Due tre “cose neutre” che ci riguardano di G.Codrignani

Giancarla Codrignani
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Primo: mi viene in mente la prima volta che presi la parola a Montecitorio: sostenevo il voto contrario, per principio, agli MRCA Tornado (il Pci si astenne, perché il caccia era già in produzione). L’informazione non ha fatto molta strada: gli F35 sono aerei da combattimento di quinta generazione e la discussione al riguardo, iniziata nel 1997 si è conclusa nel 2002 (anzi nel 2007 con una correzione di spesa). Dovevano essere 131: per la spending review sono stati ridotti a 90. L’Italia partecipa al 5% dell’investimento (solo l’Inghilterra con il 10) e Robert Gates ha anticipato che, se entro due anni non si risolvono alcuni seri problemi di progettazione, gli Usa si ritirano. I soliti partiti potevano certo sforzarsi prima, ma anche noi dei “movimenti”, non potremmo cercare di conoscere i fatti al loro nascere e fare campagne più risolutive? Non possiamo scaricare tutto sulle spalle dei lavoratori di un settore che, ahinoi, “tira”, proprio quando una partita è in dirittura d’arrivo.

Secondo: sono appena trascorse due date significative per l’impegno delle Nazioni Unite, il 13 la giornata dei rifugiati, il 26 quella contro la tortura. I rifugiati (e le rifugiate, che, oltre a tutti i rischi comuni, vengono anche violentate) non sono “immigrati”; ma diventa sempre più difficile distinguere chi corre pericolo per ragioni politiche (le donne sempre scomode: adesso chiederebbero l’asilo se fuggono dalle mutilazioni genitali femminili) o per non morire di fame o di guerra. Contro la tortura c’è una Convenzione: l’Italia l’ha ratificata dopo il Cile di Pinochet, ma non ha ancora una legge applicativa, senza la quale le ratifiche restano carte morali. Continueremo a produrre i casi Cucchi e le impunità?

Ultimo: non posso non condividere la decisione della Corte americana. Finalmente l’amore viene, anche solo mentalmente, prima della riproduzione anche nell’istituto matrimoniale e familiare (per i cattolici, che l’amore è principio “fondante” l’ha detto il Vaticano II; prima era solo riproduzione, mutuo aiuto e quel remedium concupiscentiae che fa vergogna). Ma condivido una riflessione femminista formulata da un’etero che non si era accorta dell’abuso implicito nel sentirsi “normale” e che sente da gran tempo di doversi giustificare: il problema delle persone Lgbt è un problema di diritti umani, ma anche di ripensamento della storia. A me non era bastata l’emozione di leggere Oscar Wilde: era rimasta compassione. Occorre pensare ai milioni di persone perseguitate perché “diverse”, fuori dalla presunzione della “norma”.

Degli uomini si è sempre saputo per la stupidità degli atteggiamenti convenzionali, ma nessuno ha mai posto, che io sappia, la questione del numero sterminato di donne che, nei secoli, hanno subito un ruolo precostituito, sono state sposate, hanno avuto figli senza conoscere il piacere, consolate dalla religione che le esentava dal peccato, che hanno deluso il marito senza neppure capire nulla di sé.
Che fatica la costruzione della libertà responsabile non solo di sé.