XX Settembre: e c’è sempre più voglia di laicità

Raffaele Carcano, segretario Uaar
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Ha ragione, temo proprio che abbia ragione chi dice che per la Breccia di Porta Pia non sono i bersaglieri ad essere entrati nello Stato Pontificio, ma è lo Stato pontificio a essere dilagato nel resto del Paese.

Pensate ai Patti Lateranensi, a quello sciagurato articolo 7 della Costituzione che sin da subito ha posto un’ipoteca sulla laicità della nascente Repubblica, per finire – ovvio, si fa per dire – con il Concordato firmato da Bettino Craxi nel 1984: appare evidente che la lunga strada del nostro Paese verso la laicità è stata costellata di ostacoli. È anche per questo che viviamo ancora in una democrazia incompiuta.

La secolarizzazione avanza, è vero. Gli ultimi dati diffusi dalla Fondazione Critica Liberale e dalla Cgil-Nuovi Diritti ci dicono che il numero dei bambini battezzati è passato dai 421.071 del 2010 ai 420.553 del 2011 (nel 1991 erano oltre 515mila); le prime comunioni sono passate dalle 442.156 del 2010 alle 427.712 del 2011. Nello stesso periodo, le cresime sono scese da 446.255 a 445.381. Così come è diminuito il numero di matrimoni concordatari, dai 217.700 del 2010 ai 204.800 del 2011. E nel 2011, per la prima volta, nelle regioni del Nord, si è registrato un sorpasso dei matrimoni civili (51,7% del totale) su quelli concordatari (48,3%).

Eppure, per altri versi, sembra non essere passato molto tempo da quel 20 settembre del 1870. Unioni civili, divorzio breve, fecondazione assistita, eutanasia… sono tante le questioni sulle quali la longa manus della Chiesa fa ancora presa. La vera e più che mai attuale presa di Roma. E se una volta era la Dc a farsi megafono delle direttive del Vaticano, oggi che la Balena bianca in quanto tale non esiste più, sono singoli cattolici o atei devoti all’interno di partiti e partitini a fare a gara per rappresentare le istanze della Chiesa.

A spese di quella laicità e di quel pluralismo religioso che nel nostro Paese sono, come si diceva, di là da venire. Com’è strana a volte la vita: anche a noi tocca sperare in un al di là migliore. E dunque, a 144 anni da quel 20 settembre che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia, è ancora necessario ricordarsi di non abbassare la guardia.

Ce lo insegna anche il governo Renzi. Da un anno giace in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare – che prevede la possibilità di rifiuto dei trattamenti sanitari e la liceità dell’eutanasia – presentata dall’Associazione Luca Coscioni e depositata in Cassazione insieme a Radicali italiani, Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti, Exit Italia e Amici di Eleonora Onlus.

Nulla di fatto neppure per quanto riguarda le unioni civili. Nel gennaio scorso, era ancora solo segretario del partito, Renzi aveva annunciato che, nel nuovo contratto di governo che si sarebbe dovuto siglare in quel mese, il Pd avrebbe chiesto un capitolo sui “diritti civili” che, oltre alle modifiche alla Bossi-Fini, ai provvedimenti per le famiglie, a una disciplina più moderna ed efficace delle adozioni, comprendesse anche le unioni civili per persone dello stesso sesso.

Sono passati nove mesi, Renzi è diventato presidente del Consiglio, eppure di quel capitolo sui “diritti civili” non si è saputo più nulla. Giusto qualche giorno fa ha promesso che le unioni civili ci saranno. Ma tra mille giorni… tre anni. Se avessimo ancora qualche dubbio basti pensare alle agevolazioni Imu e Tasi concesse a scuole paritarie e cliniche private dal decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, emanato il 26 giugno scorso.

Magari la spunterà il divorzio breve, forse soltanto grazie alla complicata situazione familiare di tanti sostenitori dei Family Days. Ma basterà questo per farci dire che siamo un Paese laico? La realtà è che siamo un Paese di laici con una classe dirigente clericale. Ed è decisamente venuto il tempo di rimediare a questa bizzarra incoerenza. Nell’aria c’è tanta voglia di laicità: dobbiamo liberarci dei nostri pudori e cominciare a esibirla senza inibizioni. È tempo di una liberazione laica!