Liberazione nuova cosmologia di L.Boff

Leonardo Boff, Teologo/Filosofo
Ricevuto dall’autore e tradotto da Romano Baraglia

Tempo fa, il Museo Americano di Storia Naturale organizzò una consulta tra biologi domandando se loro credessero che stavamo nel mezzo di un’estinzione di massa. Il 75% risposero di sì. Al famoso cosmologo Brian Swimme, autore insieme a Thomas Berry di una delle più brillanti narrazioni della storia dell’universo (The Universe story, 1992) fu domandato che cosa potremmo fare. Rispose: «Da molto tempo l’universo fa la sua parte, per contenere il disastro; ma noi dobbiamo fare la nostra. E la faremo suscitando una nuova coscienza cosmologica, cioè se aggiustiamo la nostra condotta alla logica dell’universo. Ma non lo stiamo facendo quanto basta».

Cosa significa questa risposta? Essa accenna a una nuova coscienza che assuma la responsabilità collettiva nella protezione della nostra Casa Comune e nella salvaguardia della nostra civilizzazione. E aggiustare le nostre condotte alla logica dell’universo significa rispondere agli appelli che ci vengono dal cosiddetto “principio cosmogenico”. È questo che struttura l’espansione e l’autocreazione dell’universo con tutti i suoi esseri inerti e viventi. Esso si presenta con tre caratteristiche:

1) differenziazione/complessificazine ;
2) soggettività/interiorizzazione;
3) interdipendenza/comunione.

In parole più semplici: quanto più l’universo si espande, più diventa complesso; quanto più diventa complesso, tanto più guadagna in interiorizzazione e soggettività (ogni essere ha un suo proprio modo di relazionarsi e di fare la sua storia) e quanto più guadagna in interiorizzazione e soggettività più tutti gli esseri entrano in comunione tra di loro e rafforzano della loro interdipendenza nel quadro di una appartenenza al grande Tutto. Commentano Berry e Swimme: «Se non ci fosse stata complessità (differenziazione), l’universo si sarebbe fuso in una massa omogenea; se non ci fosse stata soggettività, l’universo sarebbe diventato una estensione inerte e morta; se non ci fosse stata comunione, l’universo si sarebbe trasformato in un numero di eventi isolati».

Noi teologi della liberazione, in quarant’anni di riflessione, abbiamo tentato di esplorare le dimensioni economiche, sociali, antropologiche e spirituali della liberazione come risposta alle oppressioni specifiche. Nel contesto della crisi ecologica generalizzata, stiamo tentando di incorporare questa visione cosmologica. Questa ci ha obbligati a rompere il paradigma convenzionale con il quale organizzavamo le nostre riflessioni, legate ancora alla cosmologia meccanicistica e statica. La nuova cosmologia vede in modo differente l’universo, come un processo smisurato di evoluzione/espansione/creazione, che coinvolgono tutto quello che avviene al loro interno, anche la coscienza e società.

In termini di principio cosmologico la liberazione personale significa: liberarsi dai lacci per sentirsi in comunione con tutti gli esseri e con l’universo, fenomeno che i buddisti chiamano «illuminazione» (Satori), un’esperienza di non dualità e che San Francesco ha vissuto nel senso di una fratellanza aperta con tutti gli esseri. In termini sociali, la liberazione, alla luce del principio cosmogenico è: la creazione di una società senza oppressioni dove le diversità sono valorizzate e incoraggiate (di genere, di culture e cammini spirituali). Ciò implica di lasciare indietro la monocultura del pensiero unico nella politica, nell’economia della teologia ufficiale. Questo il principale fattore di oppressione e di omogeneizzazione.

La liberazione richiede pure un approfondimento di interiorità. Questa già non rimane soddisfatta con il mero consumo di beni materiali; chiede valori legati alla creatività, alle arti, alla meditazione e alla comunione con la Madre Terra e con l’ Universo. La liberazione risulta dallo sforzo della “matrice relazionale” specialmente con quelli che soffrono ingiustizie e sono esclusi. Questa matrice ci fa sentire membri della comunità di vita e figli e figlie della Madre Terra che attraverso di noi sente, ama, si prende cura e si preoccupa del futuro comune.

Infine, la liberazione nella prospettiva cosmogenica richiede una nuova coscienza di interdipendenza e di responsabilità universale: siamo chiamati a reinventare la nostra specie come abbiamo fatto nel passato nelle varie crisi attraverso le quali l’umanità è passata. Adesso essa è urgente perché abbiamo poco tempo e dobbiamo stare all’altezza delle sfide dell’attuale crisi della Terra.