Renzi, un altro “laico in ginocchio”?

Carlo Flamigni
www.micromega.net

Quando ero molto più giovane e il mio idolo politico personale era Enrico Berlinguer, i compagni come Matteo Renzi venivano classificati come gli “iscritti a cilicio e martello”, bravi ragazzi da non prendere troppo sul serio ma che il partito ci imponeva di rispettare. Adesso mi dicono che l’avvenire del Paese dipende da loro e che questa è l’ultima chance che abbiamo, il che significa che debbo andarci piano e non fare vittime. Così – sono sempre stato ligio alla disciplina di partito, anche se a dir il vero potrei fregarmene, non sono più iscritto da molti anni – mi limiterò a esprimere il mio dubbio principale, pur essendo fondamentalmente convinto che nessuno ci farà il benché minimo caso.

La ragione del mio dubbio sta tutta nella sensazione che Matteo Renzi si stia proponendo come la guida spirituale dell’Italia SPA, premiata ditta di compravendita di carni suine, alta moda e corruttori di minorenni, attualmente in forte crisi produttiva, ma destinata, nelle sue mani, a un recupero straordinario che la riporterà ai fasti economici di un lontano passato.

Premesso che avrei molto da dire anche su questo progetto ( il mio concetto del significato del lavoro per tutti noi non coincide con quello di Renzi) ho la sensazione che nel programma di questo nuovo governo non compaiano alcune parole (diritti, dignità, equità, laicità) che insieme ai cosiddetti “temi eticamente sensibili” caratterizzano in senso democratico e civile ogni società moderna fondata da uomini liberi.

Debbo ammettere che Renzi, a questo proposito, non si comporta diversamente dai presidenti del Consiglio che lo hanno preceduto e che si sono sempre attenuti a una sola regola (non provocare il Vaticano), spesso nella speranza di ricavarne un forte vantaggio politico. Il problema però è che è sensazione generale che la Chiesa cattolica stia attraversando un momento di forti cambiamenti.

Una indagine demografica, pubblicata ai primi di febbraio di questo stesso anno, ha dimostrato che i cosiddetti “fedeli” hanno idee molto precise (e assai diverse da quelle sostenute fino a poco fa dal Magistero) su una serie di temi, come la liceità dell’aborto, della contraccezione e del divorzio, il diritto delle donne a essere ammesse tra i sacerdoti, il diritto degli omosessuali a formarsi una famiglia, a conferma di quanto scriveva molti anni or sono Pietro Prini a proposito dell’esistenza di uno “Scisma sommerso”, evidentemente emerso del tutto in tempi recenti.

Ancor più recentemente una Commissione ad hoc delle Nazioni Unite ha severamente redarguito il Vaticano per aver sistematicamente protetto i suoi preti pedofili e lo ha anche ripreso per le sue posizioni – evidentemente considerate antidiluviane e poco razionali – su temi come l’aborto e la contraccezione.

E’ sempre di poche settimane fa la sentenza di una Corte europea che ha condannato l’Italia per il modo con il quale ha gestito il problema degli obiettori di coscienza in materia di interruzione volontaria delle gravidanze. E poi, la storia della legge sulla fecondazione assistita, scritta su dettatura dei bioeticisti cattolici e praticamente demolita dalla Corte Costituzionale e così via. E per finire, il timido tentativo del principale alleato di Governo del nostro Matteo, il semicattolico Alfano, di strizzar l’occhio ai laici e ai liberali dichiarando di essere favorevole alla legittimazione delle unioni tra omosessuali.

Il Vaticano ha reagito alle accuse in modo tanto sommesso che le sue proteste non le ha in effetti udite nessuno, io ho capito solo “intromissione”, una parola pronunciata timidamente, chi l’ha detta deve essersi ricordato quante volte il Vaticano si è intromesso negli affari di uno stato laico e indipendente ( sì, l’Italia) e si deve essere rammentato del proverbio che dice che chi di intromissione ferisce di intromissione perisce. Senza poi trascurare il problema del nuovo Pontefice, che trascura ostentatamente gli antichi temi del conflitto col mondo laico, afferma che “non esistono temi negati alla discussione”, parla di povertà e di compassione.

Capisco che è troppo presto per capire dove tutto questo ci condurrà, ma intanto mi accorgo che i cattolici più radicali sono perplessi, che qualcuno di loro sembra addirittura arrabbiato e si schiera con l’opposizione (in genere queste cose finiscono con la nomina di un antipapa) al punto che nel Web abbondano i commenti preoccupati della gente più semplice che, probabilmente ricordandosi di papa Luciani, ha cominciato a consigliare a Francesco di assumere un assaggiatore di cibo. Insomma, mi sembra che sia l’ora di grandi cambiamenti e che un uomo politico con un minimo di sensibilità e di buon senso dovrebbe approfittarne.

Ma il messaggio più importante che è arrivato al nostro Paese negli ultimi tempi ce lo ha inviato la Corte europea per i diritti dell’uomo, che ha giudicato irrazionali alcune delle nostre norme relative ai problemi della terapia della sterilità. La Corte ha scritto che nessun Paese dovrebbe legiferare sui temi attinenti all’etica senza tener conto del continuo sviluppo delle conoscenze scientifiche, della loro diffusione e delle modificazioni altrettanto continue della morale di senso comune, che muta in rapporto alle intuizioni delle conoscenze possibili e dei vantaggi che ne possono derivare.

Questo mi pare dunque il momento giusto per una serie di interventi, che regolino in modo saggio ed equo l’attuazione della legge 194, gravemente ostacolata dall’enorme numero di obiettori di comodo e dalla nascita di una illegittima “obiezione di struttura”; il problema della testamento biologico e dell’eutanasia; la diffusione dei moderni mezzi contraccettivi, ostacolata da sciocche pretese di medici incompetenti e farmacisti fantasiosi; la legittimazione delle “nuove famiglie”.

Insomma, un enorme numero di cittadini italiani sta cercando all’estero, in questo momento, una soluzione per i suoi problemi, soluzione che l’Italia nega loro: ricevere il dono di un gamete, trovare il modo di uscire serenamente da un tunnel di sofferenze e persino sposare il proprio compagno o la propria compagna. A tutto questo, senza rischiare di osare troppo, si può dare una risposta e con questa risposta si potrebbe cominciare, poi si vedrà.

Immagino di non sbagliare dicendo che molti laici terranno conto di quello che il Governo farà a questo proposito per decidere come votare alle prossime elezioni (ma spero che si intuisca che il mio tono è assai poco minaccioso, in realtà sono convinto che prima o poi tutti questi problemi imporranno ai politici di trovare una soluzione).