Gesto velleitario o (peggio) operazione pubblicitaria? di M.Vigli

Marcello Vigli
www.italialaica.it| 05.11.2013

Italialaica rilancia in questa stessa pagina la denuncia di una gravissima operazione di plagio da parte di un docente di religione cattolica che, in una scuola di Ostia, sta affrontando il tema della omosessualità sostenendo che l’omosessualità è uno squilibrio.

Richiamato dalla dirigente scolastica a rispondere delle sue affermazioni il docente ha risposto che porta avanti le posizioni della Chiesa e che pertanto non intende recedere. Pur sorvolando sul fatto che il tema è per di più estraneo ai programmi ufficiali concordati con la gerarchia ecclesiastica – in verità molti altri suoi colleghi non li rispettano specie nelle superiori improvvisandosi tuttologi – è ormai indiscutibile che sull’argomento le posizioni della Chiesa sono tutt’altro che univoche.

Pur senza considerare la battuta di papa Bergoglio, che ha fatto il giro del mondo, chi sono io per giudicare, sono sempre più numerosi i segni di un diverso atteggiamento nell’affrontare il fenomeno.

L’ultimo, di grande rilievo, è il lancio da parte della Santa Sede di un questionario articolato in 38 domande su problematiche inedite: sui temi della separazione e del divorzio, del nuovo matrimonio dei separati, del controllo delle nascite ed anche delle unioni omosessuali. Destinatari ne sono tutti i vescovi del mondo perché esprimano il loro parere in vista del Sinodo straordinario sulla famiglia previsto per l’ottobre del 2014, ma alcune Conferenze episcopali, lo hanno diffuso nelle parrocchie per coinvolgere i fedeli nel tentativo di colmare il divario di posizioni sull’argomento esistente con la loro base. Non è certo che l’opinione prevalente fra i fedeli sia più avanzata e conciliare, ma è certo che tolleranza e comprensione sono ormai molto diffuse e che, comunque, l’avvio di un confronto su temi considerati tabù, mentre sconfessa l’intransigenza dei valori irrinunciabili, apre a nuove posizioni.

È solo un sondaggio, per di più senza garanzie sul controllo delle risposte, non bisogna però dimenticare che uno dei più diffusi argomenti contro la democrazia nella chiesa è proprio l’impossibilità di mettere ai voti i contenuti della dottrina cattolica!

In verità non si può essere certi che si tratti di autentica volontà di riforma, e non di un gesto velleitario o peggio di una operazione pubblicitaria. Legittimo è il dubbio perché si nutre dello scetticismo nei confronti della possibilità stessa di un cambiamento radicale che permea settori sempre più vasti dell’opinione pubblica fin qui disponibile a guardare con interesse l’opera di papa Bergoglio. Dubbi e scetticismo non sulla sua volontà di cambiamento, ma sulla possibilità che trovi consenso e collaborazione nella gerarchie locali e, più in generale, nelle organizzazioni cattoliche.

Ad esempio, in Italia non emerge nessun segno della volontà di realizzare la chiesa povera di cui parla il papa: le scuole cattoliche, la stragrande maggioranza di quelle paritarie, continuano a sollecitare finanziamenti pubblici sfruttando la disponibilità delle forze politiche, anche democratiche, a violare impunemente gli articoli molto espliciti della Costituzione che li vietano categoricamente.

Un recente articolo di Bruno Moretto su “il manifesto” offre una documentazione di tali finanziamenti diversamente articolati e di diversa provenienza. Oltre ai fondi erogati a favore delle scuole materne private e ai fondi regionali per il diritto allo studio, in base alla legge n. 62/2000 (di parità) del Ministro Berlinguer, esistono numerosi altri tipi di contributi, regionali e comunali, di diversa entità.

Esemplare il caso del comune di Cernusco sul Naviglio che eroga ben 300 milioni a favore di un’unica scuola materna privata. Il comune di Bologna nel 2011 ha erogato 1,188 milioni a 27 scuole d’infanzia private paritarie che si aggiungono ai 1,247 milioni statali e regionali per arrivare a un totale di 2,435 milioni, 90 milioni per scuola in media.

Nella stessa direzione vanno i contributi agli studenti che frequentano istituti paritari. Nella regione Lombardia la «dote per la libertà di scelta» rimborsa fino al 50% della retta scolastica danneggiando gli studenti bisognosi della scuola statale che non prevede costi di frequenza. Nel 2009 in Lombardia i frequentanti le scuole private (98.392) hanno ottenuto complessivamente 51 milioni di euro mentre gli studenti delle scuole pubbliche (985.755) solo 24.

Inoltre non è difficile pensare che l’offerta formativa in tali scuole è ispirata alla stessa cultura clericale del suddetto insegnante della scuola di Ostia, per di più veicolata attraverso tutte le discipline e non solo attraverso l’insegnamento della religione cattolica e pur sempre presentata come posizione della Chiesa.

In verità, di una Chiesa come quella italiana che, impermeabile alle reali novità introdotte o annunciate da papa Francesco, sembra pronta a recepire quelle utili alla modernizzazione dell’esistente.

Non è un caso che l’esigenza, da lui manifestata nell’intervista rilasciata alla Civiltà cattolica, di affrontare il ruolo delle donne nella Chiesa sia stata coniugata, su Famiglia Cristiana e sul Messaggero da Lucetta Scaraffia, editorialista del quotidiano vaticano L’Osservatore Romano, con il progetto attribuito a papa Bergoglio di nominare cardinale una donna rilanciato in questi giorni da Juan Arias sulle colonne del quotidiano spagnolo El País.

In verità, la individuazione del ruolo delle donne nel governo della Chiesa, se è ricercata come la loro condivisione delle attuali funzioni della gerarchia ecclesiastica e non, invece, all’interno di un ripensamento radicale della sua struttura istituzionale, contribuisce a rafforzarne il carattere autoritario.