Paura dei poveri. Paura del Papa di J.M.Castillo

José Maria Castillo
www.viandanti.org, editoriale del 6 luglio

E’ un fatto che nella Chiesa sono numerose le persone alle quali non piace papa Francesco. Anzi, è un fatto anche che nella Chiesa ci sono persone che hanno paura di questo papa. Una paura che si spiega non solo perché Francesco è un uomo che non si adatta alle abitudini e alla maniera “normale” di procedere dei papi che abbiamo conosciuto, ma anche perché Francesco non smette di parlare di un tema che, a quanto pare, rende nervose non poche persone. Mi riferisco al tema dei poveri.

Non so cosa abbiano i poveri perché, quando si pone il loro problema, siamo in molti (mi ci metto anch’io, certamente) a sentirci male, soprattutto quando si presenta in profondità, con tutte le sue cause e conseguenze.

La denuncia

Inoltre, e questa è la cosa più grave, questo papa non si limita a ricordarci l’amore che dobbiamo avere nei confronti dei bisognosi, ma, oltre a questo e soprattutto a questo proposito, nei suoi discorsi e nelle sue omelie è solito scagliarsi contro la gente di Chiesa, denunciando, senza peli sulla lingua, i funzionari della religione che non fanno quello che devono fare, che si comportano come degli arrampicatori che vogliono solo piazzarsi in posti di potere, guadagnare denaro e vivere bene. Francesco è arrivato persino a denunciare pubblicamente i mafiosi vestiti con la sottana. Non eravamo abituati a questo linguaggio sulle “auguste labbra del Pontefice”, com’era solito esprimersi L’Osservatore Romano ai tempi di Giovanni XXIII, il quale tagliò corto con una tale sciocchezza nel modo di parlare.[…]

Non vi è dubbio che di nuovo si sta verificando esattamente quello che ripetono insistentemente i vangeli: i sommi sacerdoti del tempo di Gesù, con le altre autorità religiose, anziani e scribi, “avevano paura” (Mt 21, 26. 46; Lc 20, 19; Mc 11, 18; Lc 22, 2; Mc 11, 32; 12, 12). Paura di chi? Della gente, del popolo, dei poveri. Così dicono i testi dei vangeli. Come dicono anche che Gesù a bruciapelo disse in faccia a loro che avevano trasformato il tempio in un “covo di banditi” (Mt 21, 13; cf. Ger 7, 11 par). Per questo il papa non ha avuto riguardo nel ripetere, riferendosi a determinati ecclesiastici attuali, che sono dei “ladri”. E Francesco aggiungeva: “lo dice il Vangelo”.

È solo l’inizio?

Ci sono alcuni che si lamentano che questo papa non prende decisioni. Perché non toglie alcuni e mette altri nei posti più importanti della curia. Nessuno sa quello che il papa Francesco pensa di fare. Quello che sappiamo è quello che ha già fatto. Fino ad ora, ha fatto per lo meno due cose che sono evidenti per tutti:
1) Ha adottato uno stile di vita, che non è quello che eravamo abituati a vedere nei papi fino ad ora.
2) Si è schierato decisamente a favore dei poveri e parla molto duramente contro i ricchi e gli arrampicatori che cercano potere e privilegi.

Si limiterà a questo? Credo di no. Siamo all’inizio, non è che l’inizio. E questo fa più paura ad alcuni. In ogni caso, non sarà male ricordare che Gesù ha fatto la stessa cosa che fino ad ora sta facendo questo papa: condurre una vita austera e avere una libertà per parlare e fare certe cose; un comportamento che, come al tempo di Gesù, irrita alcuni. Francesco fa impazzire i più osservanti di non poche tradizioni che nei settori più tradizionalisti della Chiesa si consideravano intoccabili.

Il motore del cambiamento

E – chi l’avrebbe detto! – le due cose che ha già messo in moto Francesco – che sono quelle che ha messo in moto Gesù – sono state (e continuano ad essere) il motore del cambiamento nella storia: 1) uno stile di vita semplice e solidale; 2) un’opzione preferenziale per i poveri, che sposta le persone privilegiate ed importanti, fino a metterle all’ultimo posto.

Papa Francesco non ha conferito incarichi e non ha preso decisioni clamorose. Si è limitato a mettere al centro delle sue preoccupazioni quello che ha messo Gesù al centro delle sue preoccupazioni: la sofferenza dei poveri. Questo ha messo la paura in corpo a quelli che desideravano un papato con altre pretese. Le pretese degli arrampicatori e l’ambizione dell’osservanza che può ben occultare un’etica dubbia, forse contraddittoria con il comportamento della gente onesta.

E finisco. Vi assicuro che per me è indifferente che il papa sia progressista o conservatore, ciò che m’interessa veramente è che papa Francesco si sia centrato e concentrato sul Vangelo: non smette di parlare di Gesù, di ciò che ha fatto e detto Gesù. Qualsiasi ideologia abbia, se è identificato con Gesù, mi sento spontaneamente identificato con il papa. Né più e né meno.

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José Maria Castillo, membro della Compagnia di Gesù fino al 2007, è stato professore di teologia dogmatica presso la Facoltà di Teologia di Granada e visiting professor presso l’Università Gregoriana (Roma), l’Università Pontificia Comillas (Madrid) e l’Università Centroamericana “José Simeon Cañas” (El Salvador). L’articolo è apparso l’11 giugno scorso nella sezione dedicata alla religione dell’importante portale dell’informazione socio-religiosa in lingua castigliana www.periodistadigital.com. Traduzione dallo spagnolo di Lorenzo Tommaselli per http://www.ildialogo.org.