Voto cattolico di M.Vigli

Marcello Vigli
www.italialaica.it| 06.06.2013

A Roma, alla vigilia del ballottaggio per l’elezione del sindaco, è tornata alla ribalta la questione del “voto cattolico”.

L’Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale, che in verità in questi giorni una martellante campagna pubblicitaria spaccia come “il giornale dei cattolici”, domenica 2 giugno ha pubblicato un Manifesto per il Campidoglio siglato da rappresentanti di alcune associazioni cattoliche che chiedono ai due candidati che si confronteranno al ballottaggio di esprimersi con chiarezza su alcune questioni particolarmente significative che stanno a cuore ai cattolici, e che riteniamo qualificanti per governare Roma.

Sono le questioni di sempre: finanziamenti alle scuole cattoliche, istituzione di registri per i testamenti biologici e per le unioni civili omosessuali.

Si tratta di temi di assoluta rilevanza sui quali chi si candida a governare Roma non può tacere: sono risposte determinanti per orientare la scelta consapevole dei cattolici e richiamarli alla responsabilità di esprimere il proprio voto.

I firmatari sembrano ignorare che l’assoluta rilevanza di questi temi non è condivisa non solo da molti altri cittadini, ma anche da molti altri cattolici consapevoli che le loro scelte elettorali devono fondarsi sulle soluzioni che gli aspiranti sindaci s’impegnano a dare a ben altri problemi.

Sono quelli che riguardano la qualità della vita dei cittadini romani.

Si pensava che, dopo l’elezione di papa Francesco, e sue “esternazioni” e, ancor più, i suoi primi significativi “gesti”, fosse chiaro che la cura degli interessi generali della società non dovesse in nessun caso essere subordinata a qualche favore offerto dalla politica alle questioni particolarmente significative che stanno a cuore ai cattolici. Non è, invece, così. Anzi i responsabili del Comitato “Identità e valori” promotore del Manifesto, non si sono limitati a divulgarle, ma, proponendosi come espressione dell’intero elettorato cattolico, hanno incalzato i candidati con due comunicati, che lo stesso Avvenire ha rilanciato nell’edizione del 4 giugno.

Mentre Marino ha evitato di lasciarsi trascinare in un dibattito su questioni, che di fatto sono in gran parte di competenza del Parlamento o del Governo, intervenendo con dichiarazioni rispettose dell’interesse generale senza nascondere le sue personali opinioni, Alemanno ha cavalcato l’occasione offerta. Si è dichiarato contrario ad ogni forma di registro per il testamento biologico. Ha rivendicato quanto già fatto: “Nel cimitero Laurentino abbiamo aperto un’area per tutti i bimbi mai nati, che per noi non sono “rifiuti ospedalieri”. Allo stesso modo ha ricordato i contributi alle scuole private. Ha tappezzato la città con manifesti sull’argomento rivendicando le sue benemerenze e dichiarando la sua adesione alle finalità del Manifesto degli integralisti. A dargli sostegno sono intervenuti, scrive l’Avvenire, anche i pidiellini Maurizio Gasparri, che giudica «estreme e negative» le posizioni di Marino, e Maurizio Sacconi, che parla di valori “messi in discussione da un fronte ideologico che incorpora opportunisti e relativisti”.

Ovviamente quel Manifesto, che dà voce alla legittima posizione di un gruppo di cattolici, non sarebbe rilevante se non fosse stato accolto e rilanciato dal giornale della Cei, che in tal modo, avalla le loro domande e la loro pretesa di esigere risposte, in verità molto prevedibili.

Si tratta di una sorta di legittimazione dell’appoggio, pur se non ostentato, alla candidatura del sindaco uscente da parte della gerarchia cattolica in sintonia con l’orientamento prevalente al suo interno prima dell’elezione del nuovo papa.

L’episodio, quindi, non è rilevante di per sé, lo diventa per una valutazione dell’impatto di tale elezione sulla realtà della Chiesa italiana e sulla possibilità che al suo interno possa trovare nuova eco la voce quei “cattolici adulti” che rivendicano la loro piena autonomia nelle scelte politiche rifiutando la equivoca pretesa che la loro appartenenza ecclesiale si trasformi in identità partitica.

Alcuni di loro hanno, infatti, preso la parola per stigmatizzare l’operazione elettorale sponsorizzata dall’Avvenire. In un loro comunicato, mentre rilevano l’opportunismo elettorale del ricandidato sindaco Alemanno, contestano la pretesa di alcuni clericali a proporsi come rappresentanti dei cattolici romani, la maggioranza dei quali non è disposta a scambiare con qualche bella dichiarazione, o magari con qualche sussidio in più agli asili confessionali, il diritto/dovere di valutare l’operato di Alemanno sulla base dei pessimi risultati dei cinque anni della sua amministrazione.