Finanziamenti pubblici alla scuola privata: a Bologna si va al referendum

Ingrid Colanicchia
Adista n.41/2012

Con più di un mese di anticipo sulla scadenza, il Nuovo Comitato Articolo 33 di Bologna ha raggiunto l’obiettivo delle 9mile firme necessarie per sottoporre a referendum consultivo i finanziamenti alle scuole dell’infanzia paritarie private del Comune. Referendum che quindi, dopo una battaglia durata più di un anno, si farà. «Un risultato eccezionale, segno concreto che tantissimi bolognesi vogliono il referendum», ha commentato Francesca De Benedetti, portavoce del Nuovo Comitato Articolo 33 (composto di varie realtà del territorio tra cui l’Assemblea Genitori e Insegnanti di Bologna e provincia, il Circolo Uaar Bologna; i Cobas Scuola Bologna; il Comitato bolognese Scuola e Costituzione; la Rete Laica Bologna). «In un contesto locale e nazionale di duro attacco al diritto alla pubblica istruzione e di progressiva privatizzazione della scuola – ha proseguito la portavoce (Adnkronos, 30/10) –, l’ampio consenso che converge sull’iniziativa referendaria dimostra ancora una volta la tenacia con cui i cittadini sono pronti a rivendicare il valore e il diritto all’istruzione pubblica».

«È un dato di fatto che molti genitori, che chiedono l’iscrizione alla scuola pubblica comunale o alle scuole statali, laiche, democratiche, pluraliste e gratuite, non la ottengono per carenza di posti», si legge sul sito del Comitato. «Pertanto, a fronte della gratuità della scuola comunale e statale, sono costretti ad iscrivere i propri figli a scuole private a pagamento la cui impostazione culturale e religiosa non condividono. La presenza di liste d’attesa ormai croniche per l’accesso alle scuole dell’infanzia comunali (anche quest’anno tali liste sono in crescita a causa dell’incremento demografico) conferma che la richiesta di scuola pubblica non viene soddisfatta e siamo pertanto di fronte alla lesione di un fondamentale diritto costituzionale». E c’è di più, come noto. «L’iniziale finanziamento del Comune di Bologna di lire 463.500.000 alle scuole private paritarie, in 15 anni si è quadruplicato, arrivando a 1.055.000 euro». In attesa che «il Parlamento si faccia carico della questione garantendo che tutta la domanda di scuola dell’infanzia sia coperta dalla scuola statale, non v’è dubbio – scrive ancora il Comitato – che l’onere di far fronte alla domanda, nei prossimi anni, sarà a carico del Comune. È necessaria dunque una nuova stagione di investimenti dell’Amministrazione Comunale nella scuola pubblica. Per avviarla, il Comune deve disimpegnarsi dai finanziamenti alle scuole private paritarie e destinare tutte le sue risorse economiche alla scuola pubblica, laica e pluralista».

I cittadini bolognesi saranno dunque chiamati a dire se ritengono sia preferibile destinare le risorse finanziarie comunali – erogate secondo il vigente sistema delle convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione privata – alle scuole comunali e statali o alle scuole paritarie private.

E se lo scorso anno, quando il Collegio dei Garanti aveva dichiarato inammissibile la proposta presentata allora dal Comitato, la Curia aveva potuto tirare un sospiro di sollievo (v. Adista n. 55/11), stavolta sembra che dovrà rassegnarsi a prendere coscienza della volontà popolare.

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Scuola pubblica: La “31 Ottobre”: “Privilegiare le scuole private paritarie? Uno scandalo”
Forte richiamo al dettato costituzionale dalla presidente della “31 Ottobre” Silvana Ronco

Nev, 21 novembre 2012

“Il flusso continuo di denaro che dalle casse dello Stato passa alle scuole private paritarie non viene messo in discussione neppure in un periodo di gravissima crisi economica come quello che stiamo attraversando, anzi, continua ad essere motivo di vanto ed onore per amministratori e politici essere in prima fila nella promozione di elargizioni a tali scuole”.

E’ quanto afferma senza giri di parole Silvana Ronco, presidente dell’”Associazione 31 Ottobre – per una scuola laica e pluralista, promossa dagli evangelici italiani”, al termine della riunione del Comitato direttivo svoltasi lo scorso 18 novembre.

Spiega Ronco: “La deroga al patto di stabilità con la conseguente immediata erogazione di 223 milioni di euro rientra nell’ottica del sostegno al servizio svolto dai privati – leggasi ‘chiesa cattolica’ – a scapito del ruolo istituzionale svolto dalla scuola pubblica statale.

Mettere in concorrenza pubblico e privato tagliando drasticamente fondi e personale al primo ed elargendo, direttamente ed indirettamente, denaro contante e privilegi al secondo, dovrebbe essere tema di ‘scandalo’, motivo di attenzione e richiamo al rispetto del dettato costituzionale.

Evidentemente rientra invece in un progetto più ampio di ritorno all’istruzione come carattere distintivo della classe di appartenenza, e non ‘bene comune’ indispensabile per concorrere alla vita della comunità ‘ad armi pari’, ovvero avvalendosi della collaborazione doverosa dello Stato alla rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, parole che appartengono all’art. 3 della Costituzione ma non all’operato di chi amministra la cosa pubblica promuovendo percorsi di disuguaglianza”.

Per questi motivi l’Associazione, che ha espresso serie perplessità anche sulla proposta di legge n. 953 (ex legge Aprea), organizzerà a breve un Convegno sul tema del rapporto tra pubblico e privato.

Fondata a Roma nel 1999 nell’ambito della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), l’”Associazione 31 Ottobre”, prende il nome dalla “festa della Riforma”, che si celebra il 31 ottobre per ricordare l’”inizio” della Riforma protestante. Non si tratta di un’associazione confessionale (solo per evangelici) né di categoria (solo per insegnanti), ma di un’associazione aperta a tutti coloro che, operatori scolastici a titolo diverso, studenti, semplici cittadini, ne condividano gli obiettivi: difendere e promuovere nella scuola e nella società italiana una cultura laica e pluralista; promuovere ad ogni livello l’incontro fra pluralità di culture e religioni (www.associazione31ottobre.it, ora anche su facebook).