L’Europa raccontata ai ragazzi di M.Vigli

Marcello Vigli

Le elezioni del maggio 2014 per il Parlamento dell’Unione europea hanno per la prima volta fatto emergere l’esistenza di una forte presenza antiunitaria fra i cittadini degli Stati che la compongono. L’Italia non è stata fra questi. Fra le ragioni che si possono addurre per dar conto di questo risultato non si può certo citare un particolare coinvolgimento dei suoi cittadini nelle questioni concernenti il governo dell’Unione. Prevalgono anche fra loro atteggiamenti ispirati a pregiudizi e a scarsa conoscenza.

Manca una formazione alla cittadinanza europea nelle scuole. Questa constatazione conferma il valore e la funzione del libro “Europa: ragazzi e ragazze riscriviamo il sogno europeo” (*) di Mario Campli, membro per l’Italia del Comitato Economico Sociale Europeo (CESE), che offre agli insegnanti e agli studenti uno strumento per parlare di Europa fra i banchi di scuola.

In cinque Dialoghi l’autore offre abbondanti e selezionati materiali di riflessione su l’eredità, la cittadinanza, l’uguaglianza, l’integrazione, il sogno europeo ispirandosi al Preambolo del Trattato sull’unione europea, che cita al termine della sua breve introduzione alla lettura, nella quale dà conto dello scopo del suo lavoro.

In questi mesi ed anni, il sogno europeo e dell’unità europea vive una durissima prova: può spegnersi definitivamente o rinascere. Questo libro potrebbe essere letto anche come il grido della generazione che è nata e cresciuta nel sogno dell’Europa unita e che ora cerca, anche con angoscia, mani e cuori, intelligenze ed energie per ripensare, ricostruire, ripartire.
In verità i Dialoghi offrono molto di più: in primo luogo sul piano del metodo con la scelta delle fonti da cui attinge i testi che usa – non sono le solite “citazioni” più o meno dotte – per intessere i dialoghi perché siano non solo più articolati, ma più convincenti e documentati grazie anche alla varietà degli autori citati. Si tratta di costituzionalisti ma anche di giornalisti, di politici ma anche di letterati, di politologi ma anche di scienziati, di storici ma anche di filosofi.

Ad essi l’autore cede la parola sui diversi temi, contenuti e momenti specifici del percorso della costruzione europea, come in una sorta di “dibattito pubblico allargato” nella cui cornice si sviluppa il dialogo tra lui stesso, espressione della generazione degli anni cinquanta nata intorno al discorso di Schuman (1950) evento fondativo dell’Unione, e i giovani, rappresentanti della generazione nata intorno all’evento della caduta del muro di Berlino (1989).

A loro si rivolge per ripercorrere le tappe del processo da cui sono nate le Istituzioni dell’Unione e si sono costruite cittadinanza, uguaglianza e integrazione di una Europa unita che, a lungo coltivata, ha cominciato a diventare realtà all’indomani dei duri anni delle guerre, che, nella prima metà del secolo scorso, hanno sconvolto il continente trascinando l’intero pianeta.

Non nasconde le difficoltà e i limiti di tale costruzione, senza però sminuirne l’importanza e la radicale novità: troppe, nei diversi Paesi, le diversità nelle storie dei processi di unificazione, nel grado di coesione sociale, nella maturazione democratica, nella realizzazione dello “stato sociale”. La tenacia dei fautori dell’unità e le sollecitazioni dei sistemi economici e produttivi le hanno progressivamente ridotte, se non superate, dopo laboriose trattative concluse con l’approvazione di trattati e normative diversamente vincolanti, ma non sempre facili da attuare nei diversi Paesi.
I tre Dialoghi centrali danno conto del travaglio che in oltre mezzo secolo ha prodotto l’attuale

situazione in cui, su un territorio di oltre 4 milioni di km², vivono 503 milioni di abitanti – condizione che colloca l’Unione al terzo posto nel mondo – e in cui l’autorità è condivisa fra le strutture centrali e i governi dei ventisette Stati membri. Ne conseguono vantaggi e svantaggi per l’esercizio della cittadinanza condizionato dalle diseguaglianze – di esse piuttosto che di uguaglianze l’autore preferisce parlare per ridurre al massimo il rischio del’astrattezza – che permangono, particolarmente nella distribuzione del lavoro, e rendono difficile l’esercizio della democrazia. Anche l’integrazione – di cui l’autore delinea le caratteristiche prima di valutarne il grado di realizzazione – diventa difficile nelle condizioni date.

Da questo stato di stallo è urgente che l’Unione esca con un salto di qualità definitivo: la realizzazione della piena unità politica pur nella forma di Federazione.

E’ il tema dell’ultimo Dialogo, dedicato all’indicazione del campo d’azione per chi intende contribuire alla sua costruzione, introdotto dalla analisi del radicale mutamento prodotto nel processo, ampiamente descritto nei precedenti, dalla crisi che l’ha investito e dalla fine dell’assetto geopolitico al cui interno era iniziato e si era sviluppato.
L’inadeguatezza del sistema istituzionale e i limiti dell’assetto economico, aggravati dalla globalizzazione non hanno trovato politici attenti e consapevoli per affrontare i problemi posti dalla fine del bipolarismo, simboleggiata nella caduta del muro di Berlino, e dalla inattesa e affrettata riunificazione della Germania. Questa in particolare, insieme all’ingresso nel mercato unico degli stati usciti dal dissolto sistema di sudditanza sovietico, ha imposto la revisione del suo sistema di governo sancita nel Trattato di Maastricht.

Ne è emersa una “nuova” Unione che, pur conservando tutti i limiti del precedente sistema, si configurava non più (solo) una risposta alle tragedie del passato ma una proposta strategica per affrontare le sfide del futuro. A questa trasformazione non sono preparate le forze politiche, incapaci di far fronte al progressivo divaricarsi nelle economie nelle società nazionali e nella gestione del processo di “integrazione” economica e monetaria avviato con la adozione dell’euro come moneta unica in oltre metà dei suoi stati membri.

La crisi esplosa negli Stati Uniti d’America ha aggravato la situazione rendendo urgente e imprescindibile un radicale rinnovamento che deve, però, coinvolgere non solo i governi e i politici ma tutti i cittadini europei e in particolare i giovani.

C’è molto spazio e c’è molto lavoro per riscrivere il sogno europeo: è il compito esaltante di questa generazione, che nei giorni del 1989-90 non era ancora nata o muoveva soltanto i primi passettini come uomini e donne di questo tempo.

Alla loro attenzione, scegliendoli come interlocutori privilegiati, l’autore delinea un’Agenda di impegni e di cambiamenti nelle politiche e nelle istituzioni europee, di cose necessarie e possibili da fare, che riassume in una rapida carrellata e in estrema sintesi.

Si tratta di undici obiettivi da raggiungere che rendono concreto il discorso sull’Europa che, con il libro, l’autore invita ad affrontare nelle scuole per rilanciare il sogno europeo.

L’invito a « riscrivere il sogno europeo» non è dunque, un invito a superficiali o astratti approcci o pensieri. E’ la sostanza di un impegno nuovo: l’Europa cresce e cambia se è sognata, se è parte, cioè, di un impegno sociale, culturale e politico di generazioni nuove che no piantano mai bandiera, nel senso che il loro è un impegno che inizia da proprio quartiere, dalla propria città, dal proprio Paese e di proietta in Europa e nel mondo.

Campli non si sottrae all’impegno anzi si dichiara disposto a continuare a dialogare offrendo, come fa nell’introduzione, il suo indirizzo telematico: mario.campli@eesc.europa.eu.

Il dialogo, dunque, continua. E anche sotto questo specifico profilo, il lavoro – nato sul campo concreto della partecipazione attiva e quotidiana al percorso politico, legislativo, sociale – può configurarsi come contributo originale e stimolante nel dibattito e nel confronto sulla realtà e le prospettive della unità europea, a tutti i livelli e in particolare tra le due generazioni insieme e diversamente protagoniste, per evitare che dal sogno si precipiti nel sonno.

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Mario Campli, Europa ragazzi e ragazze riscriviamo il sogno europeo, Marotta e Cafiero editori, Napoli, 2014

Il libro si può richiedere all’editore Marotta&Cafiero Via Andrea Pazienza 25 – 80144 Napoli tel. 3283842929 – 3384384615 – 08118862366 – ordini@marottaecafiero.it – www.marottaecafiero.it