Brutti segnali dall’Istruzione

Enzo Cucco
presidente associazione radicale certi diritti

Il 20 marzo il Ministero dell’Istruzione ha avvisato tutti i dirigenti scolastici che il corso di formazione organizzato all’interno della Strategia nazionale lgbt sulla lotta all’omofobia, previsto per due giorni della prossima settimana, è stato rinviato. Voci insistenti si rincorrevano da tempo su azioni di dissuasione da parte del Ministero in merito a questa iniziativa, e i soliti ben informati dicono che non c’è nulla da proccuparsi, che si deve solo far passare il periodo elettorale, che l’iniziativa verrà senz’altro fatta. Magari senza l’intervento delle associazioni lgbt.

Oggi è stato tutto ufficializzato in Parlamento: da una parte l’Onorevole Marzano che denunciava questo tentativo e l’azione, ormai di mesi, di de-legittimazione e svilimento delle iniziative contro l’mofobia nelle scuole, dall’altra l’On. Bellanova, sottosegretario alle Politiche sociali (avrà lei quindi la delega alle pari opportunità?) che pur difendendo la Strategia nazionale e l’UNAR, sul caso specifico del rinvio del corso ai dirigenti dell’Istruzione si è laconicamente trincerata dietro un “verrà realizzato in data da destinarsi”.
la sottosegretaria ha peraltro confermato che le iniziative programmate nell’ambito della Strategia nazionale e realizzate dalla rete Ready son confermate. Speriamo.

Si tratta dell’ennesimo atto aggressivo di una fazione politica, capeggiata da NCD e il sottosegretario all’Istruzione Toccafondi (fiorentino anch’egli, nominato da Letta e confermato da Renzi) che dietro la menzogna di combattere ideologie e soprusi della cosiddetta “teoria del genere” (mai esistita peraltro e che nessuno spiega cosa sia) sta conducendo una delle più efficaci battatglie omofobe degli ultimi anni, quella che vuole tenere distanti le tematiche connesse all’orientamento sessuale e alla identità di genere dalle scuole e dai bambini.
Sono centinaia e centinaia le scuole in Italia dove di questi temi si parla, ma ora, con la Strategia nazionale e soprattutto con il decreto Scuola e i 10 milioni da investire nella lotta contro il bullismo, il tema si è fatto rovente.
Ed il Ministero torna ad essere quella roccaforte dei conservatorismi di ogni tipologia, con funzionari dediti soprattutto a chiedere di abbassare i toni, di fare sottovoce, di giustificare ogni palese violazione delle più elementari regole amministrative e di gestione della cosa pubblica.

Quando, tempo fa, mi raccontarono che il patto tra NCD e Renzi era quello di non toccare certi temi (fine vita, gay, cittadinanza italiana, fecondazione assistita ecc.) prima delle elezioni di maggio non volevo crederci, pensando che fosse una sorta di wishfull thinking dell’agguerrito lobbismo fondamentalista cattolico. Ora però i nodi stanno venendo al pettine, e guarda caso tutto coincide.

Ve lo dico subito: mi fa schifo chi con il tono di chi sa, dice sottovoce “ma state zitti, tanto dopo le elezioni vedrai che si fa tutto”. E non perchè io non capisca che ci sono tempi e modi per le riforme, anche minimali, che noi vogliamo per questo paese, ma per la collusiva incapacità di chi, sostenendo la tesi dell’aspettare, non si rende conto che si tratta di una chiara, e fino ad oggi, efficace, strategia del rinvio. Che ha come obiettivo quello di massimizzare il consenso elettorale (in questio caso per il NCD alle prossime europee) e delegittimare organi dello Stato, come UNAR e Dipartimento Pari Opportunità.

Su tutto questo il silenzio del PD (almeno dei suoi organi dirigenti) è totale. E fare la domanda specifica “ma esiste questo patto di non belligeranza sui temi etici con NCD almeno fino alle prossime europee” avrebbe solo risposte offese, incredule, sorrisini di commiserazione e via discorrendo. Al contrario decine di amministrazioni locali, soprattutto Comuni, continuano la loro opera riformatrice, coi tempi le risorse e le modalità che possono mettere in campo, ricevendo dai Ministeri solo questi begli esempi di freno.

Io credo che questi segnali, per quanto piccoli siano, devono allertare tutte le persone che credono possibile una gestione della cosa pubblica trasparente e non supina alle volontà di minoranze aggressive e ignoranti. E soprattutto mi aspetterei un atteggiamento diverso dal nuovo Ministro.

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Il sottosegretario all’Istruzione: la lotta all’omofobia lede la libertà all’educazione dei genitori

gayburg.blogspot.it
23 marzo 2014

«Non c’è giorno che passa in cui non ci siano genitori costretti a dar battaglia vedendo lesa la loro libertà di educazione, per altro protetta dall’articolo 30 della Costituzione. Penso all’ultimo episodio di Modena in cui si pretendeva che Vladimir Luxuria entrasse a parlare al liceo classico Muratori senza nemmeno un contraddittorio. Non si può usare la scuola così, come un campo di battaglia ideologico. Oltre al governo quindi tutti dovranno fare un passo in avanti per fermare questa invasione di campo».

È quanto dichiarato dal sottosegretario al ministero dell’Istruzione, Gabriele Toccafondi, in un’intervista rilasciata a Tempi.it all’interno della crociata che la rivista cattolica ha lanciato nei confronti dell’Ufficio anti-discriminazioni.

Non a caso il sottosegretario non ha avuto dubbi nel sostenere che «il governo si deve esprimere sui problemi a monte, che risiedono nell’ambiguità di certi organismi come l’Unar, e poi sulle loro conseguenze che vediamo in atto». Il riferimento è agli opuscoli anti-omofobia che sarebbero dovuti essere distribuiti agli insegnanti delle scuole e che Toccafondi ha già provveduto a fermare (pur lamentando come «qualcuno li aveva già stampati e non si può escludere che siano stati usati o che possano essere fotocopiati»).

Insomma, ancora una volta il governo ha già espresso tutta la sua sudditanza nei confronti del volere clericale, impedendo che nelle scuole si possa fare educazione alla diversità, per giunta sostenendo nellee scuole pubbliche una transessuale non possa parlare se al suo fianco non c’è qualcuno che la insulta e la condanna moralmente (curioso, anche considerato come gli insegnanti di religione non abbiano contraddittorio pur essendo decisi autonomamente dalla curia nonostante siano stipendiati dallo Stato).

Il sottosegretario ha invitato addirittura ad una disubbidienza civile, sostenendo che «occorre che i genitori si riprendano il loro posto e che le scuole glielo diano», plaudendo alla «mamma milanese che si è rifiutata di apporre la sua firma sul modulo che la indicava come “genitore 1″». Secondo Toccafondi, infatti, quel gesto «ha dato coraggio a molti, scatenando l’emulazione. Quindi ripeto che serve una presa di posizione di ciascuno: del governo, dei ministeri, delle istituzioni locali, delle scuole e delle famiglie».

Ma una domanda verrebbe spontanea: se un genitore volesse insegnare al figlio che la Terra è piatta, la scuola dovrà necessariamente impedire lezioni che parlino della sfericità del globo o sarà anche quella una violazione alla libertà di educazione dei genitori?