William Todd Akin: un nome da non dimenticare di G.Codrignani

Giancarla Codrignani

A fianco del Tea party la Chiesa cattolica e qualche altra confessione usano ancora l’aborto come arma elettorale contro Obama, che nella riforma sanitaria ha lasciato l’aborto a carico dello stato. C’è da temere che nemmeno in Italia saremo risparmiate

Ecco un nome che le donne americane non dimenticheranno in prossimità delle elezioni presidenziali: Todd Akin, candidato repubblicano, ha pronunciato, durante un comizio, una dichiarazione agghiacciante contro le donne che intendono abortire dopo aver subito violenza: “Uno stupro reale … raramente produce gravidanza”, anche perché “il corpo femminile ha i suoi modi per tentare di interrompere la cosa”. Ammesso che “qualcosa sia andato storto (sic) … ci deve essere una punizione sul violentatore, non sul bambino”.

Che lo stesso Romney gli abbia chiesto di farsi da parte non è senza significato. E anche il fatto che abbia rifiutato di dimettersi. Resterà dunque in politica un individuo convinto che la donna abbia la vagina dentata da usare a comando (che rapporti avrà mai costui con sua moglie?) e che lo stupro sia “la cosa” che, in disgustosa solidarietà con il violentatore, può al massimo “andare storta”. Tuttavia la campagna elettorale americana ha qualche scenario inquietante non solo per gli Usa.

A fianco del Tea party la Chiesa cattolica e qualche altra confessione usano ancora l’aborto come arma elettorale contro Obama, che nella riforma sanitaria ha lasciato l’aborto a carico dello stato. Una delle ragioni delle accuse di “strategie di dissenso organizzate” e di femminismo rivolte dal Vaticano contro la Leadership Conference of Women Religious (la federazione che raccoglie l’80 % delle suore americane) è il sostegno non celato ad Obama, l’ “abortista”.

C’è da temere che nemmeno in Italia saremo risparmiate: il caso recente della ragazza di Ozzano che ha partorito, sembra perfino ignara del suo stato, un bimbo morto in ospedale, dopo aver abbandonato in un cassonetto il gemello, è stato occasione per l’ennesima richiesta da parte della Curia di una “vera legislazione per la famiglia” e di volontariato pro-life nei consultori.

Speriamo che le prossime elezioni non incrocino la bassa politica delle strumentalizzazioni sui dolori delle donne.