Il conclave ai tempi di twitter di L.Sandri

Intervista a Luigi Sandri
dalla trasmissione Radio3Mondo del 25/02/2013

Zichittella: “Buongiorno, buongiorno da Roberto Zichittella, ben trovati all’ascolto di Radio3Mondo, di questa nostra puntata di lunedì 25 febbraio, buongiorno a chi ci ascolta in diretta, a chi ci scaricherà in podcast, a chi ci sta seguendo anche in video grazie al collegamento streaming, visto che ci abbiamo qui nei nostri studi anche una telecamera che vi mostra il nostro studio…
Anche noi ci mettiamo poi nella scia del programma che ci ha preceduto, presentato da Giorgio Zanchini “Tutta la città ne parla”, parliamo anche noi quindi delle vicende vaticane, in particolare del prossimo conclave.
Il titolo, che abbiamo voluto dare alla nostra trasmissione “Il conclave ai tempi di Twitter”, perché sapete che il conclave, lo dice anche il nome, appunto prevede che gli elettori del papa, i 116 cardinali, che si chiuderanno fra qualche giorno nella cappella Sistina saranno appunto chiusi sotto chiave, isolati dal mondo, è ancora accettabile, concepibile nell’opinione pubblica mondiale, nel tempo della comunicazione globale, in tempo reale, questo isolamento. Bene, ragioniamo di queste cose con il nostro ospite, collegato con noi al telefono, è Luigi Sandri, che è vaticanista di lungo corso, è vaticanista della rivista “Confronti”, una pubblicazione mensile di fede, politica e vita quotidiana, ma anche un centro culturale, impegnato sui temi del dialogo tra le fedi e le culture. Buongiorno, Sandri!”

Sandri: “Buongiorno!”.

Zichittella: “Ecco, ricordo che anche Sandri è autore di un libro, pubblicato da Gabrielli Editore nel 2008, intitolato “Cronache dal futuro: Zeffirino II e il dramma della sua Chiesa”. E’ un libro, come si può dire, di fantareligione, fantateologia perché immagina come potrebbe trovarsi la Chiesa nel 2100 e quindi pensiamo che Luigi Sandri possa essere un po’ la persona adatta oggi per ragionare anche un po’ su degli scenari futuri per quanto riguarda la chiesa dopo il prossimo conclave.
Allora, Sandri, innanzitutto, ecco l’introduzione che ho fatto, quello che vi dicevo del titolo “Il conclave ai tempi di Twitter”. Io qualche giorno fa parlavo con un docente di religione in un liceo romano Pasquale Troia, biblista, che ha 400 allievi nel liceo Farnesina, lui diceva che hanno parlato di questi temi, del conclave, delle dimissioni di Benedetto XVI e gli studenti si sono stupiti e hanno detto: ma come è possibile che questi cardinali vanno lì nella Cappella Sistina, non hanno nessun collegamento, nessun contatto del mondo? Ecco questo rituale del conclave in quest’epoca che significato ha, ha ancora un senso?”.

Sandri: “Ma bisogna pensare alla ragione per la quale c’è questo isolamento, che c’è da diversi secoli. La ragione è che si vuole che i conclavisti, cioè i cardinali che votano, non abbiano influenze, tanto meno pressioni dall’esterno. Naturalmente una volta c’era solo il telefono, negli anni più recenti naturalmente, o la macchina fotografica, adesso c’è il telefonino, il twitter, tutto questo. Se si permettesse l’uso di queste macchine, diciamo così, naturalmente i cardinali potrebbero sentire qualcuno, essere raggiunti.
L’idea di farli stare isolati porta a tagliarli via da ogni macchina modernissima che permetterebbe loro di stare con il mondo. Si può discutere di questo, ma il problema è molto più a fondo. Si tratta di sapere se sta in piedi, a prescindere dal telefonino, un istituto come il conclave dove entrano dei cardinali che sono eletti solo dal papa, e quindi il sovrano assoluto, non la piccola ristrettissima cerchia di coloro che dovranno eleggere il suo successore, o non si dovrebbe o non si potrebbe far sì che questo circolo, diciamo così, sia aperto, per esempio, ai rappresentanti delle conferenze episcopali, quindi eletti dai vescovi, o anche come due anni fa ha proposto la rivista “Möhring” dei gesuiti statunitensi ad una rappresentanza di laici, uomini e donne: questo credo che sia il punto della questione”.

Zichittella: “Ecco secondo lei sarà possibile in un futuro prossimo un’evoluzione di questo genere per quanto riguarda il conclave o ancora ci vorrà molto tempo?”

Sandri: “Io penso che sarà possibile. Porterò un esempio…”.

Zichittella: “Prego!”.

Sandri: “La chiesa romana spesso, Ratzinger in particolare, ha ripetuto che bisogna essere attaccati giustamente alla tradizione. Ebbene guardiamo la tradizione! La chiesa copta di Egitto per esempio, come fa a eleggere il suo capo, che è il papa, ricordiamo, di tutta l’Africa, questo è il suo titolo”.

Zichittella: “Sì”.

Sandri: “Ebbene proprio nel novembre scorso quindi…”.

Zichittella: “Sì, è caduto pochi mesi fa, ne abbiamo parlato anche qui in trasmissione…”.

Sandri: “Ecco, che cosa hanno fatto? Hanno fatto un lungo processo per scegliere dei possibili candidati, alla fine sono rimasti in tre, e hanno preso tre pietre preziose, diciamo così, accanto ad ogni pietra hanno attaccato un bigliettino con un nome, poi mentre si pregava e si invocava lo Spirito Santo un bambino, bendato, con la sua piccola mano ha tirato fuori questa pietra, e il nome che vi era collegato è diventato il patriarca, Tawadros II, della chiesa copta d’Egitto. Questo è un modo per dire che bisognerebbe trovare il sistema di combinare la democrazia, la ricerca, in qualche modo affidarsi alla Provvidenza, perché ci sono tre possibili candidati. E nella chiesa russa, per esempio, nella chiesa ortodossa russa l’elezione del patriarca avviene da parte di una grande assemblea, che si chiama il concilio locale, di 700 persone, dove son presenti i vescovi, ma anche un uomo, una donna, un monaco, una monaca della singola diocesi, e il risultato del voto è pubblico. Quindi c’è già oggi nelle chiese non cattoliche un sistema di voto pubblico – non parliamo delle chiese protestanti che sono molto più aperte sul lato della democrazia – quindi certamente nel futuro si potrà e si dovrà fare, altrimenti la chiesa romana sembra una cittadella assediata che non vuol fare i conti con la modernità”.

Zichittella: “Ecco, Luigi Sandri, vaticanista della rivista “Confronti”, questo è il primo conclave che si svolge sia dopo la vicenda di WikiLeaks di Assange sia dopo la Vatileaks, la cosiddetta Vatileaks, quindi l’uscita di documenti riservati da parte del Vaticano. Quindi c’è una forte pressione dell’opinione pubblica e anche una grande volontà di trasparenza, si può dire che ormai vite e carriere delle varie personalità pubbliche sono messe in piazza, non c’è cosa che qualcuno ha commesso, ha compiuto nel passato che possa quasi più restare segreta. Ci sono anche in questi giorni queste rivelazioni, queste indiscrezioni su comportamenti più o meno inappropriati di cardinali nel corso degli anni, c’è stata sabato la reazione molto dura della segreteria di stato con un comunicato ufficiale che appunto ha stigmatizzato questi tentativi di condizionare il conclave. Ecco questi condizionamenti possono veramente arrivare sui cardinali e influire sulla scelta del conclave secondo lei?”.

Sandri: “Ma io penso di sì, perché ogni cardinale viene da qualche parte del mondo, dall’America latina, dall’Africa, dall’Asia, dall’Europa, e quindi sente in questi giorni a casa sua nella sua città avrà sentito gente, avrà visto la televisione, avrà letto i giornali, si rende conto che non è più sostenibile una situazione del genere. Perché? Perché quando una chiesa come la chiesa romana pretende di dettare la norma sui principi non negoziabili in modo che le leggi degli stati siano coerenti con quella che il magistero ecclesiastico cattolico ritiene la vera natura umana e diventa, diciamo così, o pretende di essere una casa di vetro, non può poi pensare che la stampa, che i media stiano zitti di fronte al fatto accertato che alcuni cardinali, per loro stessa confessione, come quello di Los Angeles…”

Zichittella: “…di Mahony?”.

Sandri: “…di Mahony, in qualche modo hanno ammesso di aver tollerato dei preti pedofili. E viene fuori adesso la chiacchera, io poi non so se sia vera perché si può anche calunniare naturalmente…”.

Zichittella: “…certo sì, c’è il rischio delle calunnie, è ovvio…”.

Sandri: “…certo, questo è un bel problema, bisogna essere molto seri in queste questioni. Comunque dei cardinali da giovani preti hanno in qualche modo abusato di seminaristi, come può essere che queste persone entrino a votare per la scelta del vescovo di Roma? Qualche cosa stride in questa questione. Quindi invece di criticare i media, il Vaticano dovrebbe ringraziarli perché obbliga il Vaticano stesso, cioè la chiesa romana nel suo vertice, ad essere più coerente con le parole che dice e nello stesso tempo ad acquistare maggiore credibilità agli occhi di tutti, cattolici e non cattolici”.

Zichittella: “Ecco, Luigi Sandri, a proposito di trasparenza, anche di possibili scenari futuri, questa mattina su “Il Messaggero” c’è un’intervista a Greg Burke, che è stato per lunghi anni giornalista di Fox News, ha seguito molto anche le vicende della Chiesa, adesso è consulente del Vaticano per la comunicazione, ecco lui in questa intervista a “Il Messaggero” arriva a dire, ad ipotizzare, perché no, nel futuro anche delle conferenze-stampa da parte del pontefice, magari non del prossimo, ecco un’ipotesi così lanciata nel futuro. Lei che cosa ne pensa?”.

Sandri: “Io penso che già questo è avvenuto, di fatto. Quando Giovanni Paolo II° ha fatto i suoi viaggi nel mondo, sull’aereo molto spesso si è sottoposto a delle domande così dei giornalisti che erano con lui sull’aereo. E lo stesso ha fatto in qualche modo, seppure in maniera un po’ più ristretta, Benedetto XVI°. Non vedo nessuna, diciamo, difficoltà perché questo non avvenga in modo più chiaro, più esplicito e ufficiale. Prima o poi un papa verrà in sala stampa vaticana a rispondere alle domande dei giornalisti, è del tutto ovvio che ciò accada”.

Zichittella: “Ecco sempre ragionando di futuro, perché ripeto lei ha scritto questo libro “Cronache dal futuro”, pubblicato da Gabrielli editore. Lei in un articolo su “Confronti” ha auspicato per il nuovo pontificato due gesti: una spoliazione del potere e la riforma evangelica della chiesa romana. Può spiegarci brevissimamente cosa intende dire? ”.

Sandri: “Certo! Giovanni Paolo II°, lui stesso nell’enciclica “Ut unum sint”, ha detto di essere consapevole che il papato così come è uno dei maggiori ostacoli alla riconciliazione tra i cristiani e si è detto disponibile a cambiare le forme storiche dell’esercizio di questo ministero senza cambiare la sostanza e lo stesso ha ripetuto Benedetto XVI° quando è andato ad Istanbul ad incontrare il patriarca ecumenico Bartolomeo I°.
Il problema del papato è una questione complessa, storica e teologica, è un nodo irrisolto. E uno dei nodi irrisolti è che nel papato, e quindi nel papa, si assomma una serie di poteri, che sono totalmente differenti uno dall’altro. Lui di fatto è anche un re. Il Vaticano è un piccolo, piccolissimo stato, un fazzoletto di terra, però è anche un sovrano. E’ il successore di Pietro, così si proclama, è il vicario di Cristo, è il sommo pontefice della chiesa universale. Tutti questi titoli, che terminano con quello più fondamentale, cioè servo dei servi di Dio, non possono stare insieme, cioè un papato che dà l’idea di potenza non sarà mai accettato dalle chiese non cattoliche e criticato sempre più all’interno della chiesa cattolica. Un papato spoglio del potere mondano e ricco di capacità di annunciare l’evangelo, penso che potrebbe essere un ministero riconosciuto nel futuro, dialogando insieme, probabilmente in un concilio, da tutte le chiese”.

Zichittella: “Ecco, Luigi Sandri, invece quando lei scrive di riforma evangelica nella chiesa romana, cosa intende? ”.

Sandri: “Intendo la rinuncia alla ricchezza. Cioè tutti devono vivere, quindi anche la chiesa romana deve avere del denaro per vivere, però c’è modo e modo di averlo e di gestirlo. La situazione dell’Ior, l’istituto per le opere di religione, che è una specie di banca del Vaticano, non risponde agli standard moderni di trasparenza. E questo dà, provoca profondo disagio anche all’interno dello stesso mondo cattolico. Bisogna arrivare ad un punto, veramente, in cui l’affermata chiesa romana come una casa di cristallo sia vera anche sotto l’aspetto economico che è quello che poi la gente più semplice capisce subito”.

Zichittella: “Luigi Sandri, una domanda secca per una risposta altrettanto secca. Sarà un conclave breve, lungo? Cosa può immaginare a questo punto?”.

Sandri: “Io lo penso relativamente breve perché le discussioni si faranno in questi giorni. Il punto è primo: come attuare il Concilio Vaticano II°?; secondo: se Giovanni Paolo II° prima e poi Benedetto XVI° l’hanno attuato in modo accettabile o no?; terzo: se il vescovo di Roma debba essere un italiano o un cardinale che viene da qualsiasi parte del mondo? Questi sono i nodi da risolvere”.

Zichittella: “A volo un SMS, Sandri. Benedetto XVI° ha detto che il Concilio Vaticano II° è stato travisato dai media, che cosa vuol dire? Lo chiede Sandro”.

Sandri: “No, penso che il papa dovrebbe ringraziare i media, attualmente i giornali devono semplificare i problemi. Ma così globalmente parlando la stampa ha fatto un grande servizio perché il concilio fosse conosciuto. Se non ci fossero i media, il concilio parlerebbe nel nulla e del nulla”.

Zichittella: “Bene. Mi sembra molto chiaro, grazie, grazie davvero, Luigi Sandri, vaticanista della rivista “Confronti”, ospite di questa mattina qui da noi a Rai3Mondo

Sandri: “Grazie a voi!”.