Egitto – Nelle mani di un bambino la scelta del papa copto

Giuseppe Acconcia
il manifesto, 2 novembre 2012

Alle porte della cattedrale di San Marco, nell’antico quartiere di Abbasseya, nel centro storico del Cairo, c’è un’atmosfera di attesa che prepara alla festa. È entrato nel vivo il digiuno di tre giorni dei copti egiziani prima della lotteria che si chiuderà domenica con l’acclamazione del loro 118esimo papa.

Sembra ormai alle spalle il terrore di attacchi indiscriminati a luoghi di culto cristiani, che avevano infiammato i giorni degli scontri su base settaria seguiti alle rivolte del 25 gennaio 2011. Molti dei giovani che attendono il nome della nuova guida hanno ancora vivo il ricordo della morte di papa Shenouda III. Il 20 marzo scorso il suo funerale, uno dei più imponenti della storia egiziana, aveva portato migliaia di fedeli intorno alla cattedrale di San Marco.

«Siamo in attesa per il risultato ma è tempo di costruire insieme ai musulmani il futuro dell’Egitto e di dimenticare le divisioni imposte strumentalmente dal potere». Sono le parole di Bishoy, giovane attivista, che non si riconosce nelle istituzioni ecclesiastiche ma fa parte del movimento che chiede giustizia per Mina Danial, il giovane ucciso in un attacco delle forze militari nel massacro della televisione di stato (Maspero) del 9 ottobre 2011, insieme ad altri 27 attivisti cristiani e musulmani.

Il successore di Shenouda sarà scelto tra tre nomi: il vescovo ausiliario del Cairo, Rafael, 54 anni, medico e suo collaboratore; il vescovo di Beheira, Tawadros, braccio destro del papa ad interim Pachomios; e il più anziano (70 anni) monaco del monastero di San Mina, padre Rafael Ava Mina. La procedura è quanto mai curiosa. Prima di tutto, si terrà una lotteria per scegliere un bambino tra dodici. Poi sarà questo bimbo tra i quattro e i sette anni, bendato, a scegliere uno tra tre pezzi di carta con i nomi dei papabili, inseriti in un contenitore di vetro. Mella prima fase oltre due mila esponenti del clero copto hanno votato per scegliere i tre nomi che saranno sottoposti alla lotteria finale. «Il 94% dei votanti ha espresso la sua preferenza. Non solo, abbiamo fatto del nostro meglio per permettere il voto dei copti espatriati» – spiega Georgette Qillini, membro del Comitato per la nomina del nuovo papa.

Mentre i copti scelgono la loro guida, ad accendere il dibattito politico tra le strade delle città egiziane è la campagna avviata dai Fratelli musulmani per spiegare al popolo la nuova costituzione. Gamal Ashry, un leader della Fratellanza, ha dichiarato che l’iniziativa ha lo scopo di raccogliere gli umori popolari prima della stesura finale della carta costituzionale. Il dibattito sulla nuova costituzione coinvolge tutte le forze politiche. Settanta costituenti su cento hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si accusa la Commissione che ha redatto il testo finale della carta costituzionale di aver alterato la stesura originale di alcuni articoli.

Le principali controversie riguardano i poteri presidenziali. Prima di tutto, il dibattito si concentra sull’obbligo di nominare il primo ministro all’interno del partito di maggioranza e sulle condizioni per l’impeachment del presidente. Una seconda controversia è tra Assemblea costituente e giudici della Corte costituzionale. Secondo loro, la nuova costituzione ridurrebbe i poteri della Corte suprema, dando al presidente eletto un potere eccessivo di nomina dei suoi membri e non assicurando l’indipendenza della corte dal potere giudiziario. Ma l’accusa principale dei 70 costituenti riguarda i poteri della giustizia militare. I firmatari vorrebbero concedere agli imputati in processi militari il diritto di fare appello alla giustizia ordinaria. E più in generale chiedono la supervisione dei giudici sulle corti militari. Una delle maggiori conquiste della nuova carta invece è l’eleggibilità dei consigli locali. Ma anche qui resta aperto il dibattito sui poteri di organi eletti e non eletti.

Infine, gli esponenti liberali dell’Assemblea costituente criticano gli articoli che si occupano dei diritti della donna. Secondo la nuova costituzione, in tema di uguaglianza tra uomini e donne la sharia (legge islamica) ha forza di legge, con tutte le controversie interpretative che questo comporta. E a rendere ancora più cruciale la difesa dei diritti delle donne, arrivano i dati resi noti ieri. Nei giorni dell’Eid al-Adha (festa del sacrificio), la polizia ha arrestato 172 persone con le accuse di molestie e assalti su donne al Cairo, Alessandria, Fayoum, Suez e Giza. Alcuni attivisti hanno per questo lanciato la campagna «Sono testimone di una molestia», puntando il dito contro il ministero dell’interno accusato di non vigilare abbastanza soprattutto nei giorni di festa. Tuttavia, il primo ministro, Hesham Qandil, ha annunciato di voler inasprire la pena contro chi molesta le donne, un fenomeno che ha definito «disastroso e strano» per la società egiziana.