Scuola separata di A.Shiri

Cara redazione,
vi invio un articolo che uno dei miei figli afgani che è arrivato a 14 anni ed ora è maggiorenne ha scritto per il giornale di Bolzano, dove lui vive. L’articolo gli è stato richiesto per la decisione del presidente della regione di istituire le scuole separate per gli stranieri.

Un abbraccio
Misa Chiavari (Roma)

Scuola separata

Alidad Shiri

Presidente, Luis Durnwalder, io non sono d’accordo per niente con la Sua proposta della scuola per gli immigrati. Sono loro la ricchezza per il nostro Paese per tutti noi, e non potrebbero fare altro che arricchire la nostra formazione ed aiutarci una buona volta ad abbattere questo muro che ci divide e soprattutto arginare l’ odio, i pregiudizi, sempre dietro l’angolo. E’ una società così priva di valori la nostra che tutto ciò che e’ nuovo spaventa, terrorizza e suscita in noi quasi un sentimento di vergogna al solo pensiero di dover osare tendere la mano verso qualcuno che non e’ stato fortunato come noi.

Io so perfettamente perché ci si comporta così, perché per l’ essere umano, la tolleranza e l’ altruismo sono difetti e viviamo in un contesto sociale in cui l’ individualismo e’ così diffuso da soffocare ed impedire qualsiasi sviluppo di sentimenti positivi verso coloro che secondo molti sono IL DIVERSO. A puntare il dito contro e a giudicare siamo tutti bravissimi. Complimenti. Ma a comprendere e sapere ascoltare e accompagnare le persone bisognose no; solo perché provengono da un luogo diverso dal nostro ciò non significa che siano da considerare nemici.

Ma la nostra tendenza e’ sempre quella di dover semplificare tutto e ridurre la realtà a un pezzo di fango e indurire il nostro cuore trasformandolo in un marmo gelato al sole, che nessuno potrà sciogliere fino a quando qualcuno non farà un primo passo. Ma a che cosa serve dire tutto questo? A nulla, assolutamente a nulla… Resterà sempre tutto così assurdo e inconcepibile. Noi siamo nel giusto, loro nel torto. Troppo facile. Ma ripeto che tutto questo nasce dall’ istinto umano di voler semplificare la realtà, senza fare sforzi inutili per cercare di avvicinarci un po’ a queste persone che potrebbero darci davvero molto, se solo imparassimo a vederle e a conoscerle, interrompendo questo silenzio.

Fino a quando continueremo a pensare che le persone che scappano dai loro paesi e arrivano da noi lo facciano solo per rovinarci o invadere il nostro territorio, tutto apparirà come qualcosa di negativo, inutile e pericoloso. Ma pensateci bene. La nostra economia e’ sorretta dall’ impegno di queste persone che sono disposte a qualsiasi sacrificio pur di cominciare una nuova vita. Solo perché noi non abbiamo vissuto esperienze drammatiche come le loro possiamo permetterci di odiarli? Questo e’ un mondo senza pietà, dove i sentimenti peggiori riescono a venire alla luce e dove nessuno di noi alza il dito per capire che loro sono esseri umani e che hanno il diritto di vivere come noi.

E così come potremmo, magari, essere noi un aiuto per loro, potrebbero esserlo anche i loro figli per noi. Potrebbe essere una nuova educazione che non guasterebbe e non danneggerebbe nessuno in alcun modo. Una persona cambia grazie anche agli incontri che fa. E allora diamoci l’ opportunità di conoscere e di crescere assieme ai nostri fratelli e alle nostre sorelle con i quali possiamo condividere moltissime esperienze. Proviamo ad immedesimarci in coloro che sono obbligati ad abbandonare tutto e tutti nel loro Paese d’ origine. Persone e luoghi che forse non potranno mai più vedere nel corso della loro vita.

Fuggono con le lacrime agli occhi, tra polvere e fumo, sotto pioggia e grandine o sotto il sole cocente, con un cuore più pesante di un macigno nel petto che non riesce nemmeno più a battere dal dolore che ne lacera ogni parte. Chissà quanto lasciano? Parenti, amici, genitori, magari figli e marito tutte persone che fino a poco prima erano tutta la loro vita. Fermiamoci a pensare. Non e’ mai troppo tardi per cambiare e per aprire il proprio cuore verso chi ha bisogno di amore, di aiuto e di essere accolto. Ricordate quando molte persone dovettero scappare dall’ Italia e rifugiarsi in altri Stati, tipo l’ America, Svizzera ecc…

Erano state divorate in una situazione drammatica, sicuramente più grande di loro e sono potuti andare via e vivere alcuni anni in un altro Stato, salvandosi la vita. E allora perché non vogliamo consentire anche ad altri questa possibilità? Bisogna osservare tutto dall’ interno ma anche dall’ esterno e smetterla di farci la guerra tra di noi perché tutto questo nuoce alle persone e lo sappiamo benissimo. Noi non siamo nati per vivere da soli, ma insieme, uniti in questo mondo. Ci sono migliaia di canzoni e testi scritti per la Pace in tutte le lingue del mondo, è giunto di momento di metterle in pratica e di aiutarci a vicenda. Riprendere in mano la situazione…stringendo il cuore e accarezzando la pelle di tutti.