L’ANGOLO della GRU: Le donne e lo straniero di A.Bifulco

Aldo Bifulco
Cdb Cassano – Napoli

Parlando con Giusi Di Natale, una donna dei “pollici verdi”, l’associazione che ha trasformato il “Parco Corto Maltese, in un luogo pulito, efficiente e vissuto tanto da somigliare (a detta di Luca Rossomando “la Repubblica” del 23 giugno 2013) ad un quartiere di città come Marsiglia, Barcellona, Valencia, di sua figlia Noemi, ho capito che poteva venir fuori un’intervista interessante.
“Sono Noemi De Cicco, ho appena sostenuto l’esame di stato, ma la mia mente già viaggia per altri lidi. Sto già studiando perché vorrei partecipare alle selezioni di “medicina”. In alternativa mi scriverei ad “ingegneria”. La mia più grande passione è “viaggiare” e vorrei poter lavorare in un ambito che mi consentisse spostamenti in varie parti del mondo.

A tale proposito, so che sei stata in Cina. Già qualche anno fa ho intervistato un nostro giovane che lavora come cuoco in Cina. Tu perché e come ci sei andata.
Ci sono andata tramite “Intercultura ONLUS”. Sono partita con tanti pregiudizi e preoccupazioni:”stai attenta perché i Cinesi non gradiscono il contatto fisico, trattieniti dall’abbracciarli!”. Sono stata accolta dalla “mamma cinese” (li considero come un’altra famiglia) con un caloroso abbraccio ed ora non riesco a contare il numero degli abbracci che hanno costellato i dieci mesi di permanenza in questo paese. La Cina è un bellissimo paese, anche se soffre dell’inquinamento atmosferico che imperversa in tutto il mondo. Sono stata ad Haerbin, a nord-est, un città fondata dai Russi, freddissima con punte di -40°. Si costruisce con una rapidità spaventosa…..se penso alla Metropolitana e all’Università di Scampia…
Ho voglia di riprendere il cinese partecipando ad un corso per esterni all’Orientale.

Mi piace molto il tuo nome, Noemi. Un nome di origine ebraica che vuol dire”gioia, delizia” e mi porta alla mente un libro dell’Antico Testamento, il libro di Ruth che mi piace molto. E’ una storia di donne che affronta anche la questione dello “straniero”. Proprio ieri ci ha lasciato Margherita Hack, “l’amica delle stelle”, una grande scienziata moto attiva nelle promozione della donna nella società italiana, partendo dall’assunzione della necessità di una responsabilità diretta.
Per me è inconcepibile la donna che si chiude nel “recinto domestico”, magari assoggettata al “potere maschile”. Essa deve avere necessariamente una propria autonomia. Rimango allibita quando sento delle ragazzine parlare e pensare già “al matrimonio”. Le donne hanno un ruolo significativo nella riqualificazione del Parco “Corto Maltese”; scendono per pulire, per animare la realtà. Stanno creando le condizioni per far nascere una vera “comunità” che si sta riappropriando del proprio territorio. Sembrano lontani gli anni della …”spazzatura”!

E’ donna anche la “ministra dell’integrazione” del Governo italiano. Cécile Kyenge è donna, e per giunta di “colore”. Ha subito attacchi furiosi e volgari da parte di alcuni “leghisti”, fortunatamente bloccati dagli stessi compagni di partito. Fa parte del suo programma la legge sullo “ius soli”, il diritto di cittadinanza italiana per chi nasce sul suolo italiano, da genitori stranieri. Il “Forum antirazzista” della Campania ha promosso un appello per chiedere al Parlamento la discussione e l’approvazione di questa legge. Che ne pensi?
Secondo me le persone che nascono nel nostro paese e che decidono di viverci stabilmente, a prescindere dalle origini, dalla cultura e dalla religione, dovrebbero essere di diritto “cittadini italiani” Il razzismo è incompatibile con la nostra cultura. Basta con i “paletti”!
La presenza di persone di altra cultura rappresentano una ricchezza per il nostro paese.
Il concetto di “straniero”non mi appartiene, io mi sento “una cittadina del mondo”.