Dubbi sulla morale cattolica

Giancarla Codrignani

L’11 aprile il Papa ha descritto la sua Chiesa come un “ospedale da campo dopo una battaglia” e l’ha impegnata ad accompagnare, “a partire dalla loro condizione, con misericordia”, i divorziati risposati, le donne che hanno abortito, gli omosessuali. Aggiungendo che, quanto alle questioni legate ad aborto, matrimonio gay e uso dei metodi contraccettivi, la dottrina è ben nota, anche se “non è necessario parlarne in continuazione”.

Non sarebbe necessario parlarne in continuazione, se alle parole di solidarietà con chi vive situazioni che la Chiesa definisce di peccato, l’ormai ipercitata espressione di Francesco “chi sono io per giudicare?” avesse già comportato la correzione dei giudizi senza appello di certi dogmi e una riformulazione della dottrina a partire dalla presa di distanza dei pastori dal giudizio che spetta solo a Dio.

La Corte costituzionale ha in questi giorni decretato l’illegittimità della legge 40 che vietava la fecondazione assistita “eterologa”, legge peraltro già condannata dal Consiglio d’Europa. L’Osservatore romano si è tenuto asettico, ma il Papa – che già nell’udienza di febbraio ai ginecologi, aveva ribadito il no della Chiesa all’aborto, all’eutanasia e alla fecondazione assistita, richiamando la società a non fare dell’essere umano un bene di consumo, ha ribadito la sua “ferma opposizione a ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa”.

Ha poi ulteriormente insistito, nella recentissima (e particolarmente rilevante per la condanna assoluta degli ecclesiastici pedofili) udienza all’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia, sostenendo “il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva….Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del ‘pensiero unico”.

La lunga citazione genera più di un dubbio e qualche allarme. A prescindere dai fatti contingenti di questi giorni – si è aggiunta anche la morte di una signora che aveva assunto la Ru 486 (che non è “abortiva”, come è stato detto, ma contraccettiva) – la questione va ricondotta alla dottrina a cui rimanda papa Francesco come costitutiva della Chiesa.

Vorrei che tutti, a partire dal Papa, pensassimo al “nuovo” (1992/97)Catechismo della Chiesa cattolica. La parte relativa al sesto comandamento registra le “offese alla castità”, che sono, nell’ordine, la lussuria(2351), la masturbazione (2352), la fornicazione (2053), la pornografia (2054), la prostituzione (2055), lo stupro (2056); seguono tre numeri dedicati all’omosessualità, i cui atti sono “intrinsecamente disordinati”, meritano perfino compassione, ma “in nessun caso possono essere approvati” (2357/59).

Nessuno, nemmeno le donne che vi si arrendono, crede che l’aborto sia una cosa positiva, ma non è più possibile tacere come Chiesa la responsabilità dei maschi che vanno evangelizzati.

Ogni tanto Papa Francesco menziona l’importanza delle donne, ma non sembra tener conto della necessità di applicare, anche in ambito cattolico, la teoria dei generi – che oggi sembrerebbe respingere – nell’educazione. Le espressioni sulla della manipolazione educativa delle dittature del XX secolo sono pesanti e non senza gravi ambiguità.

Inoltre la fecondazione assistita, essendo il contrario dell’aborto, merita qualche riflessione perché anche l’eterologa valorizza la procreazione di bambini amati perché voluti, tanto più che non sono diversi da quelli – i confessori conoscono il fenomeno – che chiamano papà un signore non biologicamente responsabile.

Quanto alla necessità che siano presenti le figure genitoriali in forma di coppia eterosessuale, non solo vengono escluse altre tipologie familiari, ma trascura il fatto che un genitore possa morire. E’ di grande urgenza proprio la riflessione su che cosa anche per un cattolico debba essere, in campo umano – e non puramente zoologico – la natura. Se, poi, nel catechismo lo stupro sta alla pari con la pornografia si spiega perché il femminicidio non diventi peccato capitale.

Papa Francesco, dunque, mentre sta pronunciando parole di grande comprensione e umanità, non ha ancora – e sarebbe tempo – formulato correzioni in dottrina. Oppure, non è necessario parlarne in continuazione perché restiamo fermi alle tattiche per cui sono famosi i gesuiti?