Il vescovo di La Spezia sospenda don Corsi dalle sue mansioni

NOI SIAMO CHIESA
www.noisiamochiesa.org

Il vescovo di La Spezia sospenda don Corsi dalle sue mansioni. La vicenda sia l’occasione per riflettere sui problemi di fondo posti dai femminicidi

Il testo affisso da don Pietro Corsi e le sue scomposte reazioni nei confronti della stampa (per esempio si legga l’intervista di oggi su “Repubblica”) sono espressione di una personalità priva di equilibrio e di controllo. Però portano a galla in forme esasperate posizioni culturali e sensibilità ancora presenti nella pancia di una parte non irrilevante del mondo cattolico, quello tradizionalista, bigotto e fortemente maschilista. E’ spiacevole constatare questa situazione. In questo senso sono eloquenti l’appoggio senza pudore a don Corsi da parte dei siti della destra cattolica “Pontifex” e “Sacrum Imperium”.

Bene ha fatto il vescovo Mons. Ernesto Paletti a intervenire rapidamente nei confronti di don Corsi.
Sarebbe auspicabile che ora egli non si fermasse a metà e che abbia la determinazione necessaria a sospenderlo dalle sue mansioni attuali.
Questa vicenda, giustamente ripresa da tutti i media, dovrebbe facilitare a tutti quelli che in questo periodo approfondiscono il fenomeno del femminicidio ad andare aldilà della cronaca.

Due sono le cose di immediato periodo di cui occuparsi:
–l’intervento delle istituzioni (forze dell’ordine, legislazione…) deve qualitativamente migliorare;
–è necessario un intervento pubblico nei confronti delle coppie in forte conflitto anche per quanto riguarda l’accompagnamento psicologico e sociale.

Per quanto ci riguarda come cattolici da tempo abbiamo riflettuto, discusso e scritto sulla rivoluzione necessaria per leggere con occhi nuovi il Vangelo onde trarne indicazioni diverse da quelle, troppo comunemente ora condivise, per quanto riguarda il rapporto uomo-donna nella nostra Chiesa e nella società. La pastorale, gli stessi ministeri, l’organizzazione interna della comunità dei credenti, la morale sessuale e famigliare, la scuola e i seminari dovrebbero ispirarsi allo spirito del Concilio Vaticano II, usando di più le parole della libertà e della responsabilità per cercare di superare in tal modo i “complessi” secolari che hanno ingessato il ruolo di evangelizzazione della Chiesa.