Europee, ecco chi tradisce la laicità

Alessandro Baoli
www.cronachelaiche.it

Sono sotto gli occhi di tutti i risultati delle elezioni europee, determinanti non solo per il parlamento di Strasburgo, ma anche – forse soprattutto – come test elettorale in ogni paese dell’Unione in cui si è votato. I risultati mostrano un nuovo parlamento, dove i cosiddetti “euroscettici” si attestano intorno al 20 per cento, forse meno del previsto, ma comunque una quota significativa. E preoccupante, visto che quasi tutti questi partiti e movimenti camminano a destra ed estrema destra, e considerata – se non bastasse – la presenza tra i nuovi europarlamentari di un gruppetto di neo nazisti dichiarati provenienti da Grecia (Alba dorata) e Germania. Al di là delle ripercussioni sulle politiche comunitarie in materia di economia, c’è seriamente da temere un regresso generalizzato sul fronte delle libertà e dei diritti civili dei cittadini europei? Lo vedremo nei prossimi mesi, ma il quadro è imbarazzante.

A noi in questo frangente interessa l’Italia: Matteo Renzi è indiscutibilmente il trionfatore di domenica. Beppe Grillo decisamente il perdente. L’ex comico ha fatto capire ieri, con un post sul suo blog, che a farsi da parte, come pure egli stesso si era impegnato a fare in caso di sconfitta, non ci pensa nemmeno. Con la coerenza tipica di quelli della kasta che dice di combattere da sempre.

Perché ci interessano i destini del Movimento 5 stelle? Cronache Laiche si occupa prevalentemente di laicità delle istituzioni e diritti civili, come sa bene chi ci legge regolarmente. Altrettanto bene sappiamo che la laicità non è nell’agenda di alcun partito “tradizionale”, al di là di estemporanee prese di posizione di singoli esponenti politici o correnti partitiche o proposte di legge che anche i sassi sanno bene essere irrealizzabili, in un paese dove basta il sollevarsi di qualunque mignolo vaticano a vanificare tutto.

Sul M5s in relazione ai temi laici siamo stati chiari da tempi non sospetti; tuttavia il Movimento ha presentato in questo primo anno di legislatura una serie di proposte di legge e prese di posizione – dal matrimonio omosessuale all’abolizione del Concordato – da far luccicare gli occhi, cose che nessuno ha mai osato dire o solo pensare in quasi 70 anni di Repubblica. Ma ha tradito sul nascere ogni possibilità di realizzare questi impegni condannandosi all’isolamento politico e all’ininfluenza, e questa sconfitta – dai suoi seguaci non ancora analizzata e compresa – compromette ancora di più ogni possibilità. Un bell’autogol.

Ma non basta: osservando la gestione della “linea politica” e del dissenso interno, in questo anno, emerge chiaramente che il Movimento 5 stelle sarà pure “post ideologico”, come ha affermato pubblicamente Roberto Fico, uno dei suoi esponenti di spicco, ma è sicuramente dogmatico: il dogma del “sono tutti uguali” e quindi non si parla con nessuno, il dogma del “tutti a casa” a prescindere, il dogma della auto proclamata purezza contro la corruzione, l’analisi superficiale e oltremodo netta del quadro sociopolitico come una lotta del bianco contro il nero, senza alcuna sfumatura. Ebbene, questa linea è la negazione assoluta del sistema di pensiero ed espressione laico, di più, della libertà di pensiero tout court. L’antitesi della laicità, che presuppone un’apertura mentale distante anni luce da questa analisi grezza e sbrigativa del mondo.

Per questo, malgrado ci sia affatto da rallegrarsi della sconfitta del movimento di Grillo e Casaleggio, adesso sappiamo chi aggiungere alla lista dei traditori della laicità, delle libertà individuali e diritti civili in questo paese; anche se questi ultimi arrivati vanno aggiunti per ragioni del tutto inedite

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Quaranta volti rainbow dall’Italia per fare una grande Europa

www.cominciatu.it

Grazie, innanzitutto: ai tante e alle tante che, attraverso la nostra campagna, si sono mobilitati per portare l’arcobaleno dei diritti delle persone lgbti nel Parlamento europeo. L’Italia, nonostante il calo rispetto alle europee del 2009, guida la classifica dell’affluenza alle urne superando quota 58% e testimoniando perciò una partecipazione vera alla costruzione di un grande progetto europeo.

All’avanzata delle destre e alla vittoria dei popolari, i due dati allarmanti dell’esito delle urne nel resto d’Europa, l’Italia risponde con una vittoria schiacciante del Pse e con la definizione di una compagine di eletti in larga parte attenta ai temi dei diritti e delle pari opportunità.

Il termometro del rainbow factor, attivato nella nostra campagna per misurare attraverso le persone la vicinanza dei candidati alle istanze del mondo lgbti, si è rivelato uno strumento efficace ad evidenziare i migliori candidati in corsa a queste elezioni. Il consenso, in politica, non mente mai: infatti molti dei candidati e delle candidate che guidavano la nostra classifica, hanno visto corrispondere a quei punteggi alti un altrettanto alto numero di preferenze. È il caso ad esempio dei democratici Daniele Viotti e Elly Schlein, ma anche di Brando Benifei, Mercedes Bresso, Cécile Kyenge, Pierantonio Panzeri, Alessandra Moretti, Roberto Gualtieri. Ed è il caso anche di Marco Furfaro e Eleonora Forenza della lista L’altra Europa con Tsipras e di Isabella Adinolfi e Rosa D’Amato del Movimento 5 stelle. Stando al rainbow factor 40 dei 73 eletti sono “friendly” mentre meno di venti sono quelli segnalati come omofobi o comunque ostili al riconoscimento dei diritti delle persone lgbti.

Infine, come già sottolineato da Flavio Romani, presidente di Arcigay, oscilla tra 30 e 31 il numero degli eletti che hanno sottoscritto la piattaforma Come Out di Ilga Europe, più del doppio di quelli che prima delle elezioni avevano sottoscritto impegni con associazioni omofobe.