Miracolo a Bologna: Davide batte Golia

Paolo Flores d’Arcais
http://temi.repubblica.it/micromega-online

Domenica è avvenuto un miracolo, ma l’establishment ha ordinato di battezzarlo “flop” e i media della disinformazione unica sono scattati sull’attenti e hanno intonato un pronto “obbedisco!”.

Il miracolo è avvenuto a Bologna. Da una parte una trentina di cittadini, senza risorse se non una grande passione civile e l’amore adamantino per la Costituzione repubblicana. Dall’altra tutti i poteri della città, ma proprio TUTTI: dal cardinal Caffarra al sindaco Pd, dalla confindustria alle coop, da Comunione e liberazione alla Lega, fino alla ciliegina di Romano Prodi. Le parrocchie scatenate come ai tempi della guerra fredda, di Gedda e delle madonne pellegrine. Le sezioni Pd con l’ordine tassativo di mobilitarsi (l’ha fatto solo la nomenklatura di partito). I media locali allineati e intruppati come una falange macedone.

Eppure i laici-laici hanno vinto con un perentorio 59% contro il 41% del Potere unificato clerico-partitocratico-affaristico-mediatico. Davide contro Golia, ma un Davide che non aveva neppure la fionda. Un miracolo. Che sarebbe un flop perché comunque a votare è andato meno di un cittadino su tre. Non si rendono conto, i megafoni e i lacchè dell’establishment, che si danno la zappa sui piedi? Gli strumenti per una mobilitazione di massa ai seggi li avevano solo il cardinale e il sindaco, ma se con tutto l’enorme dispendio di mezzi materiali e di grancassa “giornalistica” sono riusciti a portare alle urne solo 35 mila pecorelle obbedienti, suona davvero ridicolo e risibile che giudichino un flop i cinquantamila elettori che sono stati convinti da un pugno di cittadini liberopensanti e del tutto privi di mezzi e di potere. A Roma questo si chiama “conzolasse co’ l’ajetto”, cari signori della Curia e del Partito.

Naturalmente il comune, in mano al Pd (Partito doroteo), andrà avanti come se nulla fosse accaduto, continuerà a beneficiare la scuola privata sottraendo risorse a quella pubblica, toglierà cioè alla scuola di tutti per regalare soldi di tutti alla scuola di pochi e “dei preti”, calpestando il risultato del referendum (tanto era consultivo!) e irridendo alla Costituzione, che le scuole private le tollera solo se “senza oneri per lo Stato”. E’ allora sperabile che il comitato “articolo 33” non si sciolga ma rilanci, e anzi si trasformi in una organizzazione di più generale “cittadinanza attiva”, chieda le elezioni comunali anticipate e vi partecipi. Il non-voto in tutte le città, ormai di dimensioni gigantesche, sottolinea il divorzio dai partiti esistenti, e l’insufficienza del solo M5S.