Dollaro e guerra puntellano l’economia USA

Martin Kuksha
www.strategic-culture.org

Per chi crede che 13 sia un numero sfortunato, la sua convinzione è stata confermata il 13 settembre, se si pensa che quel giorno negli Stati Uniti è stata annunciata una nuova iniezione di liquidità – una massiccia immissione nell’economia mondiale di denaro appena stampato e sostanzialmente senza valore.

Il Presidente della Federal Reserve Ben Bernanke ha detto che, come terzo round del Quantitative Easing (QE3), gli Stati Uniti avrebbero rafforzato le loro partecipazioni a lungo termine nell’acquisto di titoli per $ 40 B del debito ipotecario, (open-ended, praticamente per sempre). Non è stata fornita nessuna informazione sul totale che verrà iniettato nel QE3. Invece, Bernanke ha chiarito che l’Operazione Twist – un programma per scambiare $ 667B di debito a breve termine contro titoli a lungo termine – dovrà continuare.

Prima il fondo degli swap aveva un limite previsto di $ 400B, quindi, di fatto, Bernanke si è impegnato a dargli un impulso apprezzabile. Ha anche dato un bel po’ di notizie al settore finanziario degli Stati Uniti, dicendo che il tasso dei fondi federali, basso quanto mai in precedenza – da 0 a 0,25% – resterà in vigore almeno fino alla metà del 2015 e non alla fine del 2014, come si era deciso in precedenza. Andando a leggere queste cose abbiamo una ragionevole idea che il piano QE3 serve a promettere a tutto il mondo il sostegno all’esportazione degli Stati Uniti.

Gli ultimi due round del Quantitative Easing avevano portato all’immissione di 1.200 miliardi di dollari nell’economia mondiale e, a settembre 2012, il debito degli Stati Uniti ha raggiunto i 16.000 miliardi di dollari. Di fronte a questa marea di dollari, la Banca Centrale Europea ha dovuto ricorrere allo stesso modo ad una massiccia emissione. I risultati sono stati la possibilità della Grecia di evitare il previsto default, e, in una prospettiva più ampia, una sostenibile galleggiabilità dei PIIGS, oltre ad una crescente volatilità dei mercati energetici e delle materie prime. È importante sottolineare che, sullo sfondo, il prezzo dell’oro ha continuato a salire costantemente.

Al lancio del QE3 hanno fatto eco praticamente le solite reazioni:

• Il prezzo dell’oro è aumentato del 3,3% durante la notte tra il 13 e il 14 settembre, passando da $ 1.718 a $ 1.772 per oncia troy (ozt);
• Il prezzo del greggio ha iniziato a salire, con un balzo di 2 dollari al barile di Brent, tanto per far capire quello che ci riserva il futuro e dove andrà a finire il costo del gas naturale;
• Il rapporto euro- dollaro USA è salito, superando il tetto del 1,30 e stabilizzandosi a 1,303 già il 14 settembre;
• Alimenti e materie prime hanno iniziato a mettere paura;
• Gli indici di Benchmark sono schizzati vertiginosamente, a dimostrazione che una nuova bolla speculativa si stava gonfiando.

La Banca Centrale Europea non ha potuto fare altro che raccogliere la sfida nella corsa al deprezzamento, almeno per evitare che il rafforzamento dell’ Euro rendesse le esportazioni UE non competitive e mandassero l’Europa in recessione. Politicamente, ricominciare a stampare soldi, per la Banca Centrale Europea, vuol dire incidere immediatamente sul tenore di vita in tutta l’UE, e significa che i socialisti e i nazionalisti, che in ogni sondaggio europeo già vengono premiati, saranno ancora più forti in ogni circoscrizione. Infine, il divario tra i paesi “pagatori” dell’UE e gli altri “in imbarazzo finanziario” aumenterà al punto che il crollo della zona euro diventa possibile domani.

Al contrario, Russia e Cina si aspettano grossi utili. Il bilancio russo si gonfia con i ricavi del petrolio e il deprezzamento del dollaro aiuterà le esportazioni cinesi a rimanere competitive, indipendentemente dall’aumento del costo del lavoro in Cina. L’Iran, un fornitore di combustibile fondamentale per Cina e India, si trova a beneficiare degli sviluppi sul piano tattico perché entrambi i paesi pagano le loro importazioni di petrolio dall’Iran con la propria valuta nazionale e hanno bisogni energetici stabili.

Quello che provocano questi ricorrenti scarichi di liquidità degli Stati Uniti nel mondo esterno sono chiaramente nuovi conflitti armati locali. La primavera araba è stata una conseguenza del tutto prevedibile del primo e del secondo round del QE degli Stati Uniti.

I recenti focolai di disordini – i cambiamenti di regime in Egitto e Tunisia, la guerra civile e l’intervento in Libia, la crescente pressione sulla Siria, lo scivolamento verso una guerra contro l’Iran, la benedizione delle Nazioni Unite per spartirsi il Sudan, ecc… – sono imputabili non tanto all’infuriare della crisi globale, quanto ai tentativi di superarla espropriando i paesi che non sono responsabili della crisi, ma che possiedono risorse di cui l’Occidente può impossessarsi con la nuova liquidità. Questi paesi sono trascinati uno dopo l’altro in guerre economiche segrete, in cui le sanzioni internazionali servono come armi o si trasformano in conflitti armati su larga scala avvalendosi di estremisti e gruppi terroristici.

L’impressione al momento è che la più recente iniezione di liquidità della FED dovrebbe essere accompagnata da una nuova destabilizzazione del mondo arabo che potrebbe, se necessario, diventare un pretesto per nuovi interventi militari USA. La dichiarazione di Bernanke ha coinciso con la marea di proteste anti-americane del 12-14 settembre in Nord Africa, Medio Oriente, India, Pakistan, e in altre parti del mondo.

Può essere una casualità – però gli Stati Uniti entrano nel nuovo anno fiscale a ottobre e Bernanke non poteva ritardare oltre il suo intervento sulla borsa – ma il sincronismo della reazione dei media occidentali del provocatorio filmato pubblicato su YouTube, evoca gravi sospetti.

Sembra molto strano che i giornalisti di ogni mezzo di informazione che in Occidente controllano costantemente YouTube alla ricerca di pezzi anti-islamici trovandone uno, non abbiano fatto passare in secondo piano tutti gli altri temi. In realtà, il film è apparso piuttosto miserevolmente su YouTube nel mese di luglio, ed è stato disponibile per un bel po’ di tempo, praticamente senza nessun commento. Ha attirato i titoli e acceso le proteste di massa solo dopo essere stato ri-pubblicato in arabo, e dopo che l’autore è stato identificato come Nakoula Basseley Nakoula, un egiziano cristiano residente negli Stati Uniti. Ha contribuito all’escalation YouTube rifiutandosi fermamente a oscurare il filmato.

Le forze navali degli Stati Uniti si sono dirette verso il Mediterraneo dopo che la folla in Libia ha ucciso l’ambasciatore degli Stati Uniti ma precedentemente altre navi statunitensi erano già state inviate verso le coste della Siria e con mossa significativa di ostilità imminenti, il Dipartimento di Stato americano ha chiuso le ambasciate degli Stati Uniti in una serie di paesi.

Insomma, ci sono troppi elementi che quadrano perfettamente per essere spiegati come una combinazione di circostanze casuali.

Gli sforzi per mitigare l’impatto corrosivo delle speculazioni finanziarie sull’economia mondiale con il lancio di nuovi cicli di speculazioni, rende il mondo sempre più esplosivo, e l’iniezione di liquidità per superare la crisi sembra come se si stia cercando di spegnere il fuoco versando olio al posto dell’acqua.

La liquidità, una volta immessa, deve essere assorbita con qualche meccanismo, perché altrimenti genera una iperinflazione in un mondo in cui tutte le valute nazionali sono legate al dollaro USA e semplicemente paralizza l’economia globale.

Programmi di austerità possono servire allo scopo, ma la corsa si conclude rapidamente perché la massa totale di moneta in circolazione a livello mondiale supera il PIL mondiale di dieci volte. In particolare, la proliferazione dei derivati di dubbia natura rende le cose ancora peggiori. A partire dal 2008, la maggior parte degli strumenti finanziari di ogni genere rispetto al PIL mondiale era vicino a 20:1, e, senza dubbio, nel 2012 la situazione è molto più severa.

Il problema più grande è che, come la storia dimostra con grande chiarezza, le guerre sono l’unico tipo di risultato delle crisi globali che scaturiscono dalla natura stessa del capitalismo. Pertanto, se questa politica selvaggia di QE continua, una nuova guerra è solo una questione di quando e dove …