Sì al papa, ma in totale indipendenza di giudizio. Verso un incontro mondiale nel 2015

Vittorio Bellavite
coordinatore di Noi Siamo Chiesa Italia

Ogni anno, in capitali europee a turno, si riunisce il Coordinamento internazionale di We Are Church. (IMWAC) . Sono ormai diciotto anni che esso funziona, da quando l’imprevisto consenso all’Appello dal popolo di Dio nel 1995-1996 rese evidente la necessità di fare qualcosa che andasse aldilà della raccolta delle firme e che desse quindi stabilità e un minimo di organizzazione alle posizioni critiche presenti nella Chiesa.

La conclusione del pontificato di Giovanni Paolo II e il pontificato di Benedetto XVI sono stati tali da “facilitare” la continuità nell’iniziativa di contestazione. Ora IMWAC si sta estendendo, è entrato un gruppo brasiliano , ce n’è uno in Cile e si è aperto un rapporto con l’Asia cristiana, a partire da un incontro continentale di grande interesse in agosto svoltosi in Thailandia dove era presente un delegato di IMWAC.

Quest’anno a Dublino dall’1 al 3 novembre erano rappresentati undici paesi , dall’Europa e dagli USA. Il clima era ben diverso da quello degli anni precedenti . Papa Francesco, dopo un periodo di attesa per capire e conoscere meglio la situazione nuova, è ora accolto in modo molto positivo, anche se l’orientamento è quello da parte di IMWAC a confermare con nettezza la propria indipendenza e “laicità” nel valutare le singole decisioni ( per esempio ripetendo, a fine settembre, il proprio giudizio negativo sulla canonizzazione di papa Wojtyla).

Il questionario in vista del Sinodo della famiglia del prossimo ottobre è stato conosciuto il giorno precedente l’inizio dell’incontro. Esso ha sorpreso un po’ tutti sia per il metodo del tutto nuovo (che sarebbe ovvio in qualsiasi altra organizzazione) e per le tematiche che vengono proposte alla discussione .

Ci siamo detti che sono quelle che proponiamo da anni, spesso in modo completamente isolato dal circuito del sistema ecclesiastico. Ci siamo detti che hanno avuto ragione quelli che, in assenza di qualsiasi risposta a infiniti documenti, lettere ecc… successivi all’Appello iniziale, sostenevano che lo scopo di Noi Siamo Chiesa era quello di fare girare , nonostante tutto, opinioni non ortodosse che però , prima o poi, sarebbero venute a galla.

Si è deciso, a Dublino, un’iniziativa prima del Sinodo e l’impegno a fare in modo che la consultazione non sia insabbiata o manipolata (cosa più che possibile soprattutto nel nostro paese) Ma di Dublino voglio riferire gli orientamenti sul possibile incontro mondiale dei cattolici “conciliari” nell’autunno del 2015 a 50 anni dalla conclusione del Concilio.

Si è partiti dalla constatazione che, mentre, da una parte nella Chiesa con papa Francesco si potrebbe andare nella direzione di un certo decentramento di una struttura accentrata in modo mai avuto nella storia (nonostante il Concilio), dall’altra, nelle strutture “conciliari” di base, si sta andando positivamente nella direzione opposta. Networks territoriali per paese sono ormai realtà (per esempio in Francia, in Spagna, negli Usa..) , altri esistono su tematiche specifiche (donne nella Chiesa, preti sposati, sui preti pedofili ecc.)

L’incontro del 2015 potrebbe essere l’occasione per una connessione che comprenda anche le situazioni meno facili da conoscere e da collegare , soprattutto in Africa e in Asia . C’è molto da fare ma il clima è favorevole. Attualmente chi, come Noi Siamo Chiesa, è impegnato in questo sforzo “scopre” realtà del tutto isolate ma spesso impegnate sulle stesse questioni .

Del resto è la struttura della Chiesa , che con la sua centralizzazione e uniformità di disciplina fa in modo che molti problemi siano del tutto gli stessi pur in situazioni del tutto diverse dal punto di vista socioculturale (un esempio per tutti la questione della nomina dei vescovi). Si è quindi discusso di come organizzare un fatto del tutto inedito nella storia recente della Chiesa come quello di un incontro mondiale organizzato dal basso, senza caratteri di rottura , con richiami espliciti allo spirito del Concilio ma guardando al futuro e con molta attenzione a quanto si è mosso dopo nella Chiesa (per esempio teologia della liberazione) e ai nuovi problemi (bioetica, tutela della natura..).

E’ una scommessa; se non ci si riuscisse, non ci saranno probabilmente altre occasioni.