I miei primi, incerti passi verso l’ecoteologia di C.Bianchin

Carlo Bianchin
Gruppo Sconfinati – Torino
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Fratello mandorlo, parlami di Dio. E il mandorlo si coprì di fiori“ (Nikos Kaza,tzakis )

Etimologia

Ecoteologia oikos – theo – logia = un discorso sulla relazione di Dio con la sua Casa (il cosmo)

Il cosmo (oikos) è sacramento divino, shekinà, dimora divina ( Moltmann)

Acquisire una coscienza ecologica significa riconoscere che Dio è nella creazione e abita l’acqua, l’aria, la terra ecc.

Dio compreso come ecosistema di Amore, cioè come un’infinita rete di relazioni d’amore.

Un Dio aperto, sempre in movimento, sempre in relazione.

Il teologo Torres Queriga dice che Dio non è Amore (sostantivo) ma Amare (verbo), Dio è creazione perpetua.

Uno sguardo sacramentale. “quando guardi un albero e vedi un albero, non hai visto realmente un albero. Quando guardi un albero e vedi un miracolo allora hai davvero visto un albero“ (A. de Mello).

Lo sguardo sacramentale implica recuperare il valore sacro della materia. (…)

Le sfide dell’ecologia alle religioni

Oggi per la prima volta abbiamo una visione scientifica dell’Universo: la sua origine, le sue dimensioni, l’evoluzione, le galassie, i pianeti, la presenza della vita.

Durante i millenni della storia dell’uomo sulla terra le religioni si sono fatte carico di supplire alla ignoranza collettiva e rispondere alle paure con i miti e le superstizioni.

I miti crearono un “immaginario religioso importante, ma che non regge di fronte alla nuova scienza.

Essa ci presenta una visione del mondo finora sconosciuta:

– un universo in movimento totale e continuo

– un universo in espansione che iniziò con una esplosione e continua tuttora ad espandersi

– un universo orientato verso la complessità

– un universo collegato con reti, dove ogni particella è rapportata con il tutto.

Cambia perciò

– la rappresentazione della Natura

– la rappresentazione dell’essere umano

– la rappresentazione di Dio

S. Tommaso dice che ad un errore sulla Natura consegue un errore riguardo a Dio.

L’esplorazione scientifica è senza dubbio “una nuova esperienza di rivelazione“nella quale l’aspetto divino della realtà si manifesta in forma nuova.

Le religioni hanno bisogno di sentire il kairos ecologico e di rivolgersi al cosmo e alla natura per riconoscere in essi la nostra “storia sacra” (…)

Come emerge Dio nel processo evolutivo?

L’idea di Dio sorge quando poniamo la seguente questione: che cosa c’era prima del big.bang?

Chi ha dato l’impulso iniziale? Il nulla? Ma dal nulla nasce il nulla.

Se sono apparsi degli esseri è segno che Qualcuno li ha chiamati all’esistenza e ne sostiene l’essere.

Ciò che possiamo dire in maniera sensata è che prima del big.bang esisteva l’Inconoscibile, c’era il Mistero. Per definizione sul Mistero e sull’Inconoscibile non si può dire niente.Di fronte a Dio vale più il silenzio che la parola.

Ciononostante si può percepirlo attraverso la ragione riverente e sentirlo nel cuore come una Presenza che riempie l’Universo. Posti tra cielo e terra, contemplando miliardi di stelle tratteniamo il fiato e ci riempiamo di riverenza. Dice il rabbino Heschel di NewYork “é impossibile disprezzare l’irrompere dell’aurora, restare indifferenti dinanzi allo sbocciare del fiore o non rimanere sbalorditi nel contemplare una creatura appena nata“.

Doc. associazione ecumenica teologi del terzo mondo

Nel quadro di una teologia assiale il passaggio dalla ecologia come scienza alla ecologia come paradigma è una delle principali sfide della riflessione teologica attuale.

In gioco non c’è solo la difesa dell’ambiente ma quello di una re-interpretazione del cristianesimo.

Solo un cambiamento della visione religiosa tradizionale può permettere la sopravvivenza della umanità perché smetteremo di distruggere la natura solo quando  scopriremo la sua dimensione divina e il nostro carattere naturale.

Partiamo da alcune considerazioni della teologia tradizionale sul cosmo, sull’uomo e su Dio.

L’immagine del cosmo che abbiamo ricevuto dalla tradizione è “piccola” a causa delle nostre carenze del mondo scientifico.

La Materia è considerata qualcosa di inferiore, di inerte, carente di vita. Oggetto di una visione dualista che l’ha separata e privata di ogni relazione con lo spirituale e il divino.

L’immagine della tradizione su noi esseri umani ci considera come esseri superiori, non ci considera realmente naturali, ma esseri superiori perché creati a parte da Dio quando già era pronto tutto lo scenario.

Di qui la concezione antropocentrica grazie alla quale tutta la realtà naturale è stata vista in funzione dell’essere umano.

Con una frase lapidaria Lynn White afferma: la religione giudaico-cristiana è quella più antropocentrica. Ne consegue che abbiamo considerato la natura come una realtà da dominare come un contenitore di risorse infinite e inesauribili.

Dal Neolitico la civiltà agraria ci trasmette un’immagine di Dio come theos, divinità dominatrice, maschile, guerriera, patriarcale. E’ questa visione religiosa tradizionale ed egemone che ha reso possibile la nascita e il consolidamento di un sistema predatorio nemico della natura e responsabile del disastro ecologico.

Quali sono gli aspetti di un nuovo paradigma nato nel corso degli ultimi tempi?

Una nuova immagine del cosmo

La nuova fisica ci rivela che la Materia non è inerte, che materia ed energia sono convertibili, che la vita tende a farsi più complessa.

Una nuova comprensione ci presenta la Natura provvista di sacralità, l’unica trascendenza che oggi possiamo accettare è profondamente immanente .

Dio non sta al di fuori né prima della realtà cosmica, il cosmo è  come il Corpo di Dio. La realtà stessa è sacra, è divina, è la santa materia di Teihllard de Chardin.

Una nuova immagine di  noi esseri umani

Non siamo stati “creati dal nulla“, da un theos separato dal cosmo,

Noi siamo polvere di stelle, formati dalla esplosione di una supernova. Siamo concretamente terra, terra-materia che ha preso vita ed è arrivata ad avere coscienza, a sentire, e pensare.

Siamo una specie tra le altre, anche se molto particolare, una specie che non ha il diritto di disprezzare gli altri esseri viventi.

Non siamo perciò una realtà distinta, essenzialmente spirituale, superiore, estranea alla terra.

Siamo pienamente tellurici. Siamo inter-connessi con tutto.

Distruggendo la natura, distruggiamo la nostra casa, la nostra nutrice.

Una nuova immagine della divinità

Il dio-theos patriarcale, immateriale, a-cosmico non è più credibile, anzi è un’immagine che ci ha fatto e continua a farci molto danno..

L’immagine nuova di Dio non la incontriamo solo nella Rivelazione il secondo libro scritto da Dio, ma nel primo libro, nella realtà, nel cosmo.

Il teismo (e l’ateismo) deve cedere il passo ad un atteggiamento Post-teista. Il Panenteismo (Dio in tutto e tutto in Dio) è il modello più accetto in questa era Ecozoica.

La divinità che non sta al di fuori, che non è qualcuno come noi (antropomorfismo) ma una realtà ultima che anima il corpo del cosmo.

Una divinità che non incontriamo per separarci dalla Materia e dalla terra ma che ci spinge a incontrarla appassionatamente in essa.

Questo è il compito urgente di educazione teologica planetaria.

La teologia ha la maggiore responsabilità riguardo al passato, ma al tempo stesso ha la capacità di affrontare l’urgente compito di cambiare visione.

Considerazioni conclusive parziali

Possiamo offrire una interpretazione del cristianesimo che sia compatibile tanto con la fede biblica quanto con la scienza contemporanea?

La scienza può aiutare la teologia  non solo a purificare l’immagine di Dio ma anche a formulare i contenuti della fede in un linguaggio che risulti comprensibile agli uomini di oggi..

Formarsi una mentalità ecoteologica per il credente significa superare l’antropocentrismo e scegliere la visione biocentrica dell’universo. La scienza ha complicato la comprensione che abbiamo di noi, infatti tenendo conto dell’età dell’universo risulta difficile postulare che l’uomo occupi il posto centrale… allora gli esseri umani si trasformano da inquilini incoscienti a custodi intelligenti e responsabili.

L’esistenza di Dio non sarà mai una verità scientifica, ma questo non significa escludere che l’ordine  bello e intelligente del mondo, non sia un riflesso del suo creatore.

Lo scienziato Chen Ning Yang, premio Nobel per la fisica afferma: “Mi domando come si sia potuto creare una struttura così magnifica. Mi suscita una sensazione profondamente religiosa nel senso più intenso della parola.

Una nuova concezione di Incarnazione

Superare l’idea di incarnazione vista come un Dio che sta lassù e che discende in terra e che poi ritorna lassù.

Incarnazione significa che Dio è dentro tutte le cose, è il potere e l’amore che sostiene l’essere finito.

Dio non interviene nella realtà creata, è già dentro ogni realtà.

Rahner mette in relazione il linguaggio metafisico della Causa Prima con il linguaggio biblico dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo è il principio divino immanente che conduce la creazione verso un futuro aperto

L’idea di Incarnazione deve essere ampliata. Non è un avvenimento passato che si è svolto una sola volta, ma esprime il potere e l’amore intrinseco di Dio come Spirito che abbraccia l’essere fin dal suo inizio.

Teilhard de Chardin usa l’immagine delle  due mani di Dio come causa prima e cause seconde..

Le Fonti di questo saggio

Quanto ho scritto in questo testo è una elaborazione personale di alcuni saggi sulla Ecoteologia riportati dalla rivista Adista nell’arco di alcuni anni.

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Care e cari,

di seguito due articoli di Elizabeth Green che stiamo utilizzando nella nostra comunità cristiana di base di Pinerolo in preparazione al prossimo incontro regionale delle cdb piemontesi (domenica 5 ottobre, ospitati/e dalla Cdb di Torino, presso la sede dell’associazione Opportunanda, via Sant’Anselmo 28) sul tema della “Cura del Creato“.

ElLISABETH GREEN, Tra gemiti e speranza. Introduzione alla teologia ecofemminista, intervento al I° Convegno di Eco-teologia a cura del Cenobio Cristico, settembre 2011

ELIZABETH GREEN, In sintonia con la Terra. La Creazione nella riflessione femminista, conversazione tenuta presso la Fondazione “Serughetti La Porta”, marzo 1999

Ringraziamo molto Carlo Bianchin per il lavoro sull’ecoteologia che ha fatto e sta facendo: stiamo ora approfondendo quanto abbiamo ricevuto da lui (potete leggerne il testo sul Foglio cdb di settembre o sul nostro sito http://cdbpinerolo.ubivis.org).

Inoltre segnaliamo due testi che abbiamo letto negli anni passati in particolare nel gruppo donne della nostra cdb:

INA PRAETORIUS, Penelope a Davos. Idee femministe per un’economia globale, Quaderni di Via Dogana – Libreria delle donne di Milano, suppl. al n. 98, settembre 2011.

Ina Praetorius è dottora in teologia protestante, autrice di saggi, casalinga e madre di una figlia. Vive in Svizzera. “Si può argomentare che il distruttivo dominio della finanza sulla vita umana sia connesso all’oppressione millenaria delle donne e alla loro assenza dalla vita pubblica? L’epoca in cui viviamo è segnata dal profondo disordine che accompagna la fine di un mondo, quello patriarcale, mentre il nuovo, verso cui andiamo, ancora non ha un nome e richiede, per prendere forma, una nuova tessitura di pensieri e di iniziative. (…) Possiamo concepire un ordine di pensiero che rimetta le cose al loro giusto posto solo se ripensiamo la convivenza umana sulla Terra a partire dalle relazioni più elementari e andiamo oltre le opposizioni gerarchiche che hanno caratterizzato la cultura occidentale patriarcale (mente-corpo, oikos-polis, terra-cielo) e oltre anche alle forme in cui il femminismo si è fino a oggi sviluppato (…)” (dalla 4ª di copertina).

ROSEMARY RADFORD RUETHER, GAIA E DIO, Una teologia ecofemminista per la guarigione della terra, Queriniana 1995
“L’autrice affronta i problemi cruciali che attengono al rapporto tra il pianeta vivente, la terra, e le nostre tradizioni religiose occidentali. “La guarigione ecologica è un processo teologico e psichico-spirituale” – scrive la teologa nordamericana – “Una relazione risanata tra gli umani e con la terra invita a una nuova coscienza, a una nuova cultura simbolica e a una nuova spiritualità”. Un saggio denso e discusso in cui la teologia femminista si misura con il tema ecologico per demolire la cultura del dominio in vista della guarigione della terra” (dalla 4^ di copertina).

Buon lavoro! Arrivederci a presto.
(per la cdb )
Carla Galetto

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Comunità cristiana di base di Pinerolo 
c/o  FAT onlus – Vicolo Carceri, 1 – 10064 Pinerolo (To)
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