Era il 9 di maggio. Quando il sole sfiorava lo zenit, don Franco Ratti giungeva trepidante nel grembo materno di Dio

Angelo e Mariangela Papio
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A distanza di un anno dalla sua morte, pur potendo vantare la più costante e intensa frequentazione, non siamo ancora sicuri di averlo conosciuto e capito meglio di altri. E così è difficile, con le nostre povere parole, descrivere quello che non solo i nostri occhi sensibili ma quelli dell’anima hanno visto, goduto e impresso in noi.

D.Franco è ancora qui a Monopoli ma è anche altrove. Sempre presente perché contemporaneo. E’ nei suoi scritti, nei gesti che ha fatto, nei ricordi che produce, nelle nostalgie che genera. Ma è soprattutto nelle idee e negli ideali che ha accarezzato.

Uomo illuminato da un’intelligenza pura e intuitiva, anticonformista inusuale, innamorato alla follia di Gesù e della Sua chiesa, ha sempre lottato contro la mediocrità, reagendo a ogni rassegnazione, rifiutando gli orizzonti chiusi e le accortezze di certa borghesia. La parresia di d.Franco la si ritrova nel suo parlare chiaro senza paura, senza ammorbidire con fare diplomatico la forza prorompente della verità del Vangelo, cui ha attinto in ogni istante della sua vita. Di qui l’invito a non restare schiacciati o inerti sotto il peso di una chiesa sacramentista, mediatica e omologante.

Profeta autentico vicino alle persone semplici, richiamava con tenerezza i più che arrivavano a contatto con lui. Bacchettava con rigore e fermezza prima di tutto se stesso e poi quanti gli erano maggiormente vicini. Aveva il dono di leggere nei cuori e cercava sempre le parole giuste per dire qualsiasi cosa. Anelava alla perfezione.

Ha pregato con la stessa misura con cui ha tanto amato e lo slancio verso l’Assoluto non è mai stato alibi per un congedo dalla storia dell’uomo e dai suoi itinerari quotidiani. Sino alla fine si è interrogato sul futuro dell’umanità, sul rapporto tra giustizia ed equità in uno scenario di involuzione capitalistica, sulla biosostenibilità ai tempi della globalizzazione.

Negli ultimi mesi della sua vita, con convinzione, ha scelto di seguire il Signore lungo il più “irrazionale” dei percorsi che Lui ha voluto suggerirgli. Dietro le quinte, lontano dai clamori mediatici che tanto lo infastidivano, con la sua naturale eleganza, senza mai indugiare, ha colmato la sua sete di Dio saziandosi quotidianamente solo di una particella di Pane. Questa insania d’amore non ha mai intrappolato il suo corpo che è rimasto in intima comunione con la sua mente, la sua anima e il suo spirito, continuando a promanare per irradiazione la bellezza di Dio.

Dopo la sua morte, abbiamo registrato un amore diffuso nei suoi confronti, molti volevano fare qualcosa per ricordarlo. Il nostro desiderio è proseguire lungo la strada che ci ha tracciato con la sua vita, il suo impegno e la sua testimonianza. Concretamente, questo significa, per noi, continuare a diffondere le sue idee, lo scrigno prezioso dei suoi pensieri, che come lui stesso ha voluto, sono pubblicati sul sito del movimento perché seguitino a fecondare le coscienze.