Costituzioni islamiche

Ileana Montini
www.italialaica.it | 07.01.2014

Scrive un giovane musulmano immigrato in Italia: “È psicologicamente provato che le donne non sono predisposte ad alcuni ruoli perche la loro capacità di giudizio è facilmente malleabile.”

Così la pensano anche nel partito Ennahdha che volevano ben chiaro, nella nuova Costituzione tunisina, il concetto di complementarietà tra uomini e donne. Invece l’Assemblea ha votato a maggioranza che “Tutti i cittadini e le cittadine hanno gli stessi diritti e doveri davanti alla legge senza nessuna discriminazione”. L’approvazione dell’articolo 20 era stata fortemente voluta da Ahlen Belhadi, ex presidente dell’associazione tunisina delle donne democratiche. Ma c’è chi la giudica una vittoria a metà, perché mancherebbe comunque un articolo specifico che vieti l’approvazione di leggi discriminatorie in base al sesso, alla religione e all’etnia.

C’è anche chi sostiene che resta difficile immaginare il superamento della discriminazione rispetto all’eredità che caratterizza gli stati islamici. Comunque è stata respinta la proposta islamista di fare del Corano e della Sunna la fonte principale delle leggi. Un deputato di Ennahdha, Habil Ellouze, aveva rivolto l’accusa di nemico dell’Islam, a Mongi Rahou del Fronte popolare perché aveva proposto un emendamento all’art. 6 contro l’apostasia.

C’è chi ritiene l’approvazione dell’art. 20, una conseguenza della “primavera araba”. In qualche modo nei Paesi di tradizione islamica del Nord Africa, i movimenti giovanili e delle donne, cercano di muovere le acque per evolvere oltre gli stati teocratici. Invece nei Paesi europei d’immigrazione si registra piuttosto una collettiva difesa ad oltranza di una supposta ortodossia islamica. Una convertita italiana all’Islam pone una domanda su Facebook: “Dove si può consultare la shaaria? Cioè esiste un testo che raccoglie la costituzione divina dei musulmani? Chi di voi se la conosce è a favore o contro essa? E perché? Un musulmano a quanto so deve essere sempre favorevole anzi deve essere la sua guida principale. È corretto?”

Facebook è una miniera d’informazioni sul modo di pensare degli immigrati musulmani e dei “ritornati” all’Islam. Sono postati video di ogni genere, dai discorsi degli iman ai documentari come quello che dimostrerebbe come l’Europa, in forte declino demografico, vedrebbe scomparire in pochi decenni le culture nazionali e le religioni cristiane, a favore dell’Islam più prolifico. Un post, in seguito cancellato, all’interno di un gruppo di discussione “libero e fraterno” tra cristiani e musulmani, poneva il problema della democrazia e degli stati teocratici. Le risposte di uomini e donne di fede islamica, erano state chiare: la Sharia è la forma più giusta di governo e la pena di morte, applicando la legge del taglione, impedirebbe il dilagare della droga, dei furti e degli omicidi.

Come si svolge “il dialogo libero e fraterno”? Può essere postato un quesito sul cibo proibito o permesso ai fedeli musulmani, sul velo delle donne e il lavoro fuori di casa, su alcuni versetti coranici e sulla Bibbia. Spesso è postata la richiesta di discutere della Trinità, con l’aggiunta, velenosa, che i cristiani che credono nel Dio Uno e Trino, sono dei politeisti. Spesso si ripete la richiesta di discutere sulla divinità di Gesù Cristo, cercando di dimostrare, che lui non ha mai affermato di essere figlio di Dio. E che la morte con resurrezione dopo tre giorni, sarebbe un’invenzione dei cristiani. E che la religione dei cristiani è stata voluta e pagata dal pagano imperatore Costantino. Una discussione molto affollata è stata quella sull’articolo (postato da un cattolico) di padre Samir gesuita egiziano che insegna a Beirut, Roma e Parigi, autore di saggi autorevoli sull’Islam e sul rapporto con il cristianesimo. Samir ha commentato l’ “Evangelii gaudium” del 24 settembre 2013 di Papa Bergoglio nei punti che si riferiscono ai rapporti con l’Islam.

Scrive il gesuita che il Corano s’ispira ai pii racconti dei Vangeli apocrifi. Leggendo i commenti degli immigrati musulmani su Facebook, questo è evidente. Ma la reazione è stata a dir poco violenta e svalutante del tipo: il gesuita dimostra di non avere una conoscenza accurata dell’Islam; che è un libro ispirato direttamente da Dio.

Un certo Abu ecc., si chiede dove mai Cristo ha detto :“Adoratemi, rendete a me culto….o pregate per me e mia madre. Dove mai ha detto ‘Io, il Padre e lo Spirito Santo siamo una cosa sola, siamo uno e trino’, dove mai ha detto ‘sono venuto a morire ed essere crocefisso per salvarvi dal peccato originale’. Dove ha detto ‘io sono ultimo e Messaggero o Profeta da DIO’…?”. Un altro scrive: “ Tutti i profeti hanno portato un messaggio d’amore. Però quelli che sono stati plagiati nei secoli pensano di vedere il messaggio di amore solo nel messaggio di Cristo (…) e voi cristiani ignorate perché plagiati nei secoli con un falso messaggio inventato.” Yasser rincara la dose: ” Non è marcia solo la religione cristiana moderna occidentale ma è marcia tutta la società del mondo cristiano moderno occidentale compreso quella ateista capisci qual è la drammaticità della questione? in questa società occidentale filocristiana vi è un dramma ancora peggiore e cioè quella del non rendersi conto della loro condizione interiore, infatti l’amore di denaro è radice di ogni male occidentale, A presto.”

L’iman responsabile del gruppo, che si dice aperto al dialogo più di altri, insiste sugli errori di interpretazione da parte delle chiese cristiane dei testi biblici e rispondendo a chi , tra i cattolici, critica la legge del taglione afferma: “la legge di Dio è invariabile. Chi ne toglie un solo iota sarà chiamato minore presso Dio. La manomissione del Vaticano sulla scrittura ha origini politiche romane che non sto qua ad elencare.” Qualcuno taccia i credenti cristiani come miscredenti e allora l’iman precisa: “Miscredente in islam e secondo il Corano significa ‘kufr’. Il verbo ‘kafara’ significa aver coperto una verità. Kafi quindi significa colui che nasconde la verità. I cristiani, ebrei buddisti e di altre fedi non coprono nessuna verità perché non lo sanno. Seguono ciò che gli è stato spacciato come verità. “ Come dire: si attende soltanto che i cristiani, tanto per cominciare, si rendono consapevoli che l’Islam è la vera religione; e vi facciano ritorno (convertendosi).

Una cattolica tenta di far notare l’implicita rabbia anticristiana: “ (…) Parti giustamente da un’idea islamica di religione e interpreti le cose come tu sei abituato a vederle e a me sta benissimo e sono aperta ad altri punti di vista ma io le interpreto da cristiana per cui la differenza ci deve stare per forza io non voglio convincere te né fare proseliti ripeto ma ho diritto a restare della mia opinione senza essere insultata o tratta come una persona che IGNORA e che deve AGGIORNARSI. Semplicemente tu non accetti che un cristiano pensi da cristiano. (…)

Negli ultimi giorni non ho visto un solo post sulla condivisione di argomenti che ci avvicinano al contrario solo post provocatori che demoliscono la religione cristiana tacciandola di falsità. Dov’è il dialogo?” Viene formulata una proposta di discussione relativamente alle quattro scuole d’interpretazione dell’Islam , ma l’iman prende tempo perché, dichiara, deve tradurre molti scritti dall’arabo. Una donna italiana convertita all’Islam si addentra in altre questioni: “ Colui che si affida a un Partito nella cui ideologia o programma non si menziona una sola volta il nome di Dio e nel quale propugna la laicità dello Stato come valore irrinunciabile; un Partito in cui si difende l’aborto riconoscendolo come un atto legalmente lecito ed eticamente accettabile; un Partito in cui si riconoscono come degne di diritti sociali e civili le coppie costituitesi al di fuori di qualunque tipo di matrimonio e in egual modo quelle tra persone dello stesso sesso come gli omosessuali e le lesbiche: un Partito in cui si appoggiano le invasioni militari in Afganistan e in altre terre musulmane insieme all’America e ai suoi alleati; un Partito che considera la democrazia come l’unico e migliore sistema politico in grado di governare una nazione e che, durante la sua storia ha combattuto la Shariah dell’Islam con le parole e le azioni: ebbene ditemi voi se un individuo che si affida a un tale Partito può essere considerato una persona che crede in Allah e in quello che ha portato Muhammad.” A chi si riferisce? al giovane deputato marocchino musulmano praticante del PD, che è andato a Lampedusa a condividere la situazione degli scampati dalle acque fredde del Mediterraneo?

E per ultimo la risposta a una cristiana sulla questione, dibattuta, del velo: “ Però il precetto è dato alle donne cristiane di portare il velo per sempre.“ “Il pudore si trova celato nel comandamento universale che è quello di amare il prossimo suo come se stessi. (…) Sicché per essere un buon altruista si deve cercare di avere il massimo del pudore verso l’altro, anche sacrificando noi stessi. Perciò sono d’accordo con il velo integrale, considero chi lo porta consapevole di ciò che è il suo gesto di essere una donna che ha il massimo pudore verso l’altro.

Colpisce l’inconsapevolezza della contraddizione: il pudore è proposto come un valore per tutti, ma poi si declina soltanto al femminile. Probabilmente il dialogo interreligioso si fa tale soltanto a livelli culturalmente elevati. Di solito i bravi cattolici delle parrocchie chiamano dialogo un incontro dove cristiani e musulmani a tavola, mangiano i reciproci cibi facendosi i complimenti. Ovviamente, con qualche preghiera cattolica e musulmana di contorno.

C’è la necessità di capire, attraverso l’analisi sociologica, anche utilizzando Internet nella forma di Facebook o altro, dove accedono gli immigrati con qualche conoscenza della lingua italiana. Come influisce, nello stato dell’immigrazione, la rabbia post colonialista? Come affrontare, nel discorso sull’integrazione o inclusione, la radicata mentalità collettiva di una fede che non distingue, in modo laico, i diversi ambiti dello stato e dell’istituzione religiosa? Ci sono siti dove si scambiano pareri le donne musulmane. Uno di questi si chiama “sorelle nell’Islam” che inneggiano al nikab (copertura totale) e hanno, in occasione del Natale e del primo dell’anno, invitato a desistere dal fare gli auguri e dal riceverli. Un esempio di volontà forte di differenziazione rispetto alla comunità d’inserimento che porta a che cosa?