Quale fede? di E.Peyretti

Enrico Peyretti
Rocca, 15 luglio 2014

Che cosa è la fede che ritengo di avere? Ogni credente pensante se lo chiede.

Confido che un Vivente (che siamo soliti chiamare Dio, con un nome comune personalizzato), più vivo di noi vivi, fonte di vita, sia presente a noi e al mondo, in comunicazione profonda, più profonda delle parole e dei concetti.

Credo che abbia infuso qualche senso e bellezza dove poteva essere nulla o caos.

Credo che abbia immesso un fermento di libertà dove ha prevalso e dove ancora prevale dominio, schiavitù, esilio, meccanismo di forze violente.

Credo che abbia condotto l’umanità ad essere amica della terra madre, e che possa risvegliarla oggi dalla follia di saccheggiare e torturare questo suo corpo universale.

Credo che abbia suggerito ai cuori e alle menti degli umani che la regola della vita buona è darsi reciprocamente il bene, e rispondere al male col bene, e donare senza far conto sul contraccambio. E credo che continui a mettere amore dove c’è soltanto legge.

Credo che animi e rianimi nei cuori la speranza, quando si insinua la tenebra della disperazione.

Credo che abbia messo nell’umanità in attesa la sua intima personale presenza, in modo tutto speciale e pieno nella persona dell’uomo Gesù.

Credo che metta vita dove c’è morte.

Credo che la Bibbia, culminante nei vangeli, e anche ogni altro mito religioso e sapienziale, ognuno a suo modo, narrino questa evoluzione spirituale che può proseguire nell’umanizzazione crescente.

Credo che per vivere un po’ più veramente questa fede, io devo semplicemente mettere il bene che ricevo, là dove trovo del male, guardando non il male, ma la vita offesa dal male.

Credo che un piccolo bene vale più di tutto il male, perché è più vero e più forte di tutto il male.

Penso che questo sia tutto ciò che mi è dato di credere, e nella mia preghiera chiedo solo di guarire dalla mia incredulità, e di essere animato dallo spirito promesso dal Vivente.