Una svastica si aggira per l’Europa. E non è un fantasma

Federico Tulli
www.cronachelaiche.it

Si spingono fin dentro la Festa dell’Unità per coprire di insulti e lanciare bucce di banane a una persona, perché donna, perché nera, perché libera, autonoma. E pienamente realizzata (qualcuno direbbe “integrata”), fino a diventare ministro. Presidiano le curve degli stadi di calcio, arruolando manovalanza tra gli adolescenti a suon di botte, ricatti e minacce.

In barba alla Costituzione formano partiti e si insinuano in tutte le manifestazioni pubbliche nelle quali c’è da sostenere l’eliminazione di diritti fondamentali: coppie di fatto, aborto, fecondazione eterologa e così via. Organizzano concerti rock e ronde anti-immigrazione. Non raramente, come è il caso di Roma, li puoi trovare al vertice delle amministrazioni locali e sistemati nelle aziende-chiave per la gestione della cosa pubblica. Alcuni sono stati ministri. Altri hanno anche presieduto la Camera.

Questo solo in Italia. Dall’Inghilterra all’Europa dell’Est, dalla Francia alla Scandinavia e soprattutto alla Grecia, una nuova destra estrema sta prendendo sempre più potere nei Paesi dalla lunga tradizione democratica, che insospettabilmente stanno aprendo i loro “salotti buoni” a idee e personaggi che fino a pochi anni fa ne sarebbero stati banditi.

Le istanze degli estremisti neri prendono piede anche per le strade di periferia. Puntando sul malcontento popolare, sull’islamofobia post 11 settembre, sulla rabbia dei delusi della politica tradizionale, per riportare indietro le lancette dell’orologio della storia e dell’evoluzione culturale. Come è potuto accadere?

Nel suo nuovo libro Estrema destra (Newton Compton), il giornalista Guido Caldiron, che da anni studia l’ascesa “globale” dei nazifascisti del Terzo millennio, fornisce una esaustiva chiave d’interpretazione analizzando, grazie a una vastissima documentazione, un fenomeno inquietante e in espansione. Che sta passando – laddove non è già passato – dal sottobosco della cultura underground a forme sempre più evidenti di esercizio del potere. Populisti, xenofobi, identitari, costoro fomentano l’odio razziale e spesso cavalcano l’onda dell’antieuropeismo e del rifiuto del mondo globalizzato, “colpevole” ai loro occhi della grande crisi economica.

Dal rock alla Rete, dalla strada al parlamento, si tratta di lupi solitari o gruppi strutturati? Giovani esaltati o uomini di governo? Le loro idee si fermano agli slogan o possono tradursi in violenza? Sono i quesiti da cui parte Caldiron per ricostruire la mappa europea (ma che si dirama fin dentro gli Stati Uniti) in cui si muovono i fanatici delle cosiddette idee di Hitler o Mussolini. Una mappa che segna dei passaggi chiave, oltre quelli già accennati, nel recente exploit politico di Alba dorata in Grecia, oppure nelle farneticanti esternazioni di alcuni politici nostrani (di solito leghisti, ma non solo), oppure ancora nel massacro di Utoja in Norvegia ad opera di Anders Breivik.

Quanto sia pericoloso disinteressarsi del problema, e, di contro, quanto sia importante un libro-inchiesta come quello di Caldiron lo dimostra un recente fatto di cronaca accaduto in Francia e praticamente ignorato dai media nostrani. In breve la storia.

Un neonazista norvegese, Varg Vikernes, molto noto nei paesi scandinavi per essere stato il cantante di diversi gruppi della scena del cosiddetto Black Metal e per essere stato condannato nel 1993 a 21 anni di carcere per l’omicidio di un altro estremista di destra, per degli incendi appiccati in alcune chiese e per detenzione di armi ed esplosivi, è stato arrestato a metà luglio nella regione francese del Corrèze, dove si era stabilito nel 2010 dopo la sua scarcerazione anticipata.

Secondo l’intelligence transalpina Vikernes, che era stato tra i 530 destinatari del “manifesto politico” inviato due anni fa da Anders Behring Breivik prima di passare all’azione, si stava preparando a compiere un nuovo massacro nell’anniversario di quello compiuto, appunto, da Breivik il 22 luglio del 2011 e che provocò la morte di 77 persone e il ferimento di altre centinaia. Per riuscire nell’impresa Vikernes aveva acquistato alcuni fucili di precisione. E successivamente sul suo sito, aveva scritto di invidiare i cittadini francesi che hanno la possibilità di manifestare la loro fierezza votando per Marine Le Pen e il Front National.

Anche in Italia, oggi, nei ruoli chiave delle istituzioni, ci sono rappresentanti di partiti che non hanno nulla da invidiare ai neo fascisti francesi. Ma a fare notizia è il nome di Royal baby oppure il papa che sale su un aereo tenendo in mano una valigetta nera.