Quel che resta dei cattolici di F.Gentiloni

Filippo Gentiloni

Il recente libro di Marco Marzano è pessimista già nel titolo: “Quel che resta dei cattolici” e nel sottotitolo “Inchiesta sulla crisi della chiesa in Italia “ (Feltrinelli). Una accurata e approfondita analisi che non può che cominciare da qualche dato significativo: i cattolici praticanti non superano il 15-20 per cento, soprattutto anziani e donne.

L’analisi si approfondisce. E si compendia sotto tre grandi capitoli. Come tre immagini. La prima è quella del banco vuoto: un paese sempre più secolarizzato, in costante allontanamento da quella che è stata per secoli la “sua” chiesa. La seconda immagine è quella del “fortino assediato”: è così che la gerarchia vede la chiesa: una istituzione assediata e intenzionata a resistere. La terza immagine è quella del porto sicuro: i movimenti ecclesiali, le nuove sette, grande novità della chiesa italiana. Marzano analizza soprattutto i neocatecumenali.

In mezzo, fra afasia e immobilismo, il clero normale è destinato a una estinzione lenta ,ma inesorabile, le “sette” hanno invaso il cattolicesimo, portando nuove energie, ma ponendo nuovi interrogativi, dai focolarini ai ciellini, dai carismatici ai cursillos di cristianità . Per alcuni il frutto migliore del Vaticano II, per altri una infezione pericolosa, una eversione della cattolicità, un semipelagianesimo, un giovanilismo senza radici . Per Marzano è stato il pontificato di Woytila a favorire la nascita e lo sviluppo di questo cattolicesimo di “sette”.