Spagna, la riforma sanitaria che esclude gli immigrati

Stella Spinelli
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La situazione del sistema sanitario spagnolo è talmente grave da giustificare un decreto legge che agisca con urgenza. È questa la premessa del Regio Decreto 16 aprile 2012 contenente le misure per garantire la sostenibilità del Sistema Nazionale di Salute e migliorare la qualità e la sicurezza delle sue prestazioni emesso dal Boe di oggi con quattro giorni di ritardo. Un provvedimento che testimonia come il Governo stia accelerando il passo sulle riforme, senza aspettare, in questo caso, che agli stranieri scada la carta sanitaria per rendere più tosti i requisiti. E infatti, prima del 31 agosto, chi non ha la cittadinanza spagnola dovrà dimostrare di rientrare nella categoria degli “assicurati” per potere restare nel paese, il che equivale a dire che deve avere tutti i i documenti in regola, pena la cancellazione di quasi ogni diritto alla salute. E i documenti richiesti per ottenere il permesso aumenteranno, anche per i cittadini europei.

Per tutti i cittadini spagnoli e gli stranieri in regola verranno fissati criteri comuni per ottenere i contributi – basati sul reddito – per pagare certe prestazioni estranee alla carta basilare e viene abilitato una sistema di prezzi fissi stabiliti dal ministero per obbligare a un abbassamento dei costi delle visite.

Il decreto concretizza il principio della legge di salute pubblica dello scorso anno che stabiliva l’assicurazione universale per tutti gli spagnoli, ma lega questo principio a quello di Sicurezza Sociale, visto che questa copertura sanitaria sarà garantita solo agli assicurati o a coloro che ostentano le condizioni di assicurato. Fra questi rientrano chi ha un lavoro o percepisce una pensione, chi è titolare di qualche sussidio, chi ha esaurito l’indennità di disoccupazione senza avere prospettive lavorative, chi è coniuge o figlio sotto i 26 anni di un assicurato o chi ha un reddito minimo. Resteranno, invece, fuori coloro che vivono di rendita. Non è invece chiaro cosa accadrà a un giovane di più di 26 che ancora studia, anche se potrà sempre essere catalogato fra le persone senza risorse.

Gli stranieri “non registrati, né autorizzati come residenti” riceveranno solo le cure d’urgenza e l’assistenza alla gravidanza, al parto e al postparto, mentre i minorenni verranno trattati come gli spagnoli.

I cittadini di altri stati europei e dei paesi facenti parte dell’Accordo sullo spazio economico europeo, per ottenere la residenza e restare dunque più di tre mesi dovranno dimostrare di studiare, lavorare o avere un’assicurazione medica che copra tutti i rischi in Spagna e, oltretutto, dovranno avere per sé e per tutti i membri della loro famiglia, risorse economiche sufficienti per non convertirsi in un carico per l’assistenza sociale spagnola. Condizione questa che prima non esisteva e che taglia le gambe a molta gente.

Tutto questo significa, infatti, che in due anni, 150mila immigrati resteranno senza copertura sanitaria.