Il giardino, i bambini, le maestre di A.Bifulco

Aldo Bifulco
Cdb Cassano – Napoli

Il Circolo didattico “Eugenio Montale” è salito alla ribalta della cronaca in questo periodo, non certo per le tante iniziative eccellenti di cui è costantemente investito, ma per il terribile omicidio di camorra consumato all’ingresso della sezione materna della scuola. Ed i media ne hanno parlato per parecchi giorni, prima e dopo dei pasti, la solita medicina per Scampia, senza mai soffermarsi sulla qualità della scuola. Il Circolo è stato “teatro” di molte attenzioni…politiche….e di qualche timida riflessione. A me non piace inserirmi di getto in un dibattito condizionato,peraltro, dall’emozione troppo dura e troppo calda; e per noi della “Gru” l’emozione è stata forte perché da alcuni anni stiamo costruendo un magnifico rapporto con i bambini e le maestre del Circolo didattico. A me piace aspettare che l’onda emotiva si sia acquietata e riflettere a “bocce ferme”, anche perché bisogna avvicinarsi al mondo dei bambini “in punta dei piedi”.

Quando il Ministro Cancellieri, con un corposo seguito, è venuta a rendere omaggio alla scuola “violentata”, noi del circolo “la Gru”eravamo a pochi passi, nel plesso elementare “I girasoli”, con un folto gruppo di bambini intenti ad allestire “l’aiuola dei cinque sensi” con le piante generosamente donate dall’Orto Botanico di Napoli. Se qualcuno avesse avuto la felice intuizione di condurre il Ministro e il suo seguito nel nostro giardino le avrebbe offerto un’immagine di Scampia completamente diversa. Un vivace gruppo di bambini guidati dalle sapienti maestre; una corona di volti raggianti e sereni propensi a fare conoscenza con il lombrico, amico della terra, capaci di sprofondare in un religioso silenzio per osservare il volo del codirosso spazzacamino, ma ancor più decisi a fronteggiare il terreno, con i pochi arnesi a disposizione, per mettere a dimora il canforo che un giorno ci colpirà con il suo intenso profumo, la mimosa sensitiva, che chiuderà “pudicamente” le sue foglie alla minima carezza, un pungitopo, il melograno, un pompelmo e la “parrotia persica” che sapranno impressionare la vista e il gusto.

Un altro pezzo va ad arricchire il “Giardino di Montale” che diventa sempre più bello e capace di alimentare la curiosità e la sensibilità naturalistica dei ragazzi. Questo “Giardino” è un altro piccolo miracolo realizzato a Scampia, costruito nella piena gratuità, se si eccettua un contributo dell’Ordine degli Avvocati di Napoli che, anche quest’anno, ha voluto essere vicini ai bambini regalando un albero di Natale e relativi addobbi e ha creato le condizioni per fare installare la prima fontanella da cui sgorgherà “acqua completamente e sicuramente pubblica” perché, finalmente, il Comune di Napoli, con una recente delibera, ha messo fine alla querelle sulla gestione pubblica o privata dell’acqua.

Mentre la “scure tagliente” si abbatte inesorabile sulla scuola, in questa occasione molti si sono ricordati del ruolo insostituibile delle maestre, non solo nella gestione accorta e intelligente della delicata situazione, ma nel processo di crescita delle generazioni che si susseguono. Il sottosegretario Rossi Doria le ha indicate come “baluardo della democrazia”. Un concetto, un assunto che noi abbiamo potuto registrare da tempo e che possiamo testimoniare con la collaborazione in atto.

Mi piace riportare un passaggio di un articolo di Massimo Gramellini scritto all’indomani di un raduno dei compagni di classe delle elementari con la “maestra” ottantottenne: “Anche l’altra sera ha ascoltato con attenzione il primo e l’ultimo della classe declamare “bosco degli urogalli” e poi ha dato loro il voto: basso e però giusto, come sempre. Si aggirava fra i suoi scolari attempati distribuendo carezze ruvide e rimproveri dolci. Nel guardarla pensavo all’esercito silenzioso di cui quella donnina formidabile fa parte: le maestre elementari della scuola pubblica italiana che hanno tirato su una nazione con stipendi da fame, ma meritandosi qualcosa che molti potenti non avranno mai. Il nostro rispetto.
Prima di andare a dormire ci ha detto che averci avuti come alunni era stato, per lei, come riceverci in dono. Poi ci ha baciati sulla fronte, uno a uno. Sono rientrato a casa con addosso l’energia di un leone”.

A me che ho insegnato per 10 anni alle medie e 30 al liceo, mancava l’esperienza diretta con i bambini delle elementari; il Circolo “Eugenio Montale” con questa attività mi ha concesso la possibilità di porgere ai bambini briciole di sapere scientifico, ma di ricevere attenzione ed affetto in grande misura . Ho capito il “senso e il valore del dono” di cui parlava la maestra.