Anno scolastico 2014/2015: aumentano i docenti di religione…

Carissimi,

l’ora di I.R.C.(Insegnamento della Religione Cattolica) da anni dibattuta dall’UAAR, ma con tacito accordo di tutte le forze poliche e sindacali, con l’a.s. 2014/15 aumenteranno, mentre perderanno ore di insegnamento i docenti delle diverse discipline dell’area comune e dell’area di indirizzo dei diversi corsi di studio.

I docenti di Religione Cattolica, l’80% sono di Comunione Liberazione e il 20% dell’Azione Cattolica, nominati dalla Curia, ma a seguito della L.186 del 18 luglio 2003 gli insegnanti di religione cattolica diventano dipendenti statali a tutti gli effetti, con stato giuridico e trattamento economico equivalenti a tutti gli altri insegnanti; diventati dipendenti pubblici, l’eventuale revoca dell’abilitazione da parte dell’Ordinario Diocesano comporta per lo Stato l’obbligo di provvedere al loro impiego alternativo.

Nel 2003 era Ministro la Sig.ra Moratti, ma prima c’era Berlinguer (Governo Prodi) che aveva già “spianato” la strada con i contributi alle scuole legalmente riconosciute e pareggiate, quindi finanziamenti alla scuola privata, seguito dal Governo D’Alema dove ha sancito a pieno titolo il sistema di istruzione nazionale delle scuole private stabilendo che debbono essere trattate alla pari sul piano economico…

Oggi le scuole private hanno più finanziamenti della scuola pubblica. Al 1/9/2014 avremo 24.000 docenti di IRC, negli ultimi 10 anni sono aumentati del 10%. L’insegnamento della Religione Cattolica sono 60 ore all’anno scolastico per la Scuola dell’Infanzia Comunale e Scuola Materna Statale (1 ora e 45′ alla settimana, 2 ore nella Scuola Primaria, 1 ora nella Scuola Superiore di I e II Grado).

Il 20% degli alunni fra scuola dell’Infanzia/materna, primaria e I° Grado non seguono l’insegnamento e la scuola che dovrebbe come previsto da normativa offrire insegnamenti alternativi non propone nulla, nella scuola superiore di II Grado la percentuale di alunni che non seguono l’insegnamento raddoppia in particolare negli Istituti Professionali dove vi sono alunni con maggiori fragilità e con un contesto economico-sociale-culturale più debole.

Inoltre per gli alunni della scuola secondaria di II Grado che non si avvalgono dell’IRC, possono scegliere se uscire dall’edificio scolastico durante l’ora, quindi di fronte ad una scuola che non offre nulla ed una scuola che non risponde alle loro richieste e bisogni tutti fanno richiesta di uscire per andare nei bar o nelle sale gioco della città…, quindi una scuola che tutela l’insegnante di Religione che resta in classe con 5/6 alunni e 15 escono ESPOSTI A TUTTO…!!!!

L’insegnante di religione può avere 5/6 alunni mentre i docenti delle altre discipline non possono (es.Linghe Straniere, Educazione Fisica, Italiano e Storia e altre discipline) per loro vengono fatte cattedre con classi articolate…!!!! In questa partita da sempre i Sindacati confederali si sono dimostrati subalterni…e gli addetti ai lavori (i docenti) non hanno mai condotto una vera BATTAGLIA… e non dico altro.

Un caro saluto. Marilena

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RICOMINCIA LA SCUOLA E AUMENTANO ANCORA I DOCENTI DI RELIGIONE

A settembre, la scuola italiana avrà bisogno di più insegnanti di Religione dello scorso anno. Duemila in più rispetto a dieci anni fa. A certificarlo è l’organico dei docenti di Religione 2014/2015 del ministero. E se da un decennio a oggi nella scuola italiana tutto (o quasi) presenta un segno rosso — dai finanziamenti per le attività pomeridiane e accessorie agli organici dei docenti, dai bidelli al personale di segreteria — l’unico settore che pare immune dalla spending review è proprio quello dei docenti di Religione cattolica. Che, nonostante l’inarrestabile calo degli alunni che seguono la materia, aumentano.

Il trucco c’è ma non si vede, verrebbe da dire. In passato, la Chiesa cattolica forniva anche alle insegnanti curricolari che lo richiedevano il lasciapassare per insegnare Religione. Ma da parecchi anni questo non è più possibile. Così, andate in pensione le maestre “tuttofare”, le ore di Religione passano dunque agli specialisti scelti dai vescovi. Ecco perché diventa necessario reclutare nuove maestre di religione, in possesso dei requisiti previsti dal concordato Stato-Chiesa del 1984.

Così, mentre i primi di agosto in Italia impazzava la polemica sui cosiddetti ”Quota 96” — circa 4mila docenti che nel 2012 avevano già maturato i requisiti per andare in pensione ma, per effetto di un errore nella legge Fornero, furono bloccati in classe fino al compimento dei 67 anni di età — il governo approvava il decreto con i posti complessivamente funzionanti per l’insegnamento della Religione cattolica, che aumenteranno di 310 unità rispetto al 2013. A settembre dunque, il loro organico sfiorerà le 24mila unità: un record. In poco più di un decennio la pianta organica degli insegnanti di Religione è cresciuta del 9,3 per cento, passando da 21.951 cattedre alle 23.994 dell’anno scolastico che sta per iniziare.

Per il ministero dell’Istruzione l’incremento è però da attribuire all’aumento della popolazione scolastica: «Il contingente complessivo dei docenti di religione è individuato sulla base di un decreto interministeriale», spiegano. «Le unità sono 16.794, determinate sulla base del numero di alunni e nella misura del 70 per cento dei posti di insegnamento complessivamente funzionanti. Rispetto al 2013/2014 c’è quindi un incremento di 215 unità di personale che si aggancia all’incremento di alunni totali nel sistema di istruzione (+44.209)». Mentre per lo stesso incremento gli organici degli altri insegnanti è invariato.

Nel frattempo, per la presenza degli alunni stranieri, la frequenza dell’ora di Religione cattolica è scemata. Undici anni fa, quando il prof di Religione entrava in classe erano poco più di sette gli alunni che uscivano dall’aula per dedicarsi ad altre attività, nel 2012/2013 — secondo i dati della Cei — la quota di quanti scelgono l’esenzione è arrivata all’11,1 per cento. Circa 874 mila alunni che non seguono l’ora di religione.

Ma l’incremento dei posti con- finora è soltanto la punta dell’iceberg di un fenomeno accelerato da un accordo sottoscritto due anni fa dall’allora ministro Profumo e dal cardinal Bagnasco. L’intesa stabilisce che dal 2017 anche le circa 50mila anziane maestre in attività che insegnano religione dovranno passare la mano agli specialisti: per insegnare la religione cattolica occorrerà essere in possesso di un apposito master universitario di secondo livello in scienze religiose. In palio, quasi 7mila cattedre.