La morale arcaica postmodernizzata di L.Menapace

Lidia Menapace
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Allo stesso modo che viene chiamato modernità il ritorno sindacale al feudalesimo delle corporazioni, così vien gabellata per postmodernità una morale che dicendosi “globale” ingloba soprattutto i vari fondamentalismi religiosi. Sicché andare a vedere che dice il testo sacro più noto in Occidente e che fa da sostrato alla morale e a volte anche da fonte giuridica positiva (cioé la Bibbia), è fondato. Andiamo dunque a vedere che cosa dice la legge mosaica, quella appunto che Mosè ricevette un bel po’ di secoli prima di Cristo, sul monte Sinai, secondo il racconto biblico. Magari su aborto adulterio libertà delle donne. E’ interessante vedere che le donne non sono considerate persone, bensì proprietà, almeno da quando il popolo eletto smette il nomadismo e diventa stanziale. Nemmeno la madre ha potestà sul figli: infatti quando Abramo si sottomette alla richiesta divina di sacrificare il suo unico tardivo desideratissimo miracoloso figlio legittimo Isacco (ne ha anche uno naturale dalla schiava Agar, Ismaele, che diventa il capostipite dei popoli arabi) e si incammina con lui verso il monte del sacrificio, non avvisa nemmeno la moglie Sara, che gli mette un muso storico e non gli rivolge mai più la parola.

Faccio riferimento ad alcuni testi che sono stati trasferiti nell’ordinamento cristiano e magari attenuati nella tradizione: ad esempio il comandamento che dice “Onora il padre e la madre” e basta, nella legge di Mosè continua “e non cacciarli di casa quando sono vecchi”. Infatti l’usanza presso i popoli nomadi era di abbandonarli e lasciarli morire: presso i popoli nomadi che non possono avere con sè persone incapaci, chi si ammalava o diventava vecchio/a veniva lasciato indietro e moriva di fame o freddo o malattia o vecchiaia pian piano, pare sia una morte dolce.

Quanto al comandamento che viene considerato una condanna dell’infedeltà coniugale a favore delle donne, quello che dice: “Non desiderare la donna d’altri”, nel testo antico afferma “Non desiderare la roba d’altri, né la sua donna, il suo asino, la sua vacca ecc.” Cioè il comandamento condanna l’invidia verso la proprietà altrui. L’infedeltà coniugale era invece punita con la lapidazione (ancora oggi, in paesi di islamismo fondamentalista) formalmente per ambedue i generi. Non si ha però alcuna notizia di lapidazioni di mariti infedeli e lo stesso Gesù Cristo smaschera l’ipocrisia, quando prende le difese dell’adultera e la libera dalla lapidazione suggerendo ironicamente ai lapidatori senza peccato di scagliare la prima pietra. Si dileguano, a cominciare dai più vecchi, dice il testo evangelico.

Quanto all’aborto, Qohelet un testo di alta poesia, quello di Vanità delle vanità e tutto é vanità, dice:”meglio un aborto che svanisce nel nulla, che una vita infelice”: suppongo si tratti di aborto spontaneo, ma il testo non lo dice e si adatta pure a quello volontario. Invece i testi giuridici sono sempre attenti al danno alla proprietà. “Se uno causa un danno facendo abortire o morire una donna o una cavalla, deve un risarcimento al proprietario della cavalla o al marito della donna”. La stessa impronta proprietaria a proposito di verginità: é richiesta come testimonianza che la merce è fresca e mai usata da altri. Dice il Vangelo che Giuseppe, che era un giovanotto gentile e discreto, trovata incinta Maria prima che si fossero sposati, la rimanda a casa di nascosto , come per protestare la merce che non era secondo i patti. Lo stesso significato ha in tutte le civiltà l’uso di comprare la, moglie, e quello di fare la dote alle figlie.

Dopo la Rivoluzione francese non dovrebbe essere più così, ma ci volle una richiesta specifica contenuta nello scritto:” I diritti della donna e della cittadina”, con il quale Olympe de Gouges richiede di avere il diritto di andare a scuola per le bambine, e quello di non morire di parto con adeguata assistenza per le donne. Chiede anche di poter dare il proprio cognome alla figliolanza. L’attuazione tarda molto, perché non si supera una cultura millenaria in pochi decenni.

Finalmente eravamo arrivate ad ottenere alcune cose, che ora nella crisi del capitalismo, il patriarcato vuole riprendersi: La vendetta è molto pesante. Le donne sono sparite dal discorso economico: sembra che ci siano solo disoccupati, esodati, precari. inoccupati, le donne sono coperte sotto la dizione “Famiglia” e vien loro attribuito il compito di mettere in piedi il “Welfare domestico”, cioè di fare tutti i servizi sociali a domicilio e senza salario, vuol dire la schiavitù. Lo stesso modo per l’aborto: forse non ci sarà lo scontro frontale, che suscita attenzione e muove l’agire, ma – dopo che papa Francesco ha recentemente dichiarato che il prodotto del concepimento è persona fin dal primo attimo del concepimento- lasciano fare all’obiezione di coscienza dei medici: ricomincia l’aborto clandestino pericoloso costoso e criminale. E’ il capitalismo , ragazze, quando poi si allea col patriarcato ancor più pericoloso e rovinoso: aveva ragione Rosa Luxemburg a dire che quando la crisi del capitale è strutturale, o si fa l’alternativa o si cade nella barbarie: socialismo o barbarie, per ora vincono i barbari. .

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Parità

Lidia Menapace

La pura imitazione dell’esistente, senza nessun giudizio in merito, mi pare stupida, oltre che criminale in questo caso.

La parità non è copia, nè lo è l’uguaglianza . Non sempre é facile la chiarezza in questa materia e -di fronte all’emancipazionismo fotocopia del maschile (emancipazione delle scimmiette, dicevamo)- ho sempre cercato di spiegarmi con esempi.

Finora non avevo trovato di meglio che il seguente, da me più volte citato:”Tu vuoi tutto ciò che un uomo ha e fare tutto ciò che un uomo fa. Ma se sei contraria alla pena di morte, continui a lottare per la sua abolizione, o prima lotti perchè anche le donne abbiano accesso alla carriera di boia? o per la parità amministrativa e il progresso: ogni comume abbia la sua ghigliottina, vero strumento di uccisione legale più “umanitario” e perfezionato, che può essere usata anche da chi non ha nè muscoli potenti, nè braccio saldo? oppure ti interessi che la sedia elettrica sia eseguita col massimo di perfezione, o che i gas letali siano efficaci o che le pozioni velenose facciano concorrenza al cianuro di hitleriana memoria?” Ricordo sempre che una volta ebbi la risposta:”Per la parità, prima la carriera di boia”. Deprimente.

Ma deprimente è davvero l’emancipazione quando non si ferma al terreno dei diritti sanciti e diventa un generico tentativo di copiare acriticamente il maschile.

Ho trovato un nuovo “esempio”. Padre e madre arrivano in un parcheggio, hanno in macchina un neonato di quattro mesi, che lasciano lì e vanno a giocare alle macchinette, ambedue malati di ludopedia, forse, comunque ambedue sbadati, distratti, che aggettivo usare, mi sembrerebbe giusto dire colpevoli. Però un perfetto esempio di parità regressiva!

Voglio dire che la pura imitazione dell’esistente, senza nessun giudizio in merito, mi pare stupida, oltre che criminale in questo caso.

A ciò che ho detto finora, voglio aggiungere un altro argomento. Una forma importantissima di parità è quella messa in atto da ormai sempre più numerosi giovani padri, divenuti esperti, disinvolti gestori dell’infanzia, in modi che fino a poco tempo fa erano caratteristici solo delle donne, madri e non, facevano parte -per così dire- del Dna del genere femminile. Benissimo, una vera mutazione antropologica, che secondo me avrà molti effetti anche sulla sessualità maschile.

Un vero guaio sarebbe se invece le donne -madri e non- rispondessero abbandonando tutto il sapere accumulato -sia pure nell’oppressione- per regredire a ignoranti e insicure. Insomma quelle giovani donne, madri e non, che non sanno più nulla del materno, ma vogliono essere bulle o quelle altre non meno disperanti che vogliono essere dominate e persino sostengono che la violenza maschile è giusta, un istinto naturale! “Moderno” “avanzato” “progressivo” non saper fare nemmeno un uovo fritto, nemmeno cucire un orlo, nemmeno fare una sciarpa a maglia diritta. E’ stupido non voler mantenere organizzare scegliere il sapere materiale che abbiamo accumulato e che fornisce una manualità eccellente e una mente organizzativa di grandi possibilità .

Anni fa chiamavo tutto ciò Scienza della vita quotidiana e dichiaravo che Docenti ne erano le disprezzate casalinghe. Sulla scienza della vita quotidiana poggia l’economia della riproduzione, cerchiamo di non perdere l’occasione, il patriarcato è forte vendicativo e potente. Ma ha torto.