Il sindaco Accorinti ha onorato le vittime di tutte le guerre

Citto Saija
www.nuovosoldo.it, 6 novembre 2013

Quando andavo a scuola, il 4 novembre era festa nazionale e si festeggiava la cosiddetta “vitttoria” con la fine della prima guerra mondiale. Ma è stata veramente vittoria o la sconfitta dell’umanità? Tutti i caduti in quella prima mattanza fratricida dell’inizio del secolo ventesimo, sono stati vittime dei governi che li hanno mandati al macello. In anni più recenti, il 4 novembre è stato considerato solennità civile e giornata dell’unità nazionale e delle forze armate.

A 95 anni dalla fine del primo conflitto mondiale, si continua ogni anno con manifestazioni di tipo militarista che offendono quella Carta costituzionale che i padri costituenti hanno scritto dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, affermando a chiare lettere un principio pacifista di portata universale. Il prossimo anno ricorre il centenario dell’inizio della prima guerra mondiale e certamente i militaristi di sempre si stanno preparando a tante manifestazioni patriottarde colme di retorica e di spirito guerresco.

Inoltre bisogna dire che in atto vi sono tante guerre, a cominciare da quella che, con buona pace del presidente della Repubblica, vengono spacciate per missioni di pace con un enorme dispendio di denaro. E i nostri soldati, che vengono ben pagati, sono inviati in terre lontane per fare delle vere e proprie operazioni di guerra. Solo i caschi blu dell’ONU, come forze di interposizione, sono forze di pace e non possono fare la guerra.

Quando i soldati occidentali muoiono in zone di guerra come in Afghanistan, vengono ipocritamente considerati eroi, anche dai vescovi con le stellette, ma sono solo vittime innocenti della cattiva politica dei nostri governi di centro-destra, di centro-sinistra e di larghe intese.

Bene quindi ha fatto il sindaco Accorinti, che è il sindaco non di tutti ma per tutti, a onorare pubblicamente, nella sua veste istituzionale, le vittime di tutte le guerre con un vero e proprio inno alla pace.

Le corone d’alloro deposte ai piedi dei monumenti ai caduti o nei cimiteri di guerra e sacrari, hanno senso solo se oggi tutti siamo disposti a praticare nei fatti il principio che “l’Italia ripudia la guerra” sancito nell’articolo 11 della Costituzione repubblicana.

Anzi sarebbe opportuno predisporre un disegno di legge di iniziativa popolare perché, nel 2014, il 4 novembre diventi solo la festa della pace nel ricordo di tutte le vittime delle guerre.

Mentre da Roma, il presidente Napolitano, che non è certo un pacifista né un difensore dell’art. 11, rimproverava coloro che chiedono il taglio delle spese militari accusandoli di “semplicismo” e di “propagandiamo”, a Messina, il sindaco della città onorava le vittime di tutte le guerre, affermando i principi di pace contenuti nella Costituzione sulla quale tutti i militari hanno giurato.

Il sindaco non ha fatto altro che il proprio dovere, testimoniando fedeltà alla Costituzione e ricordando le belle parole di quel vero socialista che fu Pertini quando disse: “Si svuotino gli arsenali di morte e si colmino i granai, fonte di vita”.

L’unico modo possibile per ricordare senza retorica le vittime delle guerre di ieri e di oggi, è quello di testimoniare la pace, come ha fatto Accorinti. Tutto il resto è solo un assurdo rituale obsoleto e che non dà speranza.

Certamente Accorinti non ha offeso le forze amate, come sostengono alcuni politici non certo in buona fede. Anzi ha voluto ricordare a se stesso e a tutti il sacro principio della pace che sta nella Costituzione e quindi è fondamento del nostro vivere collettivo.

Non ho compreso quindi l’allontanamento dalla manifestazione del generale di corpo d’armata Ugo Zottin. Spero sia stato veramente un impegno urgente e improvviso. L’art. 11 della Costituzione deve essere rispettato anche da generali e ammiragli.

Le reazioni di alcuni politici locali (consiglieri comunali), regionali e nazionali come il ministro D’Alia mi sono sembrate scomposte, prive di senso politico e addirittura offensive nei confronti del sindaco e della città.

Ho cercato di distinguere le posizioni dei consiglieri comunali di centro-sinistra da quelli di centro-destra. Nessuna differenza, sembrano la stessa cosa: tutti guerrafondai e militaristi. Il mnistro D’Alia, con una grande caduta di stile, ha accusato il sindaco di aver fatto addirittura una “provocazione demenziale”. Ogni commento sarebbe inutile.

Vorrei concludere ricordando due piccoli episodi vissuti personalmente che mi hanno fatto riflettere, prima da bambino e poi da adulto, sull’orrore e sul male delle guerre.

Mio padre era ufficiale chimico-farmacista (sanità) all’ospedale della “regia marina” di Siracusa. Tornato dalla guerra a me bambino ha raccontato di aver visto in quell’ospedale militare tanti giovani marinai “sbudellati” ( usava proprio queste parole ) dopo una battaglia di Punta Stilo in cui è stato affondato l’incrociatore o corazzata “Giulio Cesare”. Quel racconto lo ricordo sempre quando devo parlare delle guerre.

In anni recenti, quindi da adulto e dopo tante lotte pacifiste, mi trovavo per un convegno di Filosofia nella zona di Bassano del Grappa. In un freddo giorno di fine agosto ci siamo recati sul Monte Grappa dove, in un grandissimo sacrario, riposano migliaia di vittime della prima guerra mondiale.

Vi era una grande nebbia sul monte e tutti sembravamo dei fantasmi e mi sembrava che da quella bianche lapidi uscisse un grido di dolore che ci costringeva a riflettere sul male cosmico della guerra e sull’impegno di noi tutti per la pace. Vi erano le date di nascita e di morte sulle lapidi. Erano quasi tutti (tranne gli ufficiali) giovani dai 17 ai 20 anni ai quali era stata rubata la vita da politici e generali militaristi compreso il re “sciaboletta”.

Tutti i morti nelle guerre non sono eroi, anche se alcuni hanno compiuto atti eroici, ma sono solo vittime della cattiva politica. Ed allora posso dire che Accorinti ha fatto bene e che è necessario uno sforzo ciclopico per una vera e propria rivoluzione culturale. La retorica militarista è dura a morire anche fra le giovani generazioni.

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Bandiera pacifista per il 4 novembre il sindaco di Messina fa fuggire i militari

www.palermo.repubblica.it

Il sindaco pacifista Renato Accorinti non rinuncia al suo credo neanche il giorno della Festa delle Forze Armate. E dopo aver inneggiato al disarmo ed al ripudio della guerra, sventola una bandiera della pace sotto gli occhi delle più alte autorità militari cittadine. Alcuni secondi di stupore finchè il generale Ugo Zottin, comandante della divisione Culqualber dei carabinieri, ha lasciato la piazza visibilmente indignato. A ruota lo ha seguito il comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Stefano Spagnol ma nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Accorinti ha preso la parola dopo la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai Caduti. Il sindaco ha ricordato che la Costituzione recita che l’Italia ripudia la guerra e invece continuiamo a finanziare la corsa agli armamenti. Oltre 20 miliardi in tre anni –ha detto Accorinti – mentre sottraiamo risorse per le spese sociali, beni culturali e sicurezza. Io stesso ogni giorno ho dietro la porta tanta gente che vive sotto la soglia di povertà e non posso dare risposte per mancanza di soldi. Questa amministrazione dice sì al disarmo e dichiara no a tutte le guerre mentre la Sicilia rischia di diventare una portaerei del Mediterraneo”. Poi Accorinti ha estratto dalla tasca una bandiera della pace e ha iniziato sbandierarla sotto gli occhi dei presenti.

E’ stato a questo punto che il generale Zottin ha lasciato piazza Unione Europea mentre scoppiava la bagarre fra sostenitori ed oppositori del sindaco. Anche la Digos è dovuta intervenire per placare gli animi più esagitati. “Il sindaco Accorinti dovrebbe scusarsi pubblicamente con la cittadinanza messinese per una provocazione demenziale e inopportuna, che offende le Forze Armate e la memoria di quanti, anche nostri concittadini, sono morti per la pace in Italia e nelle missioni internazionali”. Così il ministro per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione Gianpiero D’Alia commenta il gesto del sindaco. “Alle Forze armate, giustamente indignate per questo comportamento – aggiunge il ministro centrista – va la nostra solidarietà e gratitudine. Essere sindaco non significa fare l’attivista di una minoranza, per quanto rispettabile, ma rappresentare tutti i cittadini e il sentimento di un’intera comunità. Oggi Accorinti non l’ha fatto”.