazia reale a cui assistiamo nei nostri territori non ci lasciano avanzare. Per questo non dobbiamo farci escludere e rinchiudere da chi pretende di renderci illegali. Noi siamo pienamente legittimi e legali. Per conquistare i nostri diritti noi come movimenti sociali dobbiamo occupare tutti gli spazi sociali, legali, politici e semantici. Non siamo oggetti, accumulatori di forze a favore di altri che poi ci utilizzano per carriere politiche e di potere fuori delle nostre dinamiche sociali.

6- Non siamo contro la politica e gli spazi di democrazia che ci sono: sappiamo che sono stati conquistati dalle lotte del passato. Allo stesso tempo, però, noi ci scontriamo contro politiche errate ed inefficaci e contro la mancanza di spazi partecipativi e di controllo cittadino. E’ un nostro diritto inalienabile quello di cercare le nostre traiettorie e di dare sbocco politico alle nostre rivendicazioni.

7-Non basta costruire piattaforme e reti sempre più amplie. Esse saranno più autentiche e durevoli se nel processo di costruzione mettiamo insieme le esperienze di lotta, le forme di organizzazione i nostri simboli. La bandiera azzurra italiana, la brocca madrilena, il pescecane tedesco non sono solo propaganda e forme di comunicazione. Sono simboli di connessione e di costruzione di nuove identità e coscienze popolari. “ Siamo qui, siamo soggetti politico-sociali, possiamo cambiare le nostre vite ed i nostri territori”.

8- “ Si scrive acqua, si legge democrazia! “ non è solo un efficacie slogan o un concetto politico chiaro, è un senso comune che ci ha fatto superare la fase della condivisione dei problemi per mettere insieme idee generali e proposte concrete nel quadro delle lotte per una maggiore democrazia dei beni comuni e per la loro gestione pubblica, sociale e partecipativa.