Celebrazione eucaristica

A cura della Comunità Cristiana di Base “La porta” con il contributo delle realtà di base veronesi

 

 

 

Canto d’ inzio: Eppure soffia  (Pierangelo Bertoli)

 

 

Accoglienza e Riconciliazione :

Sorelle e fratelli, con la crisi economica e l’aumento delle disuguaglianze sociali anche nel nostro Paese si generano problemi e conflitti vecchi e nuovi. A essere minacciati sono soprattutto i soggetti più fragili, a forte rischio di esclusione, la cui tutela della salute e della qualità di vita viene sempre meno garantita. Viviamo giorni difficili per le relazioni tra le persone, tra i popoli, tra governanti e governati/e, tra potenti e deboli, tra uomini e donne e il resto del creato. Abbiamo riflettuto su quanto siano sempre più necessari processi di liberazione e partecipazione nella società e nella Chiesa. Abbiamo bisogno di fermarci ogni tanto, come oggi, ad osservare e a riflettere sull’esperienza di Gesù, sul suo modo di stare nelle relazioni. Gesù è stato costantemente attento a “mettere al centro” le persone concrete che incontrava, con le loro difficoltà e insicurezze, con i loro desideri e le loro potenzialità positive, riuscendo ad operare trasformazioni e cambiamenti che sembravano impossibili. Prepariamo il nostro cuore a questo incontro con l’ascolto ed il perdono.

 

 

Dalla preghiera di un carcerato

 

Oggi decido di pregare per gli altri.

Ma come posso comunicare loro

il dono della pace e dell’amore

se il mio cuore ancora non sa amare

e a me stesso manca la pace della mente?

 

Così inizio dal mio cuore:

presento al Signore

ogni senso di risentimento, rabbia,

amarezza…

che ancora vi si annida

chiedendogli che la sua grazia

lo faccia cedere all’amore un giorno,

se non proprio adesso.

 

Poi cerco la pace

elenco le preoccupazioni che disturbano

la mia pace di mente…

e immagino di affidarmi alle mani di Dio

nella speranza che ciò mi procuri

una tregua dall’ansia,

almeno durante questo periodo di preghiera.

 

Poi  cerco la profondità che s’accompagna

al silenzio,

perché la preghiera che scaturisce dalla quiete

è potente ed efficace.

Così ascolto i suoni attorno a me…

e prendo coscienza dei sentimenti

e delle sensazioni del mio corpo…

o di come inspiro ed  espiro..

 

(Dalla associazione  “LA FRATERNITA'” che opera nel Carcere di Verona)

 

 

Dopo questa preghiera, così personale, chiediamo alle sorelle e ai fratelli altri contributi di perdono e riconciliazione.  Ripeteremo insieme : Vieni, Signore della festa e del perdono

 

RICONCILIAZIONE

 

Vieni, Signore della festa e del perdono

 

E’ per la Tua misericordia, Signore, che noi cantiamo

La Tua storia è la nostra storia

Il Tuo amore e la Tua fedeltà è per sempre

Vieni, Signore della festa e del perdono

 

Dio dai mille volti,

donaci il Tuo Spirito di pace e di tenerezza

Fa’ di noi cercatori instancabili della Tua luce

Donaci un cuore nuovo e uno spirito nuovo

Vieni, Signore della festa e del perdono

 

La nostra preghiera si chiama gratitudine

Il Tuo perdono è balsamo sulle nostre ferite

La Tua misericordia è per noi cura e guarigione

Insegna anche a noi a perdonare

Vieni, Signore della festa e del perdono

 

Tu ci hai fatto dono di una comunità, terra delle relazioni

dove rendere testimonianza della speranza che è in noi

Vieni, Signore della festa e del perdono

 

Tu ci hai fatto dono dell’universo, terra senza confini

Perché foreste e oceani cantino con le genti

le tue meraviglie

Vieni, Signore della festa e del perdono

 

Che la Tua Chiesa sia la terra che non conosce esclusione

Terra promessa per ogni esule e per ogni pellegrino/a

Vieni, Signore della festa e del perdono

 

Che il Tuo perdono apra i nostri occhi, i nostri orecchi

Risvegli i nostri sensi, per vedere e denunciare l’ingiustizia

Vieni, Signore della festa e del perdono

 

Dalla riconciliazione nascano economie e politiche di pace

La via della non violenza

sia la nostra risposta all’ odio e alla guerra

Vieni, Signore della festa e del perdono

 

Tu che fasci le nostre ferite

e come una madre ti prendi cura di noi

Fa’ che in nome Tuo ci prendiamo cura reciproca

Vieni, Signore della festa e del perdono

 

Venga il soffio del Tuo Spirito

Venga la pienezza del Tuo perdono

Venga la rugiada della tua misericordia

Nella tua volontà è la nostra pace

Amen

 

(Comunità cristiana di San Nicolò all’Arena – Verona)

 

 

LETTURA DELLA PAROLA

 

Dal Libro di Osea 11,1-8

Quando Israele era un ragazzo io l’ho amato e l’ho chiamato a uscire fuori dall’Egitto perché era mio figlio. In seguito, più chiamavo gli Israeliti, più essi si allontanavano da me. Hanno offerto sacrifici e bruciato incenso agli idoli di Baal. Io ho insegnato ad Efraim a camminare. Ho tenuto il mio popolo tra le mie braccia, ma non ha capito che mi prendevo cura di lui. L’ho attirato a me con affetto e amore. Sono stato per lui come uno che solleva il suo bambino fino alla guancia. Mi sono abbassato fino a lui per imboccarlo. Non ritornerà più in Egitto, ma sarà dominato dall’Assiria perché si è allontanato da me. La guerra farà strage nelle sue città, demolirà le sue difese, Io distruggerò il mio popolo perché si è fidato della propria saggezza. Il mio popolo si ostina a restare lontano da me. È invitato a guardare in alto, ma nessuno alza lo sguardo. Come posso lasciarti, Efraim? Come posso abbandonarti, Israele? Posso distruggerti allo stesso modo di Adma o ridurti come Zeboim? Il mio cuore non me lo permette, il mio amore è troppo forte.

 

Dal  Vangelo di Marco 5,25-34

25Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: 28“Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita”. 29E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.

30Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi mi ha toccato il mantello?”. 31I discepoli gli dissero: “Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?”. 32Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Gesù

 rispose: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male”.

 

 

RIFLESSIONI COMUNITARIE

 

 

Portiamo alla mensa, come doni per tutti e tutte, ricordi di persone, episodi o citazioni di esperienze che illuminano di speranza la nostra vita.

 

 

CREDO

 

Confidiamo in Dio, fonte di vita e d’amore,

che ci ha creati donne e uomini a sua immagine.

Un Dio che ci custodisce sul palmo della sua mano.

Un Dio che cammina con il suo popolo.

Un Dio che ha viscere di misericordia.

Confidiamo in Gesù, figlio di Maria, volto umano del Padre,

che ha amato ogni donna e ogni uomo

e si è preso cura delle persone deboli ed emarginate.

Confidiamo in Gesù morto sulla croce,

che risorto a vita nuova ci invita a seguirlo per una vita d’amore.

Compagno e pellegrimo sulle strade di Emmaus,

compagno della Parola e del Pane,

compagno che rimane con noi nella notte.

Confidiamo nello Spirito Santo,

lo spirito femminile che ci ha guidati nel mondo,

che fa germogliare la giustizia sulla terra, e rende nuove tutte le cose.

Confidiamo che continui ad aiutarci ogni volta che ne abbiamo bisogno

e che soffi dove è necessario tra noi e tra coloro che verranno dopo di noi.

Confidiamo nel fatto che la vita di ognuno/a di noi abbia senso,

come parte della trama di relazioni del mondo.

Confidimo nella Chiesa, comunità delle discepole e dei doscepoli di Gesù.

Chiesa in ascolto, in cammino, in ricerca.

Chiesa dei piccoli.

Confidimo nella comunione di tutti quelli/e che prima di noi

hanno creduto, sperato, sofferto,

di tutti/e coloro che in ogni parte della terra

hanno ricercato il regno di Dio e la sua giustizia.

Crediamo che la morte non è l’ultima parola sulla vita

e che la vita è più grande della morte.

Crediamo che la Risurrezione di Cristo si compie

in ogni segno di risurrezione che germoglia sulla terra

e nel cuore di ogni donna e di ogni uomo.

Amen

 

 

Canto: Ave Maria  (Fabrizio De Andrè)

 

 

PREGHIERA EUCARISTICA CORALE  

O Dio, mentre facciamo memoria di Gesù

e del suo modo di stare nelle relazioni,

positivo, compassionevole, nonviolento,

aiutaci a trasformare in vita vissuta

il suo invito a portare la nostra croce,

cioè a farci carico ogni giorno, consapevolmente,

delle nostre responsabilità.

 

In un mondo governato dall’egoismo e dalla prepotenza

Gesù ci ha testimoniato che la strada della felicità

passa per le relazioni di attenzione e cura

verso le persone più deboli e meno fortunate.

 

In un mondo in cui gli uomini la fanno da padroni assoluti

Gesù ci ha indicato nel riconoscimento

e nella valorizzazione delle donne

la strada per ritrovare l’equilibrio originario della creazione.

 

In un mondo in cui i poteri dell’economia

antepongono il profitto alle vite umane,

Gesù ci insegna a capovolgere gli schemi sociali:

vivendo la condivisione dei beni comuni.

 

In un mondo che emargina chi non si adegua,

chi non tiene il passo, chi non ce la fa,

Gesù ci insegna ad ascoltare chi non ha voce,

a prenderci cura di coloro

che nessuno degna di attenzione.

 

Gesù ci insegna ad accettare la fragilità delle persone

e a riconoscere la nostra, restando accoglienti sempre.

 

Egli ne era così consapevole e convinto

che neppure il tradimento e l’abbandono dei suoi amici più intimi

gli hanno impedito di continuare ad amarli,

a guardarli con affetto,

a preoccuparsi del loro futuro.

 

Così, nella notte in cui la tragedia stava per compiersi,

Gesù non pensò a sé,

ma ai suoi amici e alle sue amiche

ed affidò loro la consegna della memoria,

come sostegno e viatico dopo la sua morte.

 

Ora spezziamo e condividiamo questo pane e questo vino, come segno di memoria e di condivisione di un percorso che, anche se parziale per ciascuna e ciascuno di noi, può nutrire i nostri cuori e accompagnarci nel cammino.

 

 

CONDIVISIONE DEL PANE E DEL VINO come DONO DI PACE

 

 

Canto: Grazie alla vita

 

 

PREGHIERA COMUNITARIA 

 

 

LA VITA CI  INVITA A CONDIVIDEREInvitiamo le sorelle e i fratelli a proporre episodi, citazioni o propositi per un futuro alternativo per costruire cieli e terra nuovi.

 

 

Benedizione

 

…prego per le persone che amo.

Su ciascuna di loro pronuncio una benedizione:

” che tu possa essere libera dal male”,

immaginando che le mie parole creino

uno scudo protettivo di grazia intorno a loro.

Poi passo alle persone che mi sono antipatiche

. e a quelle che nutrono antipatia per me.

Su ciascuna di loro pronuncio una preghiera:

 

” che tu e io possiamo diventare amici

un giorno”.

Immaginano qualche circostanza futura

in cui ciò accade.

Penso alle persone ansiose che conosco…

alle persone depresse..

 

A ciascuna di loro dico:

“possa tu trovare pace e gioia”

augurandoci che l’augurio diventi realtà

 

Penso a persone handicappate..,

e che soffrono..e. dico:

” possa tu trovare forza e coraggio”,

immaginando che le mie parole liberino risorse

in ciascuno/a di loro.

Penso alle persone sole:

alle persone prive di affetto…

o separati dai loro cari…

e a ciascuna di loro dico:

” che Dio sia sempre al tuo fianco”.

Penso alle persone anziane che

con il passare di ciascun giorno,

debbono affrontare la realtà della morte

che si avvicina.

 

A ciascuna di loro dico:

” che tu possa trovare la grazia

di staccarti lietamente dalla vita”.

Penso a i giovani,e,recito questa preghiera:

” possa la promessa della tua gioventù

essere mantenuta,

e la tua vita essere feconda”.

 

Infine dico a ciascuna delle persone con cui

vivo

possa il mio contatto con te essere una grazia

per entrambi.

Rientro nel mio cuore, ora per riposare un po’

nel silenzio che vi trovo…

e nel sentimento d ‘amore

che è divenuto vivo in me

in seguito alla mia preghiera per gli altri

 

(Dalla  FRATERNITA’ del carcere di Verona)

 

 

“Quando Gesù fu vicino, vedendo la città, pianse su di essa”. Luca 19,41

 

Ti pensiamo Gesù, mentre guardi la città

dalle colline che le stanno attorno,

piangi come su Gerusa1emme

troppe mura la difendono dall’amore

Tu sogni una città:

con le case dalle porte aperte, senza serrature

perché la paura non abita più qui

le piazze dove la gente si ritrova

per raccontare, per condividere

le strade dove la gente cammina

senza fretta, senza sospetto

Tu sogni una città:

con tanti spazi verdi dove respirare l’aria buona

che sa di mandorlo e di pesco

con tante biblioteche e librerie

dove ci si può sfamare di cultura, di pensiero, di poesia

Tu sogni una città:

con tanti musicisti che suonano per le vie

con spazi pensanti, agorà di discussione per i giovani

con una politica che investe sulla cultura

sulla bellezza, sulla partecipazione creativa di tutti

Tu sogni una città:

con una economia nuova

non più schiava del mercato

una economia della comunione

della solidarietà, della giustizia

Tu sogni una città:

con una Chiesa complice della felicità del suo popolo

che moltiplica i pani e i pesci

che trasforma l’acqua in vino

perché ci sia festa per tutti

Tu sogni una città:

con un’Arena piena di musica e di canti

dove tutti sono invitati

al grande banchetto della pace

e a tutti firmi un permesso di soggiorno pasquale

e metti il timbro dell’arcobaleno

sul quale è scritto

il Regno dei cieli è in mezzo a voi

 (Comunità cristiana di San Nicolò all’Arena – Verona)

 

 

LETTURA DI CONGEDO

 

Dalla Prima lettera di Giovanni 4,7-12

Miei cari, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore viene da Dio. Chi ha quest’amore è diventato figlio di Dio e conosce Dio. Chi non ha quest’amore, non conosce Dio, perché Dio è amore. Dio ha manifestato così il suo amore per noi: ha mandato nel mondo suo Figlio, per darci la vita. L’amore vero è questo: non l’amore che abbiamo avuto verso Dio, ma l’amore che Dio ha avuto per noi; il quale ha mandato Gesù suo Figlio, per farci avere il perdono dei nostri peccati. Miei cari, se Dio ci ha così amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Dio nessuno l’ha mai visto. Però se ci amiamo gli uni gli altri, egli è presente in noi e il suo amore è veramente perfetto in noi.

 

 

Canto: C’è solo la strada  (Giorgio Gaber)