Il nostro sogno d’Europa. Incontro nazionale delle CdB francesi a cura di M.Tosato

Massimiliano Tosato
Beati coloro che lottano per una pace giusta e la realizzano: la verità del loro essere sarà riconosciuta.

Le comunità cristiane di base (CCB) francesi si sono riunite a Parigi nei giorni 2-4 novembre 2012 per il loro incontro nazionale.

Partendo dal manifesto di presentazione del convegno:

– Una Europa che ci fa conoscere
– Una Europa che fatica a costruirsi, socialmente e d economicamente, più giusta
– Una Europa che noi vorremmo vedere liberarsi dai nazionalismi ottusi e dall’indifferenza
– Una Europa che comincia alla nostra porta e che ha bisogno delle nostre mani

e stimolati dagli interventi di apertura, i partecipanti hanno dibattuto all’interno di 5 atelier (laboratori)

– movimenti sociali i Europa
– Europa e migranti
– cosa si muove tra i cristiani d’Europa
– facce e posta in gioco della laicità in Europa
– l’Europa, l’ambiente e noi…

una sessantina i partecipanti, in gran parte donne, in rappresentanza di 8 cdb:

– Saint Germain – Amiens
– Evangile et Modernité – Angers
– Archet Bondy – Fontenay sous Bois (Paris)
– Les Amis de Corcelotte – Dijon
– Damas – Cherbourg
– Le Surgeon – Lyon
– La Croisée des Chemins – Nantes
– C.C.C. (Communauté Chretienne de la Cité) – Paris

 I lavori dell’assemblea stati aperti da un interessante excursus storico sulla nascita della UE a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale, ma con radici provenienti fin dal conflitto franco tedesco del 1870. Dopo tre conflitti fratricidi: guerra franco-tedesca del 1870, prima e seconda guerra mondiale, si è fatta strada l’esigenza di una riconciliazione tra i due popoli che ponesse definitivamente fine anche a tutti i conflitti intraeuropei, dando vita ad “pace permanente”, di fatto ad una europa unita.

 L’analisi dello storico Philippe Cogoluègnes“Diversità delle leggi sociali in Europa” si è poi soffermata su alcuni punti chiave della nuova Europa nascente in particolare l’europa sociale in cui la mobilità dei lavoratori superi l’emigrazione e sia in grado di garantire condizioni minime e comuni di welfare: sistema previdenziale e di sostegno sociale su tutti. Con un interrogativo finale: è veramente possibile un modello sociale europeo a tutt’oggi inesistente e introvabile, finchè queste politiche rimangono “de facto” una competenza propria dei singoli paesi? Un accenno critico finale circa un possibile esercito unico europeo – proposto sin dalle origini della UE, ma di fatto bloccato anche dai veti dei partiti comunisti europei – rischia di essere ormai inattuale.

Stante l’assenza di guerre realmente dichiarate da parte dei paesi europei, sarebbe invece auspicabile la creazione di una polizia europea (autonoma da alti organismi internazionali) vista anche l’impotenza dell’ ONU, e considerati gli effettivi “ingaggi” ormai diffusi in più parti del pianeta per interventi di “polizia internazionale”

Cecile Poletti – delegata CIMADE (1) – parlando de ”Le politiche migratorie in Europa” ha proposto alcune suggestive riflessioni sui problemi legati all’immigrazione quali:

– sistemi e modalità di accoglienza: immigrati/lavoratori senza documenti,…
– riconoscimento dello stato di rifugiati: quali possono essere i paesi sicuri?
– tematiche relative alla detenzione, retenzione e respingimento
– integrazione e assistenza sanitaria corredati da informazioni e dati di forte impatto (2)

L’intervento finale di Gilbert Clavel, focalizzato sulle diversità religiose e culturali, e sulle origini linguistiche. Ad esempio la partecipazione alla vita associativa che risulta essere più elevata nelle regioni del nord (Germania, UK, paesi nordici…) rispetto ai paesi latini, si “lega” alle differenti appartenenze religiose (“protestantesimo” e cattolicesimo) prevalenti nelle due diverse aree geografiche. Differenze che si ripercuotono anche su aspetti non secondari come la povertà e il lavoro femminile.

Sul piano prettamente ecclesiale va segnalata una forte ripresa di appartenenza religiosa nei paesi dell’est ex-comunista. Tendenze e situazioni da cui emergono, in particolare, quattro identità europee

1) individualismo
2) nazionalismo
3) democrazia
4) liberalismo (e capitalismo)

 La parola è poi passata ai cinque atelier (laboratori)

– Movimenti sociali i Europa,
– Europa e migranti,
– Cosa si muove tra i cristiani d’Europa,
– Diversità e impegni della laicità in Europa,
– L’Europa l’ambiente e noi

all’interno dei quali è scaturito un confronto vivace e fantasioso.

Nonostante l’età matura dei partecipanti sono stati riconfermati l’impegno e la volontà di proseguire nell’ ormai cinquantennale cammino di rinnovamento e di liberazione di “Cristiani in libertà”, Sotto l’interrogativo “ Cosa si muove tra i cristiani d’Europa?” nel terzo laboratorio è stato fatto una panoramica delle diverse realtà note a livello europeo (solo l’Italia – tra i paesi partecipanti al coordinamento delle cdb europee – era presente al convegno).

Si è confermata la sostanziale coincidenza della prassi e degli impegni delle CdB francesi rispetto a quelle italiane (come ad esempio le eucarestie domestiche con o senza prete), con sfumature diverse legate più alle situazioni contingenti e locali.

Diversa è invece risultata la diffusione territoriale e numerica dei gruppi ancor oggi esistenti in Francia, più esigua che da noi. Per quanto concerne il rapporto con altri gruppi ed entità di cristiani critici in Francia (come in Spagna) esistono reti strutturate e consolidate di collegamento, di fatto inesistenti in Italia, se non a livello informale. In particolare “Le Réseaux du PARVIS” (la rete più diffusa in Francia – www.reseaux-parvis.fr ) sta evolvendo verso raggruppamenti regionali come la neonata “PARVIS on Alpes” nell’area di Lione, dove sono attivi anche gruppi ecumenici che celebrano unitamente l’eucarestia in parrocchia; vi è inoltre la “Conferenza dei battezzati” cui partecipano anche laici impegnati a livello parrocchiale. In Alsazia, c’è una collaborazione tra la “comunità di Carcelotte” e gli anglicani, evoluta al punto da affermare che l’anglicanismo sia il modello per la chiesa del futuro.

La contaminazione con altre realtà e il tentativo di nuovi percorsi di disseminazione del messaggio evangelico – partendo dalla convinzione che “ la missione evangelizzatrice appartiene ai battezzati” – stante anche la rigidità della gerarchia – ha fatto emergere alcuna interessanti novità. A Parigi (Saint Luc) da 3 anni è attivo un “café-Theo”: un luogo dove condividere liberamente le parole su temi teologici. Gli incontri organizzati la mattina all’interno di bar – su tematiche che “danno un senso alla vita” quali: “La giustizia di Dio” -sono aperti a chiunque e frequentati da credenti e non. Caratteristica delle cdb francesi è la loro struttura organizzativa nella forma di una associazione formalmente costituita (ANCCCB – Association Nationale des Correspondants des Communautés Chrétiennes de Base), con pro e contro molto dibattuti: vantaggi sul piano dell’accesso a contributi, ma con non trascurabili problemi interni e a livello di rapporti e relazioni con le altre entità cristiane di base.

Tutta l’attività degli atelier si è concretizzata nella realizzazione di una “mappa d’Europa”, fatta a puzzle contenente il disegno del “sogno d’Europa” che ciascun laboratorio ha espresso tramite cinque parole/concetti. A conclusione dei laboratori l’incontro è proseguito in assemblea con uno scambio a due voci tra François Becker e Gilbert Clavel sullo stato del movimento delle cdb in Europa, durante il quale è stato dedicato uno spazio specifico alla situazione italiana che messo in risalto alcuni elementi peculiari della nostra esperienza comunitaria.

In primis la specificità tutta propria dei “Gruppi donne delle CdB” che a partire dal convegno di Brescia del 1988 “Le scomode figlie di Eva” hanno iniziato un percorso autonomo con altri gruppi di donne – anche non credenti – che prosegue tutt’ora con incontri nazionali annuali. E anche l’iniziativa del 15 settembre a Roma per celebrare i 50 dal Concilio, realizzata nell’ambito della continua ricerca di un rapporto di ricerca continua con gruppi e associazioni di cattolici ispirati al messaggio di rinnovamento lanciato dal Vaticano II

L’ultimo atto dei lavori è stato “Uno sguardo esterno sul nostro raduno” fatto da Lucienne Buton – fondatrice e primo presidente di NSAE (NSC francese) e membro del partito socialista – che ha partecipato da “esterna” a tutti i lavori del convegno, con una sua riflessione legata anche al tema della laicità.

L’incontro si è concluso con una vivace e coreografica eucarestia celebrata collettivamente, nella quale è stato composto il puzzle del “Nostro sogno d’Europa” con le 25 tessere contenenti le parole individuate negli ateliers.

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(1) CIMADE – Comité Inter-Mouvements Auprès Des Evacués: nata negli anni ’30 a seguito delle evacuazioni delle popolazioni di Alsazia e Lorena. http://www.cimade.org (association de solidarité active avec les migrants, les réfugiés et les demandeurs d’asile.)

(2)Atlas des migrants en Europe. Géographie critique des politiques migratoires” Réseau MIGREUROP – September 2012 – 2nd edition.