I 3 P della responsabilità di B.Manni

Beppe Manni
Gazzetta di Modena, 28 settembre 2013

L’altro giorno al Settembre Formiginese, mentre il sindaco stava aspettando il suo turno per mangiare due burlenghi, un cittadino si mise a sedere vicino a lui e gli chiedeva di intervenire per i rumori assordanti sotto casa, un altro per un semaforo che non funzionava. La sera dopo al Festival di Modena, un importante uomo di governo ha finito il suo intervento: battimani complimenti e ossequiosi saluti poi ‘blindato’ viene portato al ristorante.

Ho l’impressione che i ‘grandi’ politici scelti da noi, non abbiano il contatto con i reali problemi della gente e spesso, implicati in complessi giochi di potere, non sanno o non vogliono interpretare le necessità vere del popolo. Il mio non è greve populismo.

Le religioni fanno pregare i loro fedeli per i re, i pastori e i governanti perché Dio li protegga affinché cerchino il bene comune dei popoli, la loro prosperità e la pace. In antico ai tempi di non democrazia, i re amavano essere chiamati non politici ma pastori e padri del popolo. I filosofi che si sono alternati nella splendida cattedra di Piazza Grande di Modena per il Festival della Filosofia quante volte hanno parlato della felicità dei popoli. Oggi chi tra i nostri politici osa più parlarne?

Non solo di posti di lavoro, di Iva e Imu, di spread e cassa integrazione…Ma di ben-essere, stare bene, vivere in pace. Ad esempio il nostro nuovo sindaco vorremmo che pensasse ad una città più sicura e dialogante nella quale ciascuno di noi possa vivere tranquillo, camminare a piedi con i suoi bambini, abbia più verde intorno a casa, in quartieri non blindati in villette circondati da inferriate per cani e bambini; condomini in cui i cittadini collaborano, negozi aperti nel vicinato. Una città bella da poter girare, da ammirare e da respirare senza più inutili e pericolosi mostri che occupano il suolo pubblico. E poi la nostra bella collina che possa riacquistare la dolcezza dei suoi antichi paesaggi…

Invece: Piazza Roma con auto, ex manifattura destinata non a un bosco e parco urbano ma a due supermercati, aree per nuove e inutili appartamenti e centri commerciali, ipermercati aperti anche la domenica. Aria cattiva, cittadini impauriti e diffidenti.

Non metto in secondo piano la disperazione dei disoccupati e l’angoscia dei giovani senza lavoro. Altre volte ne abbiamo parlato si potrebbe far lavorare giovani e cassintegrati per l’ambiente ecc. senza mantenerli con un sussidio ingiusto e umiliante: creerebbe socializzazione e si abbasserebbe la soglia del disagio sociale.

Ma oggi volevo parlare delle tre “P” Politici, Pastori, Padri, non solo cioè degli uomini di governo, ma di tutti coloro che hanno responsabilità nella società, industriali, banchieri, insegnanti, preti ecc invitandoli a farsi carico responsabilmente della felicità della gente, a non distrarsi sugli immediati impegni che li sottraggono alle eterne parole che danno speranza. Che ci parlino di sogni e di progetti inediti, di una città di uomini e donne nuovi, di una casa più bella dove tutti possano vivere in pace e serenità.