Rapporto sull’Italia del Commissario UE per i diritti umani

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Processi troppo lunghi e cavillosi, mancanza di misure di inclusione dei cittadini rom, violazione dei diritti umani dei migranti: queste le problematiche maggiori che Nils Muižnieks, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, evidenzia nel rapporto sull’Italia pubblicato ieri.

Secondo il Commissario, che ha visitato il nostro Paese dal 3 al 6 luglio scorso, la lentezza e l’inefficienza dei procedimenti giudiziari ridurrebbero il Pil annuale italiano dell’1%: una cifra enorme, soprattutto in un periodo come questo in cui la parola crisi riecheggia in ogni momento. La ricaduta sull’economia e le difficoltà per le persone interessate dai processi non sono gli unici problemi generati dall’inefficienza italiana: i tempi giudiziari ricadono anche sul lavoro della Corte Europea per i Diritti Umani, visto che proprio dall’Italia arriva il maggior numero di ricorsi. La gravità della situazione è tale per cui l’Italia viene esortata a effettuare una vera e propria rivisitazione dell’intero sistema giudiziario, che deve essere sostenuta da tutti i soggetti interessati, dal Ministero della Giustizia al Consiglio Superiore della Magistratura, dai giudici agli avvocati.

Il rapporto si sofferma in modo specifico sulla situazione dei rom. Viene sottolineata la necessità di adottare misure concrete che diano attuazione alla Strategia nazionale per l’inclusione di rom e sinti proposta dal Governo e accolta positivamente. Il Commissario, però, denuncia l’incoerenza della pubblica amministrazione italiana, che da una parte adotta questa strategia a livello governativo e dall’altra prosegue, a livello locale, con “le politiche di segregazione nei campi e degli sgomberi forzati, che devono essere interrotte in modo definitivo”. Non solo: la contraddizione risulta ancora più evidente, secondo il Commissario, tra l’adozione di un piano nazionale di inclusione dei Rom da parte del Governo e la promozione di un ricorso contro la decisione del Consiglio di Stato che nel novembre 2011 aveva dichiarato l’illegittimità del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 maggio 2008 con il quale era stato dichiarato “lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi” in Campania, Lazio e Lombardia. E’ per questo che nel rapporto si esorta l’amministrazione nazionale a dichiarare in maniera netta la fine del piano emergenziale, prescindendo dall’esito del ricorso: “Il Commissario teme che il ricorso depositato dal governo italiano, avverso la sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2011 in cui quest’ultimo giudicava illecito il decreto per l’”Emergenza nomadi”, possa trasmettere messaggi contrastanti e dare l’impressione di voler sancire l’approccio adottato in precedenza. Esorta, pertanto, il governo a dichiarare senza mezzi termini che la politica emergenziale è stata definitivamente accantonata”.

Un atto che risulterebbe significativo anche per contrastare l’antiziganismo nel dibattito pubblico e mediatico, altro elemento di preoccupazione che emerge nel rapporto che “Esorta le autorità italiane ad adottare misure concrete in conformità con la Raccomandazione di politica generale no. 13 dell’ECRI in materia di contrasto all’antiziganismo e alla discriminazione dei Rom, e a ristabilire pene adeguate contro l’istigazione alla discriminazione ed alla violenza razziali”.

Anche il sistema di accoglienza dei migranti viene definito inadeguato e frammentario e il Commissario sollecita il Governo a renderlo maggiormente integrato. In particolare, è la situazione in cui versano richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale a destare maggiore preoccupazione stante l’inadeguatezza degli interventi di inclusione sociale e lavorativa.

Per quanto riguarda i respingimenti, Muižnieks sottolinea la necessità di includere negli accordi internazionali, compresa l’annunciata rinegoziazione del patto con la Libia, le opportune garanzie atte ad evitare il ripetersi di violazioni dei diritti umani e auspica che non vengano più effettuati i respingimenti collettivi, per cui l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo nel febbraio scorso.

Un altro punto importante del rapporto riguarda i CIE: il Commissario “esorta le autorità italiane a eliminare gradualmente la pratica della detenzione amministrativa dei migranti irregolari in strutture simil-carcerarie, favorendo piuttosto misure alternative più idonee, e a promuovere il ricorso ai programmi di rimpatrio volontario”.

Scarica il rapporto: https://wcd.coe.int/com.instranet.InstraServlet?command=com.instranet.CmdBlobGet&InstranetImage=2142460&SecMode=1&DocId=1925946&Usage=2