Il peccato originale non ha più senso? Il riconoscimento reciproco come punto di partenza di F.Bricolo

Francesco Bricolo

Avendo un figlio in terza elementare io e mio moglie Paola abbiamo partecipato al corso di formazione che la parrocchia del paese dove viviamo ha preparato. Si tratta di tre domeniche durante l’anno scolastico tutte organizzate in modo uguale.

Inizio della messa alle 8.45 con la partecipazione sia dei genitori che dei bambini e delle bambine, poi le catechiste portano vanno con bambini e bambine da una parte, noi genitori dall’altra e ci si trova a fine mattina in modo che i genitori abbiano la possibilità di vedere un piccolo resoconto del lavoro che i bambini e la bambini hanno fatto con le catechiste. Poi la Baita degli alpini tutti assieme a mangiare.

Infine, ovviamente, il giorno della prima confessione.

Per noi adulti i tre incontri sono stati tenuti da un laico, insegnante di religione, che ha spaziato dalla storia dell’arte all’esegesi accompagnandoci in un viaggio interessante e soprattutto non ci ha fatti addormentare creando anche un piccolo dibattito.

Certamente anch’io esco da questi tre incontri portando a casa qualcosa si utile ed interessante anche solo come conoscenza personale. Ma questo è solo uno dei fattori positivi di questi incontri. Un altro è certamente il fatto che i ragazzi stanno tra di loro e i genitori si possono incontrare a fare due parole.

Direi che il bilancio è assolutamente positivo ed è valsa la pena di fare questo sforzo. Almeno per me in effetti lo è nel senso che alla domenica mattina farei volentieri altro.

Cercando di delineare almeno a grandi linee i contenuti, direi che forse il pensiero più importante che ho sentito esporre riguarda il perdono come già fatto. Mi spiego. Quello che ci è stato detto con chiarezza è che attraverso Gesù Cristo e il suo martirio, il Padre ci ha già personati per i nostri peccati e che a noi è chiesto il pentimento e la conversione.
Direi che non è poco, anzi è davvero tanto e il gruppo dei genitori ha dato prova di presenza attiva.

Nei momenti di convivialità che ci sono stati, due pranzi assieme, sono poi riuscito a fare qualche chiacchiera con gli amici del paese ottenendo un grande e totale dissenso quando ho provato ad esprimere il mio pensiero sulle cose che ci sono state dette.

Non so se sia stata una scelta o se invece proprio non ci sia pensato, ma è mancato totalmente anche solo un riferimento al peccato originale e a quel dibattito che parte da un fatto importante. Sia nella chiesa che nella società esiste un gruppo di persone che cerca di ripensare il cristianesimo e che per fare questo pone l’esigenza di discutere il peccato originale così come c’è stato raccontato fino ad oggi.

Se non fosse così, se questa discussione non partisse dal fatto che le persone ne sentono l’esigenza, non sarebbe autentica e vera e questo è il primo punto da osservare. E’ chiaro che in ogni epoca la chiesa ha tentato di rinnovarsi, quindi non è una novità in sé. Certo questa spinta ad un rinnovamento che parte dal pensare è segno di autenticità ma da parte di alcuni anche di pericolo.

Ripensare alla radice il peccato originale significa oggi in primo luogo riconoscere che non ha alcun senso far nascere tutte le persone con addosso questo macigno negativo indipendentemente da quello che hanno fatto e ancor peggio pensare che tutte le persone che hanno calpestato il suolo di questo pianeta dall’inizio dei tempi e anche coloro che sono morte in grembo alle loro madri o nelle provette dei laboratori hanno addosso questo macigno.
Questo ragionamento che nasce dall’esigenza vera di molto cattolici e non cattolici è percepito come pericoloso se non terribile da parte di altri cattolici che guardano con patema d’animo a questo pensare che sembra scardinare alla radice il cristianesimo.

Se non c’è nulla da redimere, se l’uomo non ha il peccato originale a cosa serve il progetto salvifico del Padre, a cosa serve Gesù Cristo? Ed è esattamente questa l’accusa che viene fatta. Viene cioè detto che il solo pensare che non ci sia più un peccato originale porta dritti dritti ad una sola conclusione e cioè che Gesù Cristo non serve più a nulla e che ce la caviamo da soli. Ergo gnostici e gnosticismo.

Si esce da questo inghippo solamente in una maniera e cioè partendo dal fatto che da tutte e due le parti vi sia verità e amore nella chiesa e che chi ragiona con la sua testa partendo dall’esigenza di costruire un pensiero che lasci intatto Gesù Cristo pur dicendo che il peccato originale non ha senso, ha diritto di portare avanti questo ragionamento senza essere accusato di gnosticismo e coloro che invece vogliono rimanere dentro lo schema del racconto del’Eden hanno altrettanta legittimità.

Senza questo punto di partenza che riconoscere verità ed amore a tutte e due le posizioni si creano quei conflitti che non fanno crescere la chiesa.