Il cattolicesimo benpensante e l’«obiettivo esasperazione» di A.Esposito

Alessandro Esposito – pastore valdese in Bahía Blanca, Argentina
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Imperversano dovunque, incluso sui blog di questa rivista: sono i «cattolici arrembanti», vere e proprie truppe d’assalto addette ad uno sfibrante martellamento mediatico che ha quale unica finalità quella di esasperare l’interlocutore. Questi maestri del conformismo più bigotto e retrivo sproloquiano animati dal profondo convincimento di sostenere tesi inoppugnabili corroborate da una logica stringente: in verità faticano a celare un pensiero discriminatorio ammantato di pseudo-dialettica da bar.

L’ultimo (fallimentare) tentativo di dialogo che ha avuto luogo su questo blog riguardava la riflessione critica su alcune affermazioni di indubbio contenuto omofobo annoverate nell’epistolario paolino. Invece di discutere nel merito la questione, gli inflessibili moralisti dusturbatori dell’etere si lambiccano il cervello profondendosi in sterili acrobazie mentali che denotano, in verità, una povertà umana – prima che intellettuale – inescusabile e avvilente.

Con accostamenti improponibili equiparano l’omosessualità alla pedofilia o all’incesto e cercano in questo modo di annoverare tra i reati civili quello che è un diritto inalienabile della persona. Giocano a confondere le acque, sono persuasi che alcuni lettori si lascino abbindolare dai fuochi fatui dei loro sillogismi di bassa lega.

Infine, fanno leva su un patetico quanto ipocrita vittimismo, in virtù del quale lamentano la violazione del loro diritto ad esprimersi messa in atto dai «laicisti»: già, perché questi ultimi a quanto pare, a differenza del principio di laicità, sembra che esistano, sia pure alla stregua di pura fantasia persecutoria.

I diritti delle persone e delle coppie omoaffettive sono al centro del dibattito pubblico delle maggiori democrazie occidentali: ad osteggiarli apertamente sono immancabilmente associazioni sedicenti cristiane, che nulla conservano nel loro livore omofobo dell’autentico spirito che animò l’insegnamento del profeta itinerante di Nazareth.

Di fronte al dogmatismo becero di costoro provo vergogna e ritrosia a professarmi cristiano. L’unico effetto benefico che riconosco alle scempiaggini che questi benpensanti provano instancabilmente a propinarmi è quello di rinsaldare il mio spirito laico.