Ebraismo, sionismo, cristianesimo, cristianità di l.Menapace

Lidia Menapace

Naturalmente, come tutti e tutte le persone europee democratiche e antifasciste, io pure ebbi un atteggiamento di assoluta condivisione e appoggio e solidarietà verso qualsiasi cosa dicesse o facesse un Ebreo, una Ebrea, o il loro popolo, o il loro stato.

Il primo tentennamento critico mi venne dal dirmi: “stato ebraico”? ma se lodiamo la Rivoluzione francese proprio perché -tra l’altro- non possano mai più esserci re cristianissimi o cattolicissimi e imperi che si definiscano non solo romani, ma anche sacri, come mai possiamo accettare che uno stato si nomini in base al fatto che una religione lo definisce e legittima? Non c’è il rischio che diventi uno stato teocratico?

Tutto ciò rimase come in un sottofondo della coscienza, un avvertimento, un campanello d’allarme.

Mi capitò, poco dopo la guerra dei settegiorni di far parte di una delegazione di amministratori e amministratrici italiani della sinistra dc in visita in Israele. L’impressione fu straordinaria: efficenza, cultura, tutto bello affascinante: per scherzo ma non tanto dicevamo: sono così organizzati e moderni e civili che le mosche non varcano il confine e tutto resta pulitissimo, igienico.

Un duro colpo al mio fascino acritico venne quando fummo ricevuti dal ministro dell’Agricoltura in carica, che era di un partito osservante e che ci disse ufficialmente che avevano un problema con le piogge, dato il clima e che scavando in tutti i luoghi il cui nome indicava valle verde, acque fresche ecc., trovavano sorgenti: usavano anche la Bibbia come fonte storica, in questo caso utilissima; poi soggiunse che erano anche in grado di bombardare le nuvole e provocare la pioggia, ma conoscevano troppo male il regime dei venti e avrebbe potuto piovere anche in Giordania: il controllo del Giordano e di tutte le sue acque era per loro assolutamente fondamentale, come anche la conoscenza dei venti.

Rimasi molto negativamente colpita da una affermazione simile: avrei potuto sospettare che la pensasse così, ma che si dichiarase ufficialmente signore del Giordano e di tutte le sue acque e delle nubi e di tutte le piogge, mi parve troppo, sicché dissi: “Non sono una grande conoscitrice della Bibbia, ma mi pare che un versetto dica “Dio piove sul giusto e sull’ingiusto”: “Io non sono Dio” replicò. “Meno male” dissi tra me.

Devo dire che dopo aver conosciuto i palestinesi e le loro giuste rivendicazioni che ancora condivido, trovai che essi pure erano la loro parte maschilisti e molto facili nelle alleanze, ad esempio il loro rappresentante in Italia non disdegnava di ricevere l’appoggio del Msi.

Ma basta riflettere anche superficialmente sui fatti, per accorgersi che noi Italiani “brava gente”, ne abbiamo fatte più che Bertoldo in Francia, da “Tripoli bel suol d’amore” a “Faccetta nera” ecc.ecc. per non dire della Grecia. Insomma un po’ di spirito critico ci vuole e bisogna allenarsi, piuttosto allo spirito critico, che al tifo: vediamo i guai che provoca anche nel calcio.

Comunque, una volta imparato a distinguere Ebraismo da Sionismo, e Islam da Islamismo, sarà il caso di ricordare che da quando da perseguitati in Roma atrocemente, i Cristiani diventarono potenti e si inventarono che la Croce potesse essere un segno politico e militare (“in hoc signo vinces!”) il Cristianesimo finì e incominciò la Cristianità costantiniana, che da ultimo ha cercato di annettersi l’Europa, volendo inserire nei trattati il Cristianesimo come suo fondamento: meno male che già c’era stata la rivoluzione francese.

“Ahi Costantin di quanto mal fu matre” con quel che segue: bravo Dante che peraltro in Paradiso incontra il suo trisavolo Cacciaguida, che secondo lui salì in cielo subito, in quanto morto in una crociata. Lo spirito critico ci vuole sempre. Anche per avvisarmi che sto facendo lezione da troppo. Scendo subito di cattedra.