Sentinelle (ancora) in piedi. Ma la rete non perdona

Giampaolo Petrucci
Adista Notizie n. 36 del 18/10/2014

Dopo le adunate della primavera scorsa (v. Adista Notizie nn. 15 e 23/14), tornano in piazza le “Sentinelle in piedi” per protestare – sempre in maniera apartitica e aconfessionale, dicono, ma pur sempre appoggiati da gerarchie e movimenti cattolici, partiti e realtà dell’estrema destra – contro il ddl antiomofobia di Ivan Scalfarotto (fermo, anzi fermissimo, in Senato) e contro la più recente proposta di legge sulle unioni civili, anche omosessuali, ancora in fase embrionale nelle intenzioni del governo guidato da Matteo Renzi. Tutte minacce, dicono i promotori, alla famiglia tradizionale (e “naturale”) e alla libertà di espressione di singoli e movimenti che si oppongono alle unioni tra persone dello stesso sesso. E così le Sentinelle si sono incontrate, i giorni intorno al 5 ottobre, con flash mob in 100 piazze italiane, nello stile che ormai tutti conoscono dei Veiller debout francesi: schierati in piedi, fermi, a distanza di circa due metri l’uno dall’altro, a leggere in silenzio un libro simbolo della libertà d’espressione. Pochi i partecipanti, segnalano un po’ ovunque, ma quanti bastano per destare l’interesse dei media, e scatenare un’ondata di contromanifestazioni per i diritti civili e contro l’oscurantismo medioevale che questi manifestanti evocano.

Martiri o carnefici?

Il 5 ottobre, alcuni fatti hanno poi reso l’evento ancora più colorito del solito. In alcune piazze, gli accesi toni dei contromanifestanti e le sparute aggressioni fisiche (lancio di pericolosissime uova e gavettoni) sono state ampiamente strumentalizzate dalle Sentinelle, da realtà cattoliche come il Movimento per la Vita e il Forum delle associazioni familiari, da organi di stampa ecclesiastici come Avvenire, dalla stampa di destra e da alcuni parlamentari culturalmente vicini alle Sentinelle – per esempio Eugenia Roccella del Nuovo Centro Destra, la quale ha già annunciato un’interrogazione parlamentare. Parole grosse, spesso anche molto distanti dalla realtà dei fatti, per “dimostrare” la condizione di vittime delle Sentinelle, persone miti e per bene, paladine della libertà d’espressione, insultate e sbeffeggiate da minacciosi omosessuali e anarchici che cercano in tutti i modi di impedire loro di esprimersi silenziosamente e pacificamente. E per giustificare anche la loro avversione al ddl Scalfarotto, che darebbe la stura comportamenti intolleranti e liberticidi nei confronti di “chi la pensa diversamente”.

Un colpo di mano

Intanto, ha preso tutti in contropiede, il 7 ottobre scorso, l’annuncio del ministro dell’Interno Angelino Alfano di voler inviare a tutti i prefetti una circolare per proibire la trascrizione in Italia delle unioni gay celebrate all’estero, in quanto non conformi alle legislazione vigente. Curioso poi che l’annuncio del ministro – seguito da una lunga scia di polemiche, soprattutto da parte di diversi amministratori locali intenzionati ad obiettare – sia stato lanciato a soli due giorni dalle manifestazioni delle Sentinelle in piedi contro la proposta di legge sulle unioni civili. Una trovata poco felice – forse pensata per uscire dal cono d’ombra in cui il ministro è stato confinato dal protagonismo renziano e per accreditarsi presso un elettorato omofobo – che ha trovato isolato il ministro anche nell’ambito del mondo politico di centrodestra.

Il finto nazi

Tra le curiosità, merita un cenno la buffa vicenda di Giampietro Bellotti che, mascherato da nazista e con il Mein Kampf tra le mani, si è inserito nella manifestazione delle Sentinelle a Bergamo esponendo un cartello con su scritto: “I nazisti dell’Illinois stanno con le Sentinelle”. Un riuscito connubio di citazioni dei film “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin e “The Blues Brothers” di John Landis, ideato da Bellotti per deridere l’iniziativa, ma che si è concluso con l’intervento della Digos, la quale lo ha allontanato per evitare che gli animi si scaldassero troppo. Nessun reato di apologia di nazismo, il caso è stato archiviato prontamente dalla procura perché considerato solo un’ironica provocazione.

Prendiamola con ironia

Dopo mesi di opposizione argomentata da parte non solo delle associazioni lgbt ma anche di moltissimi commentatori “etero”, in cui le Sentinelle hanno continuato a spararle grosse sul ddl Scalfarotto, sulla visione “naturale” della famiglia e sulla propaganda “omosessualista” delle fantomatiche lobby gay nella scuola e nella società italiana, nel corso di questa ultima adunata di flash mob, il popolo del web sembra aver deciso di esprimere il proprio sdegno puntando tutto sulla “presa per i fondelli”, ridicolizzando così i tratti più ingannevoli, grotteschi e provocatori di questa mobilitazione. “Sentinelle, in piedi per niente”, titola ad esempio un interessante e approfondito articolo di Cronache Laiche (http://cronachelaiche.globalist.it) del 6 ottobre: «Sulla soglia del ridicolo, i muti manifestanti si battono contro diritti ancora inesistenti e per difenderne uno che nessuno mette in discussione».

Senza peli sulla lingua

Ma, ancora una volta, sono i social network a registrare gli interventi più spigolosi, con Twitter a far la parte del leone. «Andate a sedervi che poi vi stancate», twitta qualcuno. «Restate pure in piedi, che in Italia non c’è posto per l’odio», replica un altro. E ancora: «Mai che le Sentinelle si posizionino sui binari del tram»; «litigare su twitter con le Sentinelle è rilassante. Fatelo anche voi. La vostra autostima se ne gioverà»; «Sentinelle illuminanti, un po’ come Alfano premio Nobel»; «io non ho amici omofobi al massimo conoscenti deficienti»; «il fenomeno delle Sentinelle ti fa capire come per questo Paese l’unica soluzione è tifare Asteroide»; «ma una vergine più lo Spirito Santo vi sembrano una famiglia naturale?»; «il sonno della ragione genera Alfano e le Sentinelle in piedi»; «le Sentinelle oggi pregano contro le unioni gay. Mai che pregassero per avere in dono un po’ di intelligenza»; «vegliate, che so, per il caro benzina piuttosto!»; «voi state pure fermi, che intanto il mondo va avanti».

Segnaliamo infine anche un risentito “cinguettio” della cattolicissima Costanza Miriano, in cui l’autrice dei volumi Sposati e sii sottomessa e Sposati e muori per lei, ampiamente contestati dal mondo femminista, propone «di togliere la scorta a Saviano – reo di aver denunciato la “violenza culturale” delle Sentinelle – per darla a questa gente che è stata aggredita sul serio». Un tweet che non è passato inosservato ed ha persino meritato la “sottile” replica della cantante Ornella Vanoni: «Costanza Miriano, io propongo di metterla al tuo cervello la scorta. È così piccolo e raro che qualcuno potrebbe rapirtelo per studiarlo».

Le immagini più esilaranti

E poi c’è Facebook, con video e immagini ironiche che rimbalzano da un profilo all’altro. In un fumetto del blog Figures in action si legge: «Come può il matrimonio omosessuale mettere in crisi quello tradizionale? È il teorema della gelateria: se ci sono troppi gusti tra cui scegliere si va in confusione e alla fine si prende sempre quello che ci piace meno». Tra le immagini più virali nei giorni delle manifestazioni c’è poi il fotomontaggio della “Barbie Sentinella in piedi”, giocattolo prodotto dalla fantomatica azienda “Homophobic Toys” di Verona, sulla cui scatola si legge: «Barbie Sentinella in piedi è un regalo educativo che terrà i tuoi figli al riparo dalla depravazione. Completa di libro aperto, piedistallo, crocifisso e puzza ai piedi. Disponibile anche nella versione islamica, ortodossa, evangelica e laica. Sigillo “Omofobia Garantita”».

E c’è poi il “cliccatissimo” video di Fanpage.it, in cui i partecipanti alla manifestazione di Napoli, assecondati dall’abile intervistatore, si lasciano andare ingenuamente ad una serie di riflessioni profondamente omofobe: «Se mi innamoro di un maiale non esiste che poi istituzionalizzo il matrimonio tra uomo e maiale»; «chi utilizza sfinteri dedicati alla funzione digestiva per fare sesso non può essere riconosciuto per legge»; «rivendico il diritto di mio figlio di rifiutarsi un giorno di giocare con il figlio di due madri»; «se passa la legge Scalfarotto e tu dici a uno “ricchione di merda”, finisci in galera».